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Scienziati contro case farmaceutiche: la crisi della ricerca è un bluff

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.08.2012

Gli scienziati prendono posizione sulla crisi della ricerca in campo farmaceutico e accusano le aziende di aver creato il falso mito della crisi della ricerca. In realtà, secondo gli scienziati, le aziende farmaceutiche investono molto di più in marketing e pubblicità di quanto facciano nella ricerca, tra l’altro commercializzando prodotti scarsamente innovativi e che in alcuni casi creano anche dei problemi.

Secondo i due scienziati che hanno firmato l’articolo apparso su British Medical Journal la crisi attuale della ricerca deriva dal fatto che le aziende investono in farmaci che hanno pochi vantaggi cilinici rispetto a quelli già esistenti.

Dagli inizi del 2000, numerosi articoli e rapporti hanno sostenuto che le risorse destinate alla ricerca su nuovi farmaci saranno presto esaurite , hanno scritto Donald Light dell’Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey e Joel Lexchin dalla York University di Toronto. Eppure, il numero medio di farmaci prodotti ogni anno conserva una media a lungo termine di 15-25.

Secondo la critica impietosa degli scienziati alle case farmaceutiche parlare di crisi dell’innovazione serve soltanto a creare una zona protetta grazie alla collaborazione dei politici e della stampa, per evitare la concorrenza del libero mercato.

Le case farmaceutiche sostengono che la ricerca viene finanziata in maniera sostanziosa, ma gli scienziati spiegano che questi soldi finiscono su progetti che lavorano su variazioni minori di farmaci già esistenti che producono più profitti. La promozione di questi farmaci può rappresentare fino all’incredibile percentuale dell’ 80% della spesa farmaceutica di una nazione, secondo gli scienziati.

Inoltre, recensioni indipendenti hanno concluso che circa l’85-90% di tutti i nuovi farmaci negli ultimi 50 anni hanno fornito pochi benefici e danni notevoli.

Secondo un’analisi indipendente, spiegano gli scienziati, il rapporto fra investimento in marketing e investimento in ricerca è in rapporto di 1:19.

Secondo gli esperti si dovrebbe smettere di approvare continuamente farmaci di così scarso valore terapeutico. “I paesi europei stanno pagando miliardi in più del necessario per farmaci che forniscono pochi vantaggi per la salute, perché i prezzi non sono proporzionali al loro

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