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Perché un farmaco costa il doppio da quando è diventato «da banco»?

In fascia C troviamo anche farmaci soggetti a rischi specifici: perciò il Servizio sanitario ne scoraggia l’uso generalizzato e prolungato non rimborsandoli

Faccio un largo uso di gastroprotettori e da tempo, su indicazione del medico, acquisto in farmacia un antiacido. Dico «acquisto», perché, pur essendo un farmaco mutuabile, il ticket-ricetta, sommato alla quota a carico del paziente, è superiore al costo del medicinale stesso. Il prezzo del farmaco è, anzi era, 1,50 euro. Ora ho scoperto che è stato trasformato in «prodotto da banco» e il suo costo è salito a 3,50 euro: il 133,33% in più. Dovrò trovare qualche alternativa a questo medicinale, ma vorrei proprio capire come è possibile che il prezzo sia aumentato, nonostante il prodotto sia stato, in un certo senso, «declassato»?

Risponde Paolo Siviero, direttore del Centro studi dell’Agenzia italiana del farmaco

Il medicinale cui fa riferimento è ben noto e appartiene alla categoria terapeutica degli anti-acidi. Recentemente è stato collocato in fascia C ed è soggetto al regime di fornitura "OTC" (over the Counter). Questo vuol dire che il Servizio sanitario nazionale non rimborsa più la spesa sostenuta per il suo utilizzo. I farmaci di fascia C, infatti, sono quelli che comunemente curano disturbi lievi o passeggeri, che sappiamo non essere collegati a patologie serie e che possiamo affrontare efficacemente anche senza l’intervento del medico. I farmaci di fascia C senza obbligo di ricetta medica si distinguono in due categorie: SOP (senza obbligo di prescrizione medica), ovvero medicinali che il farmacista può consigliare per la cura di patologie minori, e OTC (sopra il banco), ovvero farmaci da banco o di automedicazione che possono essere richiesti direttamente dal paziente e sono gli unici per i quali è permessa la pubblicità al pubblico tramite i mezzi di informazione. In fascia C troviamo anche medicinali con obbligo di ricetta, si tratta di farmaci, che pur essendo utili in alcune situazioni, sono soggetti a rischi specifici: perciò il Servizio sanitario ne scoraggia l’uso generalizzato e prolungato non rimborsandoli. Il D.L. 87/2007 ha previsto che il prezzo dei farmaci di fascia C, non rimborsati dal Ssn, sia stabilito come nella quasi totalità degli altri Paesi europei dalla ditta titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Per i farmaci OTC, quelli per cui è possibile fare pubblicità, i prezzi, invece, sono liberamente stabiliti dalla farmacia o dalla parafarmacia, e possono quindi variare da un punto di vendita all’altro. Nel caso specifico, la scelta di richiedere che il medicinale fosse collocato in fascia C è stata fatta direttamente dal produttore, adeguandosi a quanto avviene nella maggior parte degli altri Paesi europei nei quali il prodotto non è rimborsato dal Servizio sanitario. Il nostro Sistema sanitario garantisce, tuttavia, che ci siano alternative terapeutiche, che possono essere individuate e prescritte dal medico di medicina generale, proprio per tener conto delle situazioni in cui l’utilizzo di farmaci di questo genere non è limitato a casi sporadici, ma è legato a una situazione patologica rilevante. A questo proposito è opportuno e doveroso sottolineare come in Italia sia assicurata a tutti i cittadini la disponibilità, a titolo gratuito, di tutti i farmaci di ri

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