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Nutraceutici, sempre più promozione rivolta ai medici ma manca la preparazione (dei medici)

«La grande distribuzione e i produttori di integratori alimentari sono pronti all’impatto con il mondo medico ma dobbiamo chiederci se i medici sono a loro volta pronti e informati». Lo afferma Dario Chiriacò presidente dell’Ordine dei Medici di Rieti e coordinatore della consulta che in Fnomceo si occupa di medicine non convenzionali.

«Sulla falsariga di quanto avvenuto per l’omeopatia, dove la presa di coscienza è frutto di un percorso avviato dal 2002 e prima, propongo da tempo che nel curriculum dei medici del corso di formazione in medicina generale sia inserita la conoscenza di questo settore, e che elementi informativi in materia siano introdotti anche al quinto o sesto anno del corso di studi a medicina, ma le università fin qui non hanno dato seguito alla richiesta», afferma Chiriacò. Che raggiungiamo all’indomani della presentazione della Progetto Salute Coop: una campagna volta a promuovere due linee di latti e alimenti per bambini e altre due di yogurt presso medici di famiglia, pediatri, nutrizionisti, gastroenterologi e persino ginecologi. Per far meglio conoscere ai medici rimedi alimentari contro il colesterolo o la stitichezza, o alimenti a prova d’intolleranza sul banco del supermercato, la società di consulenza Sprim prevede di attivare 900 mila contatti complessivi.

Vito Pappalepore responsabile formazione Fimmg in Lombardia, conferma che nel quotidiano del medico di famiglia aumenta la promozione d’integratori, «anche se il principale veicolo è la tv, un martellamento con messaggi semplici e di effetto immediato. Del resto si tratta di prodotti, in particolare alcuni per la riduzione del colesterolo, il cui effetto testato da studi di letteratura del 9% sfiora quello annunciato dagli spot, del 10%, e in questi casi il medico non ha problemi a consigliarli. Tra l’altro, a differenza dei farmaci non presentano effetti avversi rilevanti. Interessante è poi che sia un distributore e non un produttore a veicolare la promozione».

Chiriacò però rimarca l’assenza di linee di indirizzo per la professione su come comportarsi nel consigliare questi prodotti, a differenza che nel campo delle medicine non convenzionali. «Se nel caso dei prodotti omeopatici si parla di farmaci su cui ora in Italia esiste una normativa ministeriale, e presto uscirà una linea d’indirizzo Fnomceo, per la “nutraceutica” siamo meno preparati e, in attesa che i rinnovati vertici ordinistici si occupino del tema emergente, sottolineo come sarebbe importante far conoscere ai medici del territorio la problematica, in vista del ruolo crescente che alimentazione e stili di vita sani rivestiranno nella prevenzione».
Mauro Miserendino – Sabato, 24 Gennaio 2015 – Doctor33

Redazione Fedaisf

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