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Farmaceutica, Menarini e Bms accusate di truffa aggravata

A metterlo nero su bianco la procura di Firenze che accusa i due colossi industriali di aver commercializzato farmaci per oltre vent’anni con costi maggiorati. Una truffa da un miliardo di euro che dall’84 allo scorso anno, avrebbe fatto spendere alle famiglie molto più del previsto per i medicinali messi sul mercato

Quarantasette pagine fitte di dettagli, cifre, fatture e carteggi che secondo la procura di Firenze testimoniano oltre vent’anni di farmaci commercializzati a prezzi gonfiati, di raggiri in cui gli unici a guadagnarci erano due colossi farmaceutici internazionali dai nomi stranoti: l’italiana Menarini e la statunitense Bristol Myers Squibb. Elementi probatori raccolti e studiati con attenzione dai magistrati fiorentini per motivare la richiesta di commissariamento della Bristol Myers Squibb srl, il ramo italiano dell’azienda statunitense finita nei guai per truffa aggravata con il suo presidente, Guido Porporati, e del gruppo Menarini guidato da Sergio Alberto Aleotti. Aleotti, 88 anni suonati (già indagato con altre quattordici persone e cinque aziende “in affari” con la sua famiglia) sarebbe collocato ai vertici di un sistema illecito legato a persone, ancora sotto indagine, della Bms srl.

Mentre è attesa per il 19 settembre la pronuncia da parte del giudice per le indagini preliminari sul commissariamento della Bristol Myers Squibb srl, nei giorni scorsi la procura di Firenze ha revocato la richiesta di commissariamento per la Menarini, come reso noto dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, dopo che la multinazionale ha pagato all’Agenzia delle Entrate, a parziale reintegro del danno causato allo Stato, quasi 372 milioni (per l’esattezza 371.983.315,20 euro). Si chiude dunque una parte del contenzioso con lo Stato, per l’azienda, mentre il patron Aleotti aveva già scritto la parola fine ai guai con il fisco il 29 giugno chiudendo la sua vertenza personale sulla base di 324 milioni.

Mercoledì mattina il sostituto procuratore Luca Turco, titolare dell’indagine con i colleghi Ettore Squillace Greco e Giuseppina Mione, ha ascoltato una persona “informata sui fatti”: per delineare i passaggi e i presunti favori che ruotano attorno al “comparto occulto” della Menarini e che coinvolgono anche la Bms srl attraverso un secondo comparto occulto, ancora più ristretto, che secondo una fonte qualificata della procura “riguarderebbe tre, quattro persone al massimo”.

Sulla richiesta di commissariamento della Bristol Myers Squibb srl, il Gip si pronuncerà per l’appunto il prossimo 19 settembre. La sua scelta condizionerà il futuro del gigante farmaceutico, società di livello mondiale, quotata al New York stock exchange, con circa 35mila dipendenti e stabilimenti produttivi in tutti i continenti. Questa società, stando alle accuse, sarebbe stata per anni complice di una truffa senza precedenti stimata in oltre un miliardo di euro e avrebbe tentato, con la Menarini (presunta autrice di un “buco” da 1 miliardo e 200 milioni al Servizio sanitario nazionale), “di incidere sul processo determinativo del prezzo dei farmaci in Italia”. Senza parlare del fatto che il tutto, dal 1984 allo scorso anno, avrebbe fatto spendere alle famiglie molto più del previsto per i medicinali messi sul mer

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