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FOCUS: IL BATTERIO INVULNERABILE AI FARMACI

L’infettivologo: «L’uso sbagliato delle terapie ha portato alla nascita di nuovi ceppi letali»

L’ultimo rapporto dice oltre quattromila casi in Italia. Nel nostro Paese, tra i 400 e i 500 morti all’anno. E la tubercolosi fa sempre più paura. Inoltre, potrebbe essere sottostimata perché spesso non viene riconosciuta, soprattutto negli anziani, secondo un recente studio inglese. Colpa dell’immigrazione? «In realtà, i malati sono solo per un terzo immigrati», risponde Mario Raviglione, direttore di Stop TB, il progetto dell’Oms per la lotta a questo nemico riemergente. «In tutto il mondo – riferisce il medico – c’è stato un grande aumento dei casi negli ultimi quindici anni e preoccupa la presenza di ceppi altamente resistenti ai farmaci che si stanno diffondendo sempre di più, sviluppatisi per l’uso sbagliato delle terapie». In parte, per ignoranza del sistema medico, in parte, nei Paesi poveri, perché non tutti gli antibiotici sono disponibili. La rapidità con cui viaggiano uomini e merci permette oggi anche il veloce spostamento di microbi, batteri, virus, parassiti che fino a qualche anno fa erano confinati in zone precise. Luigi Toma, infettivologo dell’Inmp (Istituto nazionale salute migranti e contrasto malattie della povertà) elenca nuove paure che tornano dal passato. «La sifilide – spiega negli ultimi anni ha avuto picchi di casi nelle grandi città europee, Londra, Parigi, Roma. Accade perché si è abbassata la guardia sui rapporti protetti e per il massiccio aumento della prostituzione dall’Est europeo. Qui a Roma, in particolare, abbiamo visto ragazzi provenienti dalla Romania, in condizioni disperate, che si prostituiscono a uomini disposti a pagare di più pur di avere un rapporto senza preservativo». La lebbra non è mai scomparsa in Italia. Ci sono sempre stati piccoli focolai che si sono via via ridotti nel tempo fino a portare alla chiusura dei lebbrosari. Ma casi di lebbrosi sotto controllo e nella fase non contagiosa sono noti ai medici. E l’attenzione è sempre alta. «Sulla poliomielite il discorso è simile – continua l’infettivologo – anche per questa patologia l’eradicazione non è stata ancora raggiunta. L’ultimo caso in Italia risale al 1982. Gli ultimi focolai epidemici si sono registrati all’inizio del 2006 in Etiopia portati, secondo il governo, da profughi sudanesi. Un altro allarme ci fu nel 2003 quando vennero isolati nell’Europa dell’Est nuovi casi con il ceppo originario, come se la mancata copertura vaccinale, a causa dei grandi sconvolgimenti politici, avesse provocato in quella zona un aumento dei casi di polio da virus selvaggio, quello da cui poi è stato sviluppato il vaccino». Il colera ha fatto la sua ricomparsa alla fine degli anni Ottanta a Bari e a Napoli e anche per questa malattia la sorveglianza resta alta. La Leishmaniosi si pensava definitivamente sconfitta invece ritorna. E’ malattia della cute trasmessa da zanzare. Dà lesioni cutanee gravi e anche invalidanti. Chikungunya, la febbre spacca ossa, era sconosciuta all’Italia e la sua comparsa nel nostro territorio è legata ai cambiamenti climatici che hanno portato la zanzara Aedes Aegypti anche alle nostre latitudini. In aumento, infine, le patologie della povertà. Chi pensava di doversi confrontare ancora, nel Duemila, con una malattia come la scabbia?  DANIELA DANIELE ROMA – La Stampa del 22/01/2008   p. 21  

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