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I nuovi antiepilettici agiscono su più forme della malattia

L’obiettivo dei farmaci di nuova generazione è di riuscire ad agire su più forme possibili di epilessia e allo stesso tempo di ridurre gli effetti collaterali. Le terapie sono molto lunghe e non devono essere interrotte. Ma ultimamente è scaduto il brevetto delle case farmaceutiche produttrici di due farmaci antiepilettici molto utilizzati, il Levetiracetam e il Topiramato, e l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) li ha inseriti nelle cosiddette “liste di trasparenza”, che consentono di utilizzare al loro posto il corrispettivo generico. Ma tutti i lavori scientifici, le linee guida internazionali e quelle nazionali pubblicate dalla Lice raccomandano di non sostituire un farmaco originale con un generico, e neppure un generico con un altro generico. “La biodisponibilità dei diversi generici – spiega Laura Tassi – può non corrispondere al farmaco originale e mettere a rischio i pazienti. La differenza tra il farmaco generico e quello di marca era a carico del paziente e arrivava fino al centinaio di euro. Finalmente, però, le case farmaceutiche hanno acconsentito alla riduzione del prezzo, che al momento è di pochi euro in più rispetto al generico”. In questa battaglia si sono mobilitate tutte le associazioni, fra cui la Lice, la Fie (Federazione Italiana Epilessie) e l’Aice (Associazione Italiana Contro l’Epilessia). Una buona notizia, quindi, ma ancora nessuna innovazione davvero importante per quanto riguarda i farmaci. “Stanno per uscire sul mercato nuovi farmaci e nuove tecniche di indagine, sia dal punto di vista genetico che diagnostiche, ma nulla di eclatante” conclude la neurologa.

11 marzo 2013 – Monica Coviello 

 

 

 

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