Da qui a pochi anni scadranno molti brevetti di farmaci al top delle vendite. Ma già oggi gli equivalenti assorbono il 30% della spesa e il 50% dei consumi (DDD). Come cambierà il mercato e i possibili risparmi quando anche la "pillola blu" (tra due anni) diventerà un generico.
13 GEN – Lo spazio occupato dai farmaci equivalenti nel mercato italiano continua a crescere. Il 30% della spesa farmaceutica di fascia A è assorbita dai generici che, in termini di consumi (DDD), coprono ormai il 50% del totale, come ha evidenziato il recente rapporto preliminare 2010 dell’Osmed con i dati dei primi nove mesi dello scorso anno, ufficializzando il consolidamento di questi prodotti che, già nel 2009, assorbivano il 27,8% della spesa.
Il primo boom dei generici grazie ai cardiovascolari off patent
Risultati significativi conseguenti anche alla scadenza del brevetto di molecole importanti sul piano dei costi come losartan (antiipertensivo), clopidogrel (antiaggragante piastrinico per la prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari) e nebivololo (vasodilatatore, antipertensivo). Tutti farmaci che rientrano nella grande famiglia dei medicinali per l’apparato cardiovascolare che da più di un decennio detiene il primato sia per consumo (47% del totale delle DDD/1000 abitanti), sia per spesa pro capite (36%).
In arrivo nuove importanti scadenze brevettuali
Esaminando la tabella dei primi trenta principi attivi di classe A per spesa territoriale elaborata dell’Osmed nel suo rapporto 2010, si scopre che almeno dodici molecole hanno perduto il brevetto tra lo scorso anno e il 2009. O stanno per perderlo entro il 2013.
Tra queste ultime, le prime tre in classifica: l’atorvastatina (antipercolesterolemia, perderà il brevetto nell’anno in corso) che ha prodotto nei primi nove mesi del 2010 una spesa di 399 milioni di euro. La rosuvastatina (antipercolesterolemia, off patent dal 2012) per la quale, nello stesso periodo, sono stati spesi 232 milioni di euro. L’abbinata salmeterolo + fluticasone (beta2 agonisti antiasma, off patent dal 2013) per la quale i milioni spesi sono stati 227.
Se ci si aggiungono gli altri principi attivi (stiamo sempre citando i dati Osmed dei primi nove mesi del 2010) che hanno generato – ciascuno – una spesa superiore ai 100 milioni di euro e che presto vedranno scadere il loro brevetto, si aprono davvero spazi importanti di risparmio per il Ssn.
Pochi esempi: l’esomeprazolo (scaduto nel 2010; spesa per 187 milioni di euro), il valsartan+idroclorotiazide (scade nel 2011; spesa 164 milioni di euro), l’irbesartan+ idroclorotiazide (scade nel 2013; spesa 136 milio