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Sanità: Rossi, Turco e Corte dei Conti.

Rossi è intervenuto in merito alle cifre fornite dal ministro della sanità, Livia Turco, in commissione Affari sociali alla Camera (vai al documento; Turco, 2009 anno zero per la sanità). Il ministro ha parlato di ”certezza di risorse finanziarie” per la sanita’ corrispondenti al 6,6% del Pil per il prossimo triennio. Ma ”vi e’ anche un problema importante relativo al 2006, visto che si sta profilando un deficit importante per tutte le regioni”, corrispondente a circa 5,6 miliardi.
A soli sei mesi dall’inizio dell’anno, ha rilevato Rossi, si sta profilando infatti in tutte le regioni uno sfondamento rispetto alle risorse previste dall’ultima Finanziaria, in linea con le previsioni del precedente Dpef. ”Il Dpef del governo Berlusconi – ha precisato – conteneva una previsione di spesa di 95,6 miliardi, contro i 90 garantiti invece dalla finanziaria”. Ma la realta’ si sta appunto avvicinando al Dpef, rileva Rossi, tanto che la sottostima del fondo sanitario da tempo denunciata dalle Regioni ”e’ evidente gia’ nei documenti del precedente governo”. Il deficit per oltre 4 miliardi maturato invece dalle sei regioni meno ‘virtuose’ fa invece riferimento al 2005.
Quanto al 6,6% del Pil su cui le regioni potranno contare, secondo quanto annunciato da Turco, per il triennio 2007-2009, ”e’ una cifra che merita attenzione – ha detto Rossi, ricordando che la quota in passato andava dal 5,9 al 6,2% – ma andra’ discussa, perche’ bisogna fare bene i conti”.
E sulle risorse in sanità è preoccupata anche la Corte dei Conti: ”I risultati del comparto sanitario destano preoccupazioni”. Nella relazione sul rendiconto generale dello stato la Corte dei Conti sottolinea che il permanere di ”inefficenze e spazi rilevanti per il piu’ appropriato delle strutture di ricovero e la forte concentrazione territoriale delle perdite delle aziende sanitarie rendono l’obiettivo di un controllo della spesa irrinunciabile. ”La strumentazione esistente puo’ consentire, se utilizzata, di affrontare gli squilibri strutturali in maniera selettiva”. Il ricorso all’aumento delle entrate richiesto per il ripiano  dei disavanzi, sottolinea la Corte dei Conti, ”responsabilizza le  regioni, ma deve muovere insieme alla riqualificazione degli  investimenti sanitari e alla definizione dei programmi di riadeguamenti delle strutture”. Secondo la magistratura contabile il compito di ottenere i risparmi attesi e di evitare l’accumularsi di disavanzi sommersi ”deve esser anche sostenuto con l’attivazione di strumenti di controllo della domanda e con una attenta analisi delle prestazioni daricomprendere nei livelli essenziali di assistenza. Solo in questo modo -conclude la Corte dei Conti- sara’ possibile gestire la dinamica di un settore caratterizzato da costi crescenti per l’innovazione tecnica e per l’invecchiamento della popolazione”. La Corte sottolinea che il conto consolidato della sanita’ per il 2005 registra uscite correnti per 95 miliardi di euro, con una variazione rispetto al 2004 del 5,1%. La magistratura contabile a questo riguardo fa presente che si tratta di un incremento senz’altro piu’ contenuto rispetto al +9,9% verificatosi fra il 2003 e il 2004, ”ma significativamente maggiore” di quello programmato in base agli interventi introdotti con la Finanziaria 2005.
Infine il ministro della sanità interviene sulle cause strutturali del sistema sanitario, sottolineando che i cittadini hanno il diritto di”potersi curare a casa propria”. Questo, spiega il ministro della salute Livia Turco e’uno dei problemi chiave che deve affrontare il Servizio sanitario nazionale. “Dobbiamo consentire a tutti i cittadini di ricevere le cure necessarie di cui hanno bisogno nella propria Regione”. Non e’ ammissibile, ad esempio, che “il Mezzogiorno non abbia un servizio di radioterapia pubblica e i suoi residen

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