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Finanziare il welfare con la tassa sull’aranciata, che sciocchezza

Finanziare il welfare con una tassa sull’aranciata, per dirla con le parole di Fabrizio Cicchitto, è una bizzarria del governo Monti. In un’intervista il ministro della salute Balduzzi la difende, collocandola in una ottica che mira alla salute degli italiani, meno zuccheri, meno alcol, uguale alimentazione migliore. Ma è utopia pensare in questo senso, ipotizzare che gli italiani riducano sensibilmente il consumo di bibite zuccherate al punto da “pesare” sul serio sul piano della dieta. E’ anche una violenza nei confronti della gente in un momento di difficoltà, ancora tasse, ancora limitazioni. Chissà che progetto verrà presentato al prossimo consiglio dei ministri, se queste sono le idee. Eppure l’argomento è serio, ed è più decisivo di altri sul piano della quotidianità degli italiani. Anziani soli, anziani non autosufficienti, tragedie umane e familiari che lasciano senza fiato. A fronte, una amministrazione da un lato impotente ma dall’altro distratta, assente, e una “casta” politica arroccata nei propri privilegi. Nessuno centra veramente il nocciolo della questione. mettere in piedi una rete di assistenza socio-sanitaria a maglie strette farebbe sentire gli italiani protetti e garantiti, comporterebbe razionalizzazioni e risparmi e soprattutto potrebbe portare a centinaia di migliaia di posti di lavoro da destinare a diverse figure professionali e a diverse categorie di precari. Con un colpo solo si innescherebbe un reale meccanismo di sviluppo, si metterebbero in circolo risorse. Eccetera, eccetera. Ma in assenza di un piano vero, di idee chiare, pensare di tassare l’aranciata per buttare a pioggia 250 milioni di euro dà veramente la misura di quanto chi governa oggi sia fuori dalla realtà.

25 agosto 2012 – OnLine-News

 

La sanità di Balduzzi, ombre e luci

Il decreto sanità anticipato da Repubblica e l’intervista al ministro Balduzzi, disegnano un nuovo scenario per la salute degli italiani. Alcune proposte sono decisamente interessanti, altre lacunose, altre ancora decisamente sbagliate.
Gli ambulatori medici aperti H24 in associazione tra camici bianchi, il telelavoro, i criteri di nomina dei vertici delle strutture, sono in effetti novità rilevanti.
Sulle nomine c’è da sperare che il criterio dei curriculum riesca a far superare i metodi spartitori – delle direzioni sanitarie e a volte anche di reparto – che hanno funestato la nostra sanità. Ben venga dunque la trasparenza, se riuscirà davvero ad imporsi.
Anche il taglio del prontuario che vuole favorire il ricorso ai farmaci equivale

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