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Sondaggio, i francesi dicono di sì al farmacista prescrittore di medicine

Roma, 12 marzo – il 71% dei francesi chiede un maggiore coinvolgimento del proprio farmacista nel sistema sanitario.

Più specificamente, il 56% dei francesi ritiene anormale l’obbligo di rivedere sistematicamente un medico per rinnovare una prescrizione in caso di cronicità, che comporta costi (ritenuti inutili) in termini di tempo e denaro.

Secondo Hubert Olivier, presidente di Ocp, una delle principali aziende di distribuzione d’Oltralpe,  la richiesta molto forte di un ruolo maggiore per il farmacista “trova già riscontro nelle pratiche quotidiane correnti. Andare in farmacia prima di vedere il proprio medico è ormai una pratica comune per quasi sei francesi su 10″ e tende ad aumentare ancora.

Il sondaggio mostra anche che i giovani e i lavoratori non esitano a chiedere direttamente al proprio farmacista un consiglio, mentre gli ultrasessantenni preferiscono rivolgersi al loro medico.

Tutti, però, sono favorevoli all’ipotesi di consentire al farmacista la possibilità di prescrivere determinati farmaci di impiego ricorrente, come accade ad esempio in alcune condizioni di cronicità. Una facoltà, questa, reclamata quasi all’unanimità (96%) dai farmacisti.

Dal sondaggio è anche emerso che l’85% dei francesi chiede la possibilità di ottenere farmaci in dosi commisurate al ciclo di terapia, come già accade nel Regno Unito o nei Paesi Bassi (e, a livello ospedaliero, in molti altri Paesi, compreso il nostro). Ciò consentirebbe di non essere più costretti ad acquistare una scatola intera di antidolorifico, se – a giudizio del medico – metà blister è più che sufficiente, e di acquistare il numero di antibiotici necessario alla cura, non quasi il doppio come solitamente si è costretti a fare, con le note conseguenze: farmaci che scadono e si buttano, problemi di inadeguata conservazione e, peggio,  assunzione non appropriata, per autoprescrizione, dei rimasugli di farmaci che si detengono in casa.

Larichiesta, però,  sembra non piacere ai farmacisti, che secondo gli esiti del sondaggio restano contrari a questa soluzione, il cui obiettivo dichiarato è quello di evitare gli sprechi. Il motivo dell’opposizione dei farmacisti andrebbe ricercato nelle forti ripercussioni che l’obbligo a consegnare il numero preciso di dosi di farmaco prescritte produrrebbe sull’intera organizzazione del lavoro in farmacia.

La consegna del farmaco in dosi esattamente corrispondenti al ciclo di terapia prescritto dal medico potrebbe essere uno dei temi forti di discussione nel dibattito sulle misure da introdurre da introdurre per riformare il servizio farmaceutico.

Per contro, il governo francese non dovrà fare alcuna fatica a convincere i cittadini e i farmacisti ad assecondare la svolta digitale. Il 65% dei francesi (percentuale che sale al 75% nei minori di 25 anni) e il 71% dei farmacisti auspicano infatti la realizzazione di piattaforme tra medici, farmacie e pazienti per facilitare l’invio di prescrizioni a distanza e/o programmi medici o per accentuare il scambio di consulenza sanitaria personalizzata. Sullo sviluppo digitale, emerge anzi la richiesta forte e condivisa di un’accelerazione.

Il sondaggio è stato condotto su un campione di 983 francesi intervistati su Internet il 7 e 8 febbraio 2018 e realizzato dalla società Odoxa per conto di Ocp, Le Quotidien du Pharmacien e il gruppo editoriale Ebra. L’accesso ai dati è disponibile a questo link .

Marzo 12, 2018 – RIF day

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Redazione Fedaisf

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