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“Potrebbe provocare il cancro”. Bufera sul farmaco per diabetici

Torino, la procura apre un’inchiesta. Altri Paesi lo hanno già ritirato.  Già al centro di polemiche e interrogazioni parlamentari, ora è però la magistratura a muoversi. AIFA: Nota sul farmaco Actos (pioglitazone)

18/03/2016 – LA STAMPA

Si chiama Actos, è un farmaco in compresse usato per la cura del diabete mellito di tipo 2, quello più comune, e contiene un principio attivo associato a un aumento del rischio di contrarre il cancro alla vescica. Già al centro di polemiche e interrogazioni parlamentari, ora è però la magistratura a muoversi: la procura di Torino ha avviato un’indagine ipotizzando il reato di commercio o somministrazione di medicinali guasti. Prodotto dalla Takeda Pharmaceutical Co. e dalla Eli Lilly & Co. l’utilizzo di Actos ha già suscitato un ampio dibattito, anche perché Germania e Francia ne hanno sospeso l’utilizzo e la commercializzazione nel 2011, mentre una Corte degli Stati Uniti ha condannato Takeda ed Ely Lilly al pagamento di danni per 9 miliardi di dollari, poi ridotti a 36,8 milioni, riconoscendo che le aziende avrebbero intenzionalmente nascosto i rischi correlati all’uso del farmaco e che avrebbero distrutto parte della documentazione scientifica tra il 2002 e il 2012.

L’indagine della procura di Torino, condotta dai carabinieri del Nas, ha preso il via da una denuncia dell’associazione Promesa (Protezione professioni mediche e sanitarie). Actos contiene il principio attivo «pioglitazone» ed è usato per il trattamento del diabete per la capacità di ridurre la glicemia. Nell’esposto, scritto dall’avvocato Riccardo Salomone, si sottolinea come già dal 2007 il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp, che opera in seno all’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali) al termine della revisione sugli antidiabetici contenenti pioglitazone, sollevasse preoccupazioni sul rapporto tra benefici e rischi per i pazienti in cura con Actos. Di questo rischio ha dato conto l’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), sempre nel 2007, pubblicando poi anche una relazione nella quale associava il cancro alla vescica al pioglitazone. E pure la Commissione europea, nel 2011, effettuò una revisione dei medicinali contenenti il principio attivo: succedeva a marzo, mentre ad agosto dello stesso anno era ancora l’Aifa a diffondere nuovi dati epidemiologici che mostravano un aumento del rischio di cancro alla vescica. La correlazione è stata infine inserita nella scheda tecnica del farmaco.

Ma il dito, oltre che contro la Takeda (che ha sede nel novarese) viene puntato anche contro uno studio di cui non sono stati ancora resi noti i dati. Si tratta di una sperimentazione denominata «Tosca», condotta dalla Società diabetologica italiana (Sid) finanziata dall’Aifa, e avviata nel 2008. Obiettivo: valutare gli effetti sull’incidenza di eventi cardiovascolari dell’aggiunta di pioglitazone alla metformina, un altro farmaco usato per trattare il diabete mellito di tipo 2. Si sarebbe dovuto concludere nel 2013, ma – è la denuncia – a tutt’oggi i risultati non sono stati resi noti: quanti pazienti hanno avuto le complicanze già rivelate da altri studi? E sono stati informati preventivamente dei possibili effetti collaterali cancerogeni? Come stanno adesso? Queste sono le domande che l’associazione Promesa ha posto ai magistrati relative alla salute dei diabetici curati con Actos. L’ultima domanda: quanto è costato lo studio «Tosca» e quanto ha inciso sulle vendite di Actos in Italia?

AIFA. Nota sul farmaco Actos (pioglitazone)

La specialità medicinale Actos (principio attivo: pioglitazone) è stata autorizzata con procedura centralizzata in tutti gli Stati Membri dell’UE con decisione n. C (2000) 2827 del 13 ottobre 2000.

Il medicinale è regolarmente in commercio nelle seguenti forme farmaceutiche: compresse da 15, 30 e 45 milligrammi.

Il pioglitazone è autorizzato anche in associazione con metformina (Competact e Glubrava), con  glimepiride (Tandemact), con alogliptin (Incresync). Come riportato nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, Actos è autorizzato nelle seguenti indicazioni terapeutiche:

Trattamento di seconda o terza linea per il diabete mellito di tipo 2, come esposto qui di seguito.

