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Indecente Italia: tra premi milionari ingiustificati e tagli alla spesa sui farmaci. Comunicato Fedaiisf

Risultano evidenti alcuni aspetti che dimostrano, e fanno riflettere, quali sono i reali intenti di chi stabilisce le regole del settore. Tenuto conto che tale voce di spesa è percentualmente la più bassa di tutti i costi sanitari, il tutto si riflette su una riduzione della qualità offerta al cittadino. Se si vogliono affrontare i problemi alla radice e con giustizia, perché non si parla mai dei milioni di premi distribuiti tra medici e dirigenti ASL? E gli Informatori Scientifici del Farmaco, continuamente additati ingiustamente come i corruttori, e facendo di tutta l’erba un fascio sono indicati come coloro che stimolano l’aumento del consumo dei farmaci, come coloro che alterano gli equilibri economici del SSN.

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FEDAIISF  Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco

Il Presidente    

ProtU03 /16/AM

Foggia,  15 maggio 2016

 

COMUNICATO STAMPA

Indecente Italia: tra premi milionari ingiustificati e tagli alla spesa sui farmaci.

E’ notizia recente la sentenza della Corte dei Conti della Regione Lombardia, di assoluzione di un medico di medicina generale dall’accusa di aver provocato un danno erariale nei confronti dell’ASL di Varese e della stessa Regione Lombardia. Il danno, secondo l’accusa, sarebbe stato procurato da una iperprescrizione di farmaci negli anni 2002, 2003 e 2004.

Dai fatti riportati dalla Procura Regionale, il medico aveva generato, in quegli anni, una spesa derivante dalla prescrizione di farmaci, doppia rispetto alla media della stessa ASL.

Secondo l’accusa, dalle indagini sono emerse ricette per una spesa complessiva di euro 12.725,75 “… inappropriate nell’ambito delle note CUF”, per cui veniva richiesta la condanna al risarcimento di tale somma.

La Corte, con la sentenza in oggetto, ha invece rigettato l’accusa del Requirente in quanto non ha provato l’inappropriatezza delle prescrizioni che deve essere prodotta dall’accusante e non dall’accusato, assolvendo cosí il medico e ponendo a carico dell’ASL il pagamento delle spese processuali.

In ogni caso, sancisce la Corte, il medico prescrive, per qualità e per quantità, secondo scienza e coscienza con le modalità previste dalla legislazione vigente. Del resto, la stessa AIFA definisce le note “uno strumento normativo volto a definire gli ambiti di rimborsabilità di alcuni medicinali. Le note, originariamente pensate come strumento di governo della spesa farmaceutica, sono progressivamente diventate un mezzo per assicurare l’appropriatezza d’impiego dei farmaci, orientando, in alcuni casi, le scelte terapeutiche a favore di molecole più efficaci e sperimentate. In questo senso, tra gli strumenti che regolano l’accesso ai farmaci, le Note, più di altre norme, si ispirano ai criteri della medicina basata sulle prove di efficacia. Si fondano cioè sui risultati, criticamente valutati, di sperimentazioni cliniche randomizzate e, possibilmente, multiple. La revisione periodica delle Note risponde, quindi, appieno all’esigenza di aggiornare le limitazioni rispetto alle nuove evidenze disponibili nella letteratura scientifica. Nel corso del tempo, infatti, le Note hanno subito un’evoluzione nei contenuti e nelle finalità, sempre per tenere conto delle novità emerse sull’efficacia dei singoli farmaci o sulla presenza e frequenza di reazioni avverse”.

In pratica, AIFA sostiene che le note servo a guidare il medico nella scelta della terapia più efficace e comprovata dagli ambienti scientifici internazionali.

Dalla lettura delle carte processuali risultano evidenti alcuni aspetti che dimostrano, e fanno riflettere, quali sono i reali intenti di chi stabilisce le regole del settore.

Il caso nasce dall’osservazione del fatto che il medico in questione aveva generato una spesa molto superiore alla media degli altri medici. Tale spesa media viene calcolata, dividendo la spesa farmaceutica globale dell’ASL per il numero di medici di medicina generale operanti nel territorio di quell’ASL. Nessun riferimento, quindi, alla tipologia della popolazione incidente su quell’area, né tantomeno su quella dei pazienti in carico ad ogni singolo medico. In alcuni casi viene applicato il parametro degli assistiti pesati; più sono i pazienti anziani più alto è il limite di spesa. In pratica, però, se un medico ha pochi assistiti ma, tra questi, molti malati oncologici, per i quali si usano farmaci molto costosi, la sua spesa sarà molto alta a prescindere, a meno che non decida di non prescrivere i farmaci ai suoi pazienti per rientrare nella media. Questo è un sistema di valutazione incredibilmente impreciso e volutamente superficiale che mette i medici di medicina generale nella condizione di essere ripresi, anche con note scritte.

