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Vaccini. Il ritorno del morbillo è colpa anche dei tagli alla Sanità

Oltre alle teorie anti-scientifiche, la diminuzione della spesa pubblica contribuisce a ridurre le coperture vaccinal.

Anche i tagli alla spesa sanitaria influiscono sulle coperture vaccinali di morbillo, parotite e rosolia (MMR), che diminuiscono dello 0,5% per ogni taglio di spesa dell’1%. È la conclusione cui giunge un’analisi pubblicata sull’European Journal of Public Health realizzata dall’Università Bocconi in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine e l’Istituto Superiore di Sanità.

L’adozione di politiche di austerità nel sistema sanitario italiano è risultata significativamente associata al calo dei tassi di vaccinazione per l’MMR. Tuttavia, la recente introduzione della vaccinazione obbligatoria per i bambini italiani può aiutare a contrastare questa tendenza.

I vaccini sono tra gli interventi di sanità pubblica più efficaci e di successo, salvando da due a tre milioni di vite ogni anno a livello mondiale. Nel 2017, l’86% dei bambini di tutto il mondo ha ricevuto le vaccinazioni primarie, la percentuale più alta mai raggiunta. Sebbene la copertura vaccinale nella regione europea sia generalmente elevata rispetto ad altre parti del mondo, sono emerse alcune nuove sfide. Popolazioni altamente mobili, difficoltà nel raggiungere o mantenere un’elevata copertura vaccinale nei programmi di vaccinazione di routine, sotto gruppi immunitari etnici, religiosi o culturali minoritari, riorganizzazioni sanitarie, mancanza di finanziamenti e un movimento anti-vaccinazione sempre più visibile e vocale sono tutte sfide per raggiungere l’immunità di gtrggr per le malattie prevenibili con vaccino in tutta Europa, con conseguenti epidemie, malattie e persino la morte. 

Tra il 2010 e il 2014 le spese per la sanità pubblica in Italia sono diminuite di oltre il 2%, anche se variano da regione a regione. I modelli a effetti fissi stimano che ogni riduzione dell’1% della spesa sanitaria pubblica pro-capite è stata associata a una riduzione di 0,5 punti percentuali (IC 95%: 0,36-0,65 punti percentuali) nella copertura MMR, dopo aggiustamento per gli effetti temporali e le tendenze specifiche regionali. Le conseguenze possono essere illustrate confrontando due regioni, il Lazio, dove la spesa per la sanità pubblica è diminuita del 5% e la copertura MMR di oltre 3 punti percentuali, e la Sardegna, una regione storicamente povera, in cui le spese per la sanità pubblica sono in parte aumentate ei tassi di MMR sono rimasti approssimativamente stabili.

Il bilancio italiano più recente aumenterà la spesa sanitaria dell’1,3% all’anno negli anni 2018-20, il che creerà uno fpndo per investire nella prevenzione delle malattie infettive. Tuttavia, resta da vedere se questo sarà sufficiente per invertire il calo della copertura vaccinale, in quanto rimane inferiore al previsto aumento del PIL.

In conclusione, questi risultati evidenziano i rischi di disinvestimento nei servizi di sanità pubblica. L’Italia sta ora affrontando il suo basso tasso di vaccinazione, combinando legislazione e aumenti di bilancio. Sarà importante monitorare questi sviluppi, non solo per informare la politica in Italia ma in tutta Europa, dove molti paesi ora affrontano problemi simili

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Redazione Fedaisf

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