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Vi ricordate Poggiolini? Il re Mida della Sanità accusò Aleotti, ma ora dice: “Non ricordo niente”

Fu tra i protagonisti di Tangentopoli, ora ha 85 anni. I giudici fiorentini lo convocano per un processo

di FRANCA SELVATICI -14 gennaio 2015- R.it FIRENZE 

Duilio Poggiolini ha 85 anni e sostiene di non ricordare più niente. Ma nel 1993 fu chiarissimo. E ora i giudici di Firenze vogliono ascoltarlo al processo per il riciclaggio degli ingentissimi profitti della famiglia Aleotti, proprietaria della casa farmaceutica Menarini. Profitti illeciti, secondo la procura.

“Ritengo che in molti casi il costo delle materie prime dei farmaci sia riportato nelle relative fatture in modo gonfiato rispetto al costo reale… Va detto che queste, nella loro quasi totalità, vengono importate dall’estero… Preciso che del costo delle materie prime, riportato in fattura, si tiene conto, unitamente ad altri parametri, per la determinazione del prezzo dei farmaci…, sicché è evidente che ad una maggiorazione del costo della materia prima corrisponde proporzionalmente un aumento del prezzo del relativo farmaco”. Più di 21 anni fa, il 19 ottobre 1993, la truffa sui prezzi del farmaci venne illustrata con geometrica esattezza ai pm napoletani da Duilio Poggiolini, che era stato direttore del servizio farmaceutico del Ministero della Sanità dal maggio ’73 al luglio ’93 e fu travolto dallo scandalo della corruzione nella farmaceutica. All’estero gli vennero sequestrati oltre 15 miliardi di lire. In casa la moglie aveva nascosto in un pouf lingotti d’oro e d’argento, monete antiche, titoli. Passato alle cronache come il Re Mida della Sanità, dopo l’arresto Poggiolini decise di collaborare con i magistrati napoletani e ammise di aver ricevuto regali (e che regali) dagli imprenditori del farmaco. Svelò anche la truffa dei costi gonfiati, ma questa parte delle sue rivelazioni rimase un po’ in ombra. E la truffa proseguì anche dopo la bufera di Tangentopoli. Almeno questa è l’accusa dei pm di Firenze Ettore Squillace Greco e Luca Turco, che  –  dopo la scoperta in Liechtenstein del conto di 476 milioni di euro intestato alla famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini Farmaceutici  –  hanno accusato il patron Alberto Aleotti, ora defunto, di aver architettato una colossale truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, e i suoi figli Lucia e Alberto Giovanni di aver riciclato almeno 1 miliardo e 200 milioni di illeciti profitti.

Convocato alcune settimane fa al processo fiorentino, Poggiolini non si presentò, facendo sapere di essere in cattive condizioni di salute. Il tribunale, presieduto da Francesco Gratteri, dispose una visita fiscale e il medico riferì che l’ex direttore generale del Ministero è, purché ben assistito, in grado di deporre. Allora il tribunale ne aveva disposto l’accompagnamento coatto in ambulanza per l’udienza di questa mattina. Ma i carabinieri di Roma per parecchi giorni non l’hanno trovato in casa. Soltanto lunedì un nipote ha finalmente comunicato che l’anziano ex Re Mida era stato trasferito in una casa famiglia. I carabinieri sono andati a cