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Pfizer e AstraZeneca: non forniamo vaccino a privati. Scaccabarozzi: rischio di contraffazione altissimo

Nostri contratti con governi. AstraZeneca ha presentato un esposto ai carabinieri del Nas

“Durante la pandemia, i nostri contratti sono con i governi, e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati”.

Lo ha reso noto la casa farmaceutica statunitense Pfizer, sottolineando che “in questo momento non sta fornendo il vaccino al mercato privato” e che “è importante che le dosi rimangano all’interno della catena di fornitura stabilita”.

TGCom24 . 17 febbraio 2021

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Le aziende farmaceutiche precisano di non fornire il proprio siero al di fuori dei canali governativi ufficiali.

AstraZeneca ha presentato un esposto ai carabinieri del Nas per denunciare ogni tentativo di assicurare forniture di vaccino anti-Covid al di fuori dei canali governativi ufficiali e ha prontamente informato di tale esposto le autorità competenti. Lo rende noto la stessa casa farmaceutica, sottolineando che “nel caso in cui AstraZeneca venisse nuovamente associata ad attività illecite in relazione alla fornitura del vaccino, ci riserveremo di agire legalmente nelle sedi opportune”. E ribadendo che “non vi è attualmente alcuna fornitura, vendita o distribuzione del vaccino al settore privato”.

AstraZeneca, precisa l’azienda, “è impegnata a supportare un accesso al vaccino ampio, equo e senza profitto per tutta la durata della pandemia e terremo fede al nostro impegno globale nei confronti dei governi e delle organizzazioni sanitarie internazionali”. Inoltre, con riferimento alle notizie apparse e “inerenti l’esistenza di canali paralleli di fornitura del nostro vaccino anti-Covid 19, in cui AstraZeneca sarebbe in qualche modo coinvolta, vogliamo ribadire che non vi è attualmente alcuna fornitura, vendita o distribuzione del vaccino al settore privato”. Conclude l’azienda: “Se qualcuno offre vaccini attraverso il settore privato, è probabile si tratti di vaccini contraffatti, e come tali vanno segnalati alle autorità competenti”.

Anche Pfizer e BioNTech hanno precisato lo stesso concetto, intervenendo sulle voci di un presunto mercato parallelo dei vaccini anti-Covid disponibili per l’uso in Ue: “Durante la pandemia i nostri contratti sono con i governi e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati, soggetti ad autorizzazione o approvazione regolatoria. Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato in questo momento”.

“E’ importante – sottolineano da Pfizer – che i vaccini rimangano all’interno della catena di fornitura stabilita in modo da poter garantire che le dosi raggiungano le popolazioni designate in buone condizioni, e che vengano somministrate dove esistono un supporto appropriato per gli operatori sanitari e il monitoraggio della farmacovigilanza. Pfize ha sviluppato piani e strumenti logistici dettagliati per assicurare il corretto trasporto del vaccino, la conservazione e il monitoraggio continuo della temperatura. La nostra distribuzione si basa su un sistema flessibile, just-in-time, che spedisce le fiale congelate al punto di vaccinazione”.

Redazione Nurse Times – 15 febbraio 2021


Vaccino, Scaccabarozzi: “Sul mercato parallelo il rischio della contraffazione è altissimo”

Alcune Regioni come il Veneto intendono approvvigionarsi di vaccini anti-Covid al di fuori delle forniture ufficiali dell’Unione europea. C’è da fidarsi? “No, tutt’altro: bisogna stare molto attenti perché i rischi sono altissimi”.

Mette in guardia Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervistato da ‘Il Mattino’.

“Ci sono due ordini di problemi – spiega – Il primo è la contraffazione: chi garantisce sulla qualità del vaccino, sugli studi clinici, sul rispetto dei criteri di conservazione, sull’efficacia e su eventuali effetti collaterali? Secondo: questo sistema rischia di immettere in circolazione vaccini, sia pure certificati, ma rubati e fatti transitare sul mercato parallelo”.

“Le aziende che hanno registrato la produzione di vaccini hanno firmato con l’Ue un contratto di approvvigionamento e fornitura – ci tiene a chiarire Scaccabarozzi – Si tratta di un accordo importante perché consente all’Ue di assicurare, al di là dei singoli accordi tra Stati, un’equa distribuzione dei vaccini. L’accordo a livello europeo prevede 1,5 miliardi di dosi, poi un’ulteriore fornitura di 700 milioni di dosi in aggiunta ad altre 200 milioni garantite da Pfizer. All’Italia spetta una quota pari al 13,46%”.

La corsa a trovare altre dosi “è un atteggiamento molto pericoloso – ammonisce il manager, presidente e amministratore delegato per l’Italia di Janssen, farmaceutica del gruppo Usa Johnson & Johnson che ha appena chiesto il via libera Ue al proprio candidato vaccino contro Sars-CoV-2 – I vaccini devono essere approvati dalle agenzie regolatorie che sono l’Ema e l’Aifa. Chi si assume la responsabilità di acquistare e somministrare un vaccino non certificato? Stiamo scherzando”.

Alle Regioni che si stanno comunque attivando, il suggerimento del numero uno della federazione nazionale imprese del farmaco è “di non farlo. E se anche trovassero un vaccino, si parla molto dello Sputnik russo, o qualsiasi altro, è necessario che lo sottopongano al vaglio di un’autorità regolatoria perché il rischio della contraffazione è altissimo”.

“Anche i laboratori dove i vaccini vengono prodotti devono essere certificati e autorizzati a svolgere il processo di lavorazione – osserva Scaccabarozzi – Come anche le società di intermediazione, i broker di cui tanto si parla, devono essere accreditate e autorizzate altrimenti sono fuori legge. Il pericolo di trappole è molto alto”.

Meglio liberalizzare i brevetti come molti suggeriscono? “Non serve”, sostiene il presidente di Farmindustria.

“L’Italia ha il settore farmaceutico più produttivo d’Europa – sottolinea – Il vaccino anti Covid è un prodotto biotecnologico estremamente complesso, il cui ciclo di produzione prevede più fasi, dura diversi mesi e deve essere effettuato in impianti dotati di bioreattori all’interno dei quali immettere il principio attivo che deve essere costruito con la tecnologia mRna o del vettore virale non replicativo. E, allo stato, non tutte le aziende farmaceutiche dispongono dei bioreattori indispensabili”.

Dunque bisogna intervenire sulla capacità produttiva?

“Bisogna dare una mano in questo senso per rispondere a una domanda globale senza precedenti – risponde Scaccabarozzi – E poiché la ricerca richiede investimenti di tempo, persone, risorse economiche, il brevetto è una garanzia senza la quale nessuno farebbe più ricerca”. Infine, una previsione sui tempi necessari per arrivare all’immunità di gregge: “Spero appena dopo l’estate, al massimo entro Natale. Ma non dimentichiamo che ci sono anche le altre malattie. Perché se facciamo solo vaccini – avverte il manager – non curiamo gli altri malati”.

Corriere Etneo – 18 febbraio 2021

Zaia. Vaccino Covid, Zaia: “Big Pharma faccia chiarezza su distribuzione” (ZaZoom Di giovedì 18 febbraio 2021) “Le big Pharma devono fare chiarezza sulla distribuzione dei vaccini” anti coronavirus. A richiederlo, è stato lo stesso presidente del Veneto Luca Zaia oggi nel corso del punto stampa. “Se le tre big Pharma dicono che quel che viene distribuito al di fuori dell’Europa non è Vaccino, ci mettiamo il cuore in pace e chiudiamo la pratica”.   “Se fosse vero questo però allora la Germania ha comprato 150 milioni di dosi e non sono vaccini? Bisognerebbe fare chiarezzaanche su questo perché io invece penso che ogni azienda quando inizia una nuova produzione pensi ai canali commerciali: quelli istituzionali e i concessionari ad esempio poi ci potrebbe essere stato un fondo di investimento nel settore biotech che potrebbe avere investito in una azienda farmaceutica acquisendo

Redazione Fedaisf

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