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OMS vuole ridurre i danni connessi all’uso dei farmaci

Farmaci, campagna globale dell’Oms per ridurre i danni connessi al loro uso

Roma, 13 febbraio – Ridurre del 50%, nell’arco dei prossimi cinque anni, i danni evitabili connessi all’utilizzo di farmaci.

Questo l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità,  per contrastare gli errori di somministrazione e assunzione di farmaci, una delle principali cause di danni evitabili nei sistemi sanitari in tutto il mondo. A livello globale, il costo correlato agli errori terapeutici è stato stimato in 42 miliardi di dollari l’anno.

Gli errori, osserva Oms, possono verificarsi in diverse fasi del processo di utilizzo del farmaco ed  essere legati anche a fattori come affaticamento, cattive condizioni ambientali o carenza di personale, che influiscono sulle pratiche di prescrizione, trascrizione, distribuzione, somministrazione e monitoraggio e possono quindi causare gravi danni, disabilità e persino la morte.

Sono già stati messi a punto interventi multipli per affrontare la frequenza e l’impatto degli errori terapeutici, ma bisogna fare ancora di più e, secondo Oms, è necessaria un’ampia mobilitazione delle parti interessate a sostegno di iniziative ancora più efficaci.

Anche per questo, la campagna globale Medication Without Harm è rivolta a tutti, sulla base del principio che ciascun paziente e ciascun operatore sanitario ha un ruolo da svolgere nell’assicurare la sicurezza dei farmaci. La campagna dell’Oms per ridurre i danni legati all’impiego dei farmaci, migliorando le pratiche e riducendo gli errori terapeutici, è incentrata sullo slogan Know. Check. Ask  (Conosci. Controlla. Domanda), per la cui diffusione è stato realizzato un apposito video disponibile su youtube. Ulteriori informazioni informazioni sull’importante iniziativa sono disponibili sul sito dell’Oms, a questo link.

Notizie correlate: Global campaign: Medication Without Harm

Report Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) dell’Ema

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Redazione Fedaisf

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