Nella sua trattazione, l’accusa dichiara che il medico deve prescrivere i farmaci “oltre che, secondo scienza e coscienza, anche nel rispetto delle norme di settore, delle limitazioni e delle indicazioni fornite dal Ministero della sanità … nelle schede tecniche ed eventualmente contenute nelle c.d. note CUF, nonché dei seguenti principi: economicità e riduzione degli sprechi … appropriatezza … efficacia dell’intervento”.

E’ rimarchevole l’ordine con cui vengono aggiunti i parametri secondo cui il clinico dovrebbe operare. Infatti al primo posto viene l’economicità. Ossia il medico deve curare pensando innanzitutto al risparmio, poi a tutto il resto. Questo dato si commenta da se.

– [x] Al secondo posto viene la riduzione degli sprechi, di fatto stabilendo che sono presenti soprattutto nell’operato della prescrizione dei farmaci e degli esami dei medici di medicina generale e non altrove. Poco contano i continui scandali legati ad appalti pilotati, a forniture gonfiate e a dirigenti ASL e ospedalieri incriminati per corruzione. Per non parlare, aggiungiamo noi, le ingiustificate erogazioni di decine di milioni di euro in premi a medici ed amministratori delle AUSL sottratti ai pazienti. Però tutto sembra risiedere nella iperprescrizione di farmaci da parte dei medici spreconi, impreparati e nella migliore delle ipotesi, poco attenti al contenimento della spesa. Sulla pelle del cittadino ci si pone il problema della spesa cercando di limitare prescrizioni, (ma anche esami e ricoveri) e di dirottare verso farmaci equivalenti e facendo terrorismo psicologico verso la classe medica additata come responsabile dei mali del sistema. I veri responsabili non si cercano nemmeno.

Solo alla fine vengono menzionate l’appropriatezza e l’efficacia, quasi fossero un male necessario.

Sempre dalle carte processuali risulta che la difesa ha dichiarato che non è stata fatta nessuna valutazione, nel periodo incriminato, relativa alle ospedalizzazioni e/o alle prestazioni ambulatoriali effettuate dal medico accusato. Questa valutazione andrebbe, in realtà, fatta per ogni medico, per dimostrare come l’elevato numero di prestazioni ambulatoriali e/o domiciliari sia molto spesso associato ad un basso numero di ospedalizzazioni, che sono quelle che incidono pesantemente su tutta la spesa del Sistema Sanitario. Infatti, ogni giorno si spendono circa 1500 euro per ogni posto letto utilizzato per pazienti acuti.

In realtà si considera il SSN come fosse fatto a compartimenti stagni non relazionatili gli uni agli altri. In pratica, nella valutazione dei costi, si fa una differenziazione tra spesa farmaceutica, costi degli appalti e delle gare per le forniture etc. ma ogni voce fa capitolo a se. Questo porta ad agire, quando si attui una manovra per il contenimento della spesa sanitaria, iniziando dalle voci più facilmente aggreditili e la prima tra queste è proprio la spesa farmaceutica, per cui si aumentano i ticket, si restringono le possibilità d’uso dei farmaci e così via. Tenuto conto che tale voce di spesa è percentualmente la più bassa di tutti i costi sanitari, il tutto si riflette su una riduzione della qualità offerta al cittadino. Se si vogliono affrontare i problemi alla radice e con giustizia, perché non si parla mai dei milioni di premi distribuiti tra medici e dirigenti ASL?

E in quest’ottica, purtroppo, rientriamo anche noi Informatori Scientifici del Farmaco, continuamente additati ingiustamente come i corruttori, facendo dell’erba un fascio come coloro i quali stimolano l’aumento del consumo dei farmaci, come coloro che alterano gli equilibri economici del SSN.

In realtà, gli Informatori sono orientati all’interesse etico e morale e a far si che i farmaci vengano utilizzati in maniera razionale, equilibrata e “secondo scienza e coscienza”.

Ma quando nel gioco entra qualcuno sopra le parti, come può essere un giudice, le regole vengono riportate nella giusta direzione, costituendo precedenti che potranno, un giorno, essere utilizzati per ricordare a qualcuno che la salute pubblica non va considerata come un bancomat col quale monetizzare alle spalle dei contribuenti.

 

 

e-mail: presidenza@fedaiisf.it – cell: 328.1848324

www.fedaiisf.it

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Notizie correlate: Corte dei conti.Sentenza 64.2016

Corte dei Conti Lombardia. La presunta iperprescrizione di farmaci non è condannabile. “La prescrizione dei medicinali avviene, per qualità e per quantità, secondo scienza e coscienza”. N.d.R.

Redazione Fedaisf

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