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Salute: ecco la lista nera dei farmaci

Nel numero del Salvagente in edicola dal 3 luglio un dossier sulle medicine “da brivido”. Sono 353 quelle sotto accusa. È una galleria degli orrori.

MARTA STRINATI – 02/07/14 –  IL SALVAGENTE.it

Ci sono gli antinfiammatori che aumentano il rischio di infarto. Gli antibiotici contro la sinusite che funzionano meno di altri ma espongono a epatite fulminante. La pomata per controllare l’eczema che favorisce i tumori della pelle. È una galleria degli orrori, la lista dei principi attivi da evitare stilata da Prescrire, la prestigiosa rivista francese di informazione scientifica sui farmaci e pubblicata integralmente sul numero del Salvagente in edicola da giovedì 3 luglio. Un elenco di 68 molecole monitorate per un quinquennio e bocciate per l’inaccettabile rapporto rischio/beneficio. Molecole prescritte anche in Italia, dove sono presenti in oltre 350 farmaci. Tutti elencati, famiglia per famiglia, nome commerciale per nome commerciale, sul settimanale dei consumatori italiani.

Molecole pericolose

Il certosino lavoro di “Prescrire” è frutto di un monitoraggio iniziato nel 2010. Dopo un primo rapporto nel febbraio 2013, arriva ora un aggiornamento che conferma lo scenario. Tra i farmaci già segnalati come pericolosi, pochissimi sono stati ritirati dal mercato. La gran parte è ancora lì, autorizzata dalle autorità sanitarie e dispensata a una popolazione all’oscuro di tante gravi minacce. Il rischio è più elevato per i prodotti venduti senza ricetta, e magari pubblicizzati da spot dove l’avvertenza “può avere effetti collaterali anche gravi” è un trascurabile dettaglio di un messaggio che esalta il beneficio sui sintomi.

Ma non risparmia i farmaci soggetti a prescrizione, quando i medici – anche se liberi da convenienze di tasca – sono di fatto condizionati dall’industria, per la carenza di informazioni indipendenti e facilmente raggiungibili. Per colmare questo vuoto informativo, il Salvagente ha cercato in Italia tutti i principi attivi segnalati da “Prescrire”. E attraverso la banca dati dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco italiana, ha dato loro un “volto” riconoscibile: il nome commerciale.

Il risultato è nel lungo dossier del Salvagente, che merita un accurato controllo e un’altrettanta severa considerazione. Chi assume uno dei farmaci presenti nella lista farà bene a parlarne con il proprio medico curante, senza sospendere la terapia. Chi ricorre ad antinfiammatori, antidolorifici, spray nasali contro la congestione da raffreddore o altri farmaci sintomatici potrà invece agire subito, cambiando molecola come suggerito dalle schede, o rinunciando a prodotti non necessari (come quelli per liberare il naso più in fretta dei pochi giorni necessari all’iter naturale).

Cavie per niente

Nell’elenco di “Prescrire” compaiono farmaci nuovi, o con nuove indicazioni, che nell’impiego di massa sulla popolazione – la fase che mostra il reale impatto della molecola – si sono rivelati un bluff. Spesso di efficacia scarsa o assente, ma carichi di effetti collaterali. Oppure efficaci, ma con una quantità di eventi avversi sproporzionata. Vi sono poi molecole datate, lungamente usate, ma rivalutate da nuovi studi su efficacia ed effetti collaterali, i due parametri che permettono di stabilire l’utilità del farmaco. In tutti i casi, l’indicazione di “Prescrire” è di evitarli, e di ricorrere a un farmaco alternativo, che quando disponibile è chiaramente indicato. Rispetto all’elenco pubblicato l’anno scorso, “Prescrire” segnala l’assenza di alcuni farmaci. Si tratta di quelli ritirati in Francia o in Europa, o in procinto di essere revocati, e di alcune molecole (natalizumab e nefopam) attualmente oggetto di una rivalutazione alla luce di nuovi dati scientifici. Alcuni di questi farmaci fuori lista risultano ancora autorizzati in Italia. Quando presenti nella banca dati Aifa il Salvagente li ha inseriti nella lista di queste pagine. Nel caso dell’ansiolitico Quanil, l’Agenzia smentisce la sua banca dati, e precisa che il farmaco è stato ritirato più di un anno fa. Un assaggio della difficoltà di avere informazioni chiare e aggiornate.

 

 

 

 

 

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Redazione Fedaisf

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