
N.d.R.: L’avvio dei dazi sui farmaci è stato rimandato al 7 agosto per motivi tecnici. Lo hanno spiegato fonti dell’Amministrazione statunitense, sottolineando come il rinvio miri a concedere più tempo per adeguarsi all’attuazione delle nuove regole commerciali
Trump intima a 17 amministratori delegati farmaceutici di tagliare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti
WASHINGTON, 31 luglio (Reuters) – Il presidente Donald Trump ha inviato lettere ai leader di 17 grandi aziende farmaceutiche delineando come dovrebbero tagliare i prezzi dei farmaci da prescrizione statunitensi per corrispondere a quelli pagati all’estero, ha detto giovedì la Casa Bianca.
Trump ha firmato un ordine esecutivo radicale a maggio chiedendo ai produttori di farmaci di tagliare i prezzi dei farmaci statunitensi per eguagliare quelli all’estero, dicendo che se le aziende non si conformassero, il governo potrebbe usare la regolamentazione per ridurre i prezzi o perseguire altre misure, come l’importazione di farmaci più economici dall’estero.
Trump ha inviato le lettere agli amministratori delegati di Eli Lilly (LLY.N),, Sanofi (SASY.PA), Regeneron(REGN.O), Merck & Co (MRK.N), Johnson & Johnson (JNJ.N), e AstraZeneca (AZN.L), tra gli altri, ha detto la Casa Bianca.
billions of dollars in handouts to industry” (“La maggior parte delle proposte ricevute dalla mia amministrazione per ‘risolvere’ questa questione critica promettevano più o meno lo stesso: scaricare la colpa e richiedere cambiamenti politici che comporterebbero miliardi di dollari in sussidi all’industria”), ha scritto Trump nelle lettere, copie delle quali sono state pubblicate sul suo account Truth Social.Azioni di Pfizer (PFE.N), Eli Lilly e Gilead Sciences (GILD.O), hanno chiuso con una perdita di circa il 2% ciascuno, mentre il NYSE Arca Pharmaceutical Index (. DRG), è scesa del 3% giovedì.
Nota:
Nel dettaglio, l’amministrazione americana chiede che ogni paziente Medicaid – il programma pubblico destinato ai cittadini a basso reddito – possa accedere ai farmaci ai prezzi più bassi praticati nei Paesi OCSE. Non solo: si richiede ai produttori di non offrire a nessun Paese sviluppato condizioni migliori rispetto agli Stati Uniti per i nuovi farmaci, e di tagliare la filiera dei “middlemen”, vendendo direttamente ai pazienti, purché il prezzo resti in linea con quello più vantaggioso a livello internazionale.
Secondo un’analisi condotta dal Berkeley research group, diffusa da PhRma (l’associazione di categoria statunitense) a inizio anno, la metà della spesa per farmaci da prescrizione negli Stati Uniti non va ai produttori, bensì a soggetti che non sviluppano né fabbricano medicinali – come pharmacy benefit managers (Pbms), grossisti, assicurazioni, farmacie e group purchasing organizations (Gpos).
Trump inoltre ha dichiarato che «le multinazionali farmaceutiche beneficiano di prezzi migliori fuori dagli Stati Uniti, ma il governo federale adotterà politiche per sostenerle nell’aumentare quei prezzi all’estero — a condizione che i maggiori ricavi vengano reinvestiti per abbassare i prezzi in America».
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Dà ai produttori di farmaci la scadenza del 29 settembre per rispondere con impegni vincolanti



