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Spesa farmaceutica “spacchettata” in macroaree, il sì degli oncologi

Roma, 15 febbraio – Piace, agli oncologi, la proposta di una nuova governance della spesa farmaceutica che parta dal criterio di una divisione in macroaree terapeutiche, attribuendo più risorse alle aree terapeutiche che ne hanno maggiore necessità.

L’ipotesi intorno alla quale si sta cominciando a ragionare sarebbe quella di superare l’attuale tetto unico (oggi fissato a 14,85 miliardi di euro, 11,35 dei quali  destinati all’assistenza territoriale in farmacia e i restanti 3,5 alla distribuzione in ospedale),  fissando al suo posto tanti tetti quante sono le macroaree di cura: oncologia, cardiovascolare (che da solo assorbe 3 miliardi di euro l’anno), malattie infettive e malattie autoimmuni. L’ammontare di risorse per ciascuna delle macroaree verrebbe determinato, secondo l’ipotesi allo studio, calcolando la spesa storica degli ultimi cinque anni e le previsioni di crescita di cura per i prossimi tre, in modo da avere un quadro il più possibile preciso dell’entità dei fabbisogni di spesa.

Se ne discuterà in occasione della prossima riunione dell’apposito tavolo sulla governance farmaceutica, alla presenza dei  ministri della Salute e dell’Economia e dei rappresentanti delle Regioni e dell’Aifa, che si terrà nei prossimi giorni.

A plaudire all’idea di  uno “spacchettamento” dei finanziamenti per macroaree è Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Aiom, l’ Associazione italiana di Oncologia medica, che ricorda che proprio il settore dei farmaci antitumorali è uno dei più critici.

“In dieci anni il prezzo dei farmaci anti-cancro è duplicato, passando da 4.500 dollari a più di 10mila al mese”  afferma infatti Pinto. “L’Italia finora è riuscita a reggere l’impatto di questa crescita, grazie ai sistemi di rimborso concordati con l’Agenzia regolatoria nazionale, che sono riusciti a far sì che nel nostro Paese il prezzo medio dei trattamenti antitumorali sia fra i più bassi d’Europa. La suddivisione per macroaree risponde al nostro appello di istituire un fondo nazionale dedicato ai farmaci oncologici innovativi, che potrebbe essere finanziato attraverso il gettito derivante dal tabacco, un centesimo in più a sigaretta, con il duplice obiettivo di sostenere il fondo e contrastare il tabagismo. In questo modo le nuove armi sarebbero garantite a tutti i pazienti”.

Pinto, convinto sostenitore della necessità di dire addio alla formula della destinazione indifferenziata delle risorse destinate alla spesa farmaceutica, ricorda l’esperienza statunitense.  “Nel 1971 il presidente degli  USA, Richard Nixon, volle affrontare la sfida contro i tumori annunciando alla Nazione l’istituzione di un fondo ad hoc di 100 milioni di dollari per dare impulso ad una ‘campagna intensiva nella ricerca di una cura per il cancro’. Nacque così il National Cancer Act” ricorda il presidente Aiom . A quarantacinque anni di distanza il presidente Obama ha rilanciato e sostenuto con importanti risorse il progetto della ‘Precision Medicine’ che vede al centro l’oncologia. In questo periodo sono stati compiuti importanti passi avanti sia sul fronte della prevenzione che del trattamento delle neoplasie. La portata delle innovazioni che stanno per essere introdotte richiedono tuttavia uno sforzo della stessa portata. Sia in Europa che negli Stati Uniti, infatti, sono in fase di approvazione numerose molecole innovative destinate a trasformare il panorama dei trattamenti oncologici”.

Nel 2015 sono stati registrati nel nostro Paese 363.300 nuovi casi di tumore, ma le percentuali di sopravvivenza sono in costante aumento. Oggi infatti il 60% dei pazienti sconfigge la malattia. “Fra il 2010 e il 2014 sono stati introdotti, a livello globale, 45 nuovi farmaci anticancro per 53 indicazioni –ricorda ancora Pinto -. E tra pochi mesi 15 nuove terapie saranno a disposizione dei clinici. Gli avanzamenti nelle misure di controllo e nelle tecnologie, i progressi nella chemioterapia più attiva e meglio tollerata, l’introduzione delle terapie a bersaglio molecolare e più di recente dell’immuno-oncologia, che sblocca le difese immunitarie contro il tumore, stanno sempre più producendo un allungamento della sopravvivenza con una buona qualità di vita”.

“Il 2016 potrebbe rappresentare l’anno di svolta per un intervento nazionale sul cancro – conclude il presidente degli oncologi – con l’istituzione di un fondo ad hoc che contribuisca al rimborso alle Regioni dei farmaci oncologici a forte carattere innovativo. Un vero e proprio Fondo nazionale per l’Oncologia,  per la prima volta in Italia. Questo fondo costituirebbe la risposta politica alla sfida del secolo: curare i malati di cancro, garantendo loro le armi più efficaci”.

RIFday febbraio 16, 2016

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Redazione Fedaisf

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