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Gestione del rischio: i farmaci Lasa

I Long-alike sond-alike sono pericolosi perché possono essere scambiati con altri per somiglianza grafica e per l’aspetto delle confezioni. L’obiettivo è ridurre al minimo gli errori in ambito ospedaliero e territoriale.

PALERMO. In un contesto sanitario in continuo movimento siamo mediaticamente circondati da un parola: prevenzione. La tematica posta riguarda la prevenzione degli errori in terapia e più nello specifico quelli riferiti ai FARMACI LASA (Long-alike sound-alike) cioè farmaci che possono essere scambiati per altri perché hanno una somiglianza grafica, fonetica, per l’aspetto della confezione.
Diverse sono le fasi in cui l’errore è come si dice, dietro l’angolo: dall’ordine di un farmaco al suo approvvigionamento, dalla sua prescrizione alla distribuzione, dalla preparazione alla somministrazione, mentre i luoghi dove può avvenire ciò non riguardano solo i reparti ospedalieri ma anche i servizi territoriali, le farmacie di comunità, i centri di cure Primarie, e gli studi associati, le Residenze Sanitarie assistenziali e le cure domiciliari.

Furono diversi gli studi su questa tematica in paesi come Stati Uniti d’America, Canada, Inghilterra e anche nel nostro paese dal Ministero della Salute attraverso il progetto “Farmaci LASA e sicurezza dei pazienti” del 2009 dal quale scaturì la “Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia dei farmaci Look-Alike Sound-Alike numero 12, agosto 2010” dallo stesso Ministero con l’obiettivo di ridurre al minimo gli errori in ambito ospedaliero e territoriale.

La Raccomandazione è rivolta a diverse figure professionali:

– Infermieri, medici, farmacisti;
– Direzioni delle aziende sanitarie;
– Aziende farmaceutiche.

La nostra categoria ha un ruolo cruciale nella gestione del rischio ed è tenuta a seguire le indicazioni del Ministero che fornisce indirizzi applicativi realizzati per essere utilizzabili nei diversi contesti in cui svolgiamo la nostra professione (ospedale, territorio, libero professionista, studio associato, ambulatorio):

– non lasciare i farmaci fuori dalla confezione;
– non tagliare i blister;
– controllare la documentazione sanitaria e contribuire a una giusta compilazione;
– evitare le interruzioni durante la preparazione dei farmaci e loro somministrazione;
– per la conservazione dei farmaci bisogna disporre separatamente sia in farmacia che in reparto ma anche sul territorio quei farmaci con nomi/confezionamento simili oppure segnarli con codici colore per differenziarli;
– evitare richieste verbali e telefoniche di farmaci e assicurarsi che la prescrizione sia scritta, con descrizione in terapia di nome commerciale, principio attivo e via di somministrazione ed evitando l’uso di abbreviazioni;
– prevedere un doppio controllo per le preparazioni per i farmaci ad alto livello di attenzione;
– in fase di dimissione fornire al paziente le informazioni che riguardano la terapia da seguire al domicilio in merito alle interazioni dei farmaci, modalità di assunzione, conservazione, controindicazioni ed effetti collaterali.

È fondamentale che ogni struttura sanitaria pubblica o privata e in generale tutti gli stakeholder si dotino di procedure/protocolli per la prevenzione del rischio. Infatti molte aziende si sono dotate di particolari etichette di formati diversi e colori evidenti con scritte del tipo, “Attenzione: pericolo di errore LASA!”. Queste etichette vengono applicate sulle confezioni dei farmaci e possono essere in forma removibile o permanente.

Dopo la Raccomandazione fu redatta una lista dei farmaci Lasa aggiornata al 31 dicembre 2010 che raccoglie 130 diverse tipologie. C’è da precisare che la lista non è ad oggi definitiva ed esaustiva e potrà essere aggiornata con cadenza semestrale in base alle esigenze che verranno segnalate al Ministero della Salute grazie a all’indirizzo mail apposito (terapiesicurezzapazienti@sanità.it) da tutti i professionisti sanitari e da tutte le strutture sanitarie che vogliano inviare suggerimenti e commenti sulla tematica.0

Redazione Fedaisf

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