In monoterapia:

  • In pazienti adulti (in particolare pazienti sovrappeso) non adeguatamente controllati dalla dieta e dall’esercizio fisico per i quali il trattamento con metaformina è inappropriato a causa di controindicazioni o intolleranza.

In duplice terapia orale in combinazione con:

  • Metformina, in pazienti adulti (in particolare pazienti sovrappeso) con insufficiente controllo glicemico nonostante la massima dose tollerata di monoterapia con metformina;
  • Una sulfonilurea, solo in pazienti adulti che mostrano intolleranza a metformina o per i quali metformina è controindicata, con insufficiente controllo glicemico nonostante la massima dose tollerata di monoterapia con una sulfonilurea.

In triplice terapia orale in combinazione con:

  • Metformina e una sulfonilurea, in pazienti adulti (in particolare pazienti sovrappeso) con insufficiente controllo glicemico nonostante la duplice terapia orale;
  • Pioglitazone è anche indicato in combinazione con insulina nei pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2 che non raggiungono un sufficiente controllo glicemico con insulina, per i quali l’uso di metmorfina è inappropriato a  causa di controindicazioni o intolleranza.

Il rischio di carcinoma della vescica legato all’utilizzo di pioglitazone è stato oggetto di ampio dibattito a livello europeo, nel corso del quale sono stati presi in considerazione tutti i dati a disposizione (sia quelli epidemiologici che quelli derivanti da meta-analisi di studi clinici randomizzati).

Al termine della revisione, il Comitato per i Medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), nell’ottobre 2011, ha confermato che il profilo beneficio­rischio del pioglitazone rimane favorevole se il farmaco è utilizzato come trattamento di seconda e terza linea.

Si è infatti osservato che sussiste un lieve aumento di rischio di cancro della vescica e che tale rischio può essere ridotto con un’appropriata selezione ed esclusione dei pazienti procedendo alla revisione periodica dell’efficacia e sicurezza del trattamento nel singolo paziente.

Il CHMP ha anche ritenuto che vi sia una sottopopolazione di pazienti che non può essere adeguatamente trattata con altre terapie, ed ha pertanto concluso che pioglitazone debba rimanere disponibile come alternativa terapeutica per detti soggetti.

In considerazione  di quanto  qui  sopra  esposto  e  sulla  base  delle  indicazioni  provenienti dall’EMA, sono state dunque messe in atto le opportune misure finalizzate a minimizzare il rischio, anche attraverso la divulgazione di materiale formativo indirizzato ai medici e di apposita Nota Informativa, sempre indirizzata ai medici, con cui gli operatori sanitari sono stati informati circa il rischio di carcinoma della vescica correlato all’uso di  pioglitazone nonché sulla corretta gestione dei pazienti più a rischio. Tutti gli stampati relativi al farmaco, sono stati aggiornati sulla base delle più avanzate conoscenze sul rischio di carcinoma della vescica.

Va ad ogni modo sottolineato che, trattandosi di farmaco approvato con procedura centralizzata e sottoposto a valutazione periodica dei profili di rischio-beneficio, ogni azione regolatoria che lo riguarda è intrapresa e gestita a livello europeo.

Lo  studio TOSCA.IT (Thiazolidinediones Or Sulphonylureas and Cardiovascular Accidents lntervention Trio/), ha ad oggetto gli effetti sull’incidenza di eventi cardiovascolari dell’aggiunta di pioglitazone o di una sulfonilurea alla metformina in pazienti con diabete mellito di tipo 2 in monoterapia non adeguatamente compensati. Si tratta di uno studio finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, promosso e coordinato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) in collaborazione con l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), che è iniziato nel 2008 ed è tuttora in corso. Al momento il reclutamento è concluso ed è in corso il follow up, la conclusione dello studio è prevista per il 2018.

Nota AIFA – 18/03/2016

Notizie correlate: LETTERA PER FEDAIISF (2): Profilo rischio/beneficio favorevole a Pioglitazone. Non esiste alcun aumento statisticamente significativo del rischio di tumore della vescica nei pazienti esposti a pioglitazone.

Nessuna relazione tra farmaco per diabete e cancro

Pioglitazone, Ema: rimane trattamento di seconda/terza linea ma servono precauzioni

USA. Takeda. Offerti 2,2 miliardi di dollari per risolvere i casi del farmaco Actos

FDA. Actos (pioglitazone): Ongoing Safety Review – Potential Increased Risk of Bladder Cancer

Sanità: cara Lorenzin, perché non vuole risparmiare?

Redazione Fedaisf

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