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Vaccino Coronavirus. I test partiranno la settimana prossima

La sperimentazione sugli animali partirà già la prossima settimana. L’annuncio arriva da Londra. Si stanno mettendo a punto possibili vaccini in diversi Paesi del mondo

Ok salute – 7 febbraio 2020

Un gruppo di scienziati britannici hanno annunciato di aver fatto una scoperta eccezionale nella corsa contro il tempo per un vaccino contro il coronavirus. Robin Shattockm professore di infettivologia all’Imperial College di Londra ha rivelato che il suo team di lavoro pensa di iniziare la sperimentazione sul modello animale già settimana prossima. I ricercatori credono sia possibile procedere alla sperimentazione clinica sugli essere umani questa estate, se i test dovessero essere positivi.

Vaccino contro il coronavirus: si punta a replicare il protocollo d’urgenza usato contro lo Zika

Scienziati in tutto il mondo stanno cercando di trovare un vaccino a tempo di record. Il primato per un vaccino è quello scoperto contro lo Zika. L’epidemia esplose nei mesi precedenti alle Olimpiadi in Brasile. Trasmesso dal morso delle zanzare, questo virus porta alla microcefalia dei neonati. I ricercatori impiegarono appena sette mesi. Una vera e propria corsa contro il tempo, visto che in genere per la sperimentazione di un vaccino possono volerci diversi anni. Proprio il professor Shattock ha spiegato a Sky News che in genere per creare un vaccino occorrono in genere dai due ai tre anni prima che sia disponibile. Per il coronavirus sono riusciti a trovare un possibile vaccino con cui far partire la sperimentazione in appena 14 giorni.

Vaccino contro il coronavirus: molti gli istituti di ricerca in tutto al mondo che sono al lavoro

L’annuncio dell’Imperial College di Londra arriva dopo che ricercatori di Hong Kong hanno dichiarato di essere vicinissimi a un vaccino che potrebbe colpire il coronavirus. Naturalmente l’eventuale vaccino arriverebbe comunque troppo tardi per l’epidemia in corso. Avere però un’arma così potente contro questo virus sarebbe cruciale per il futuro.

Anche un team americano degli US National Institutes of Health ha annunciato settimana scorsa la partenza dei test su un vaccino per il mese di aprile. Un’altra scienziata ha spiegato intanto che sta sviluppando un vaccino che potrebbe essere sperimentato sull’uomo tra due mesi. Si tratta della dottoressa Kate Broderick [nella foto a sinistra], che lavora per un’azienda farmaceutica. Il suo team sta già sperimentando un vaccino sugli animali.


Johnson & Johnson ha annunciato oggi che sta mobilitando risorse presso le proprie Aziende farmaceutiche Janssen per lanciare una risposta su più fronti all’epidemia del nuovo coronavirus (noto anche come 2019-nCoV o coronavirus di Wuhan). Nello specifico, l’Azienda ha iniziato a sviluppare un vaccino contro il 2019-nCoV e a collaborare ampiamente con altri attori per sottoporre a screening una gamma di terapie antivirali. L’identificazione dei composti ad azione antivirale nei confronti del 2019-nCoV può contribuire a contrastare in tempi rapidi l’attuale epidemia.

Il programma vaccinale sfrutterà le tecnologie di Janssen Advac® e PER.C6®, che offrono la capacità di ottenere rapidamente una produzione di alto livello del vaccino candidato. Si tratta delle stesse tecnologie utilizzate nello sviluppo e nella produzione del vaccino sperimentale di Janssen contro l’Ebola, attualmente implementato nella Repubblica Democratica del Congo e in Ruanda. Sono state utilizzate anche per creare i candidati vaccini dell’Azienda contro i virus Zika, RSV e HIV.

Comunicati stampa – 7 febbraio 2020


Il National institute of health sta lavorando a un vaccino contro il Coronavirus che si è diffuso in Cina. Come hanno precisato fonti interne al NIH saranno necessari alcuni mesi per portare a termine la prima fase dei trial clinici e più di un anno per rendere disponibile un vaccino contro il Coronavirus la cui formulazione appare meno impegnativa di quanto si possa immaginare. Non è frequente che si pianifichi lo sviluppo di un trattamento di immunizzazione nei confronti di un virus identificato da meno di un mese. L’agente di recente identificazione è molto simile ai microrganismi responsabili della SARS (Severe acute respiratory syndrome), che ha ucciso più di 700 persone e si è diffusa anch’essa in Asia nel 2003, e della MERS (Middle east respiratory syndrome), che ha causato più di 800 morti dal 2012 ad oggi

Notiziario Chimico Farmaceutico – 6 febbraio 2020

 

Redazione Fedaisf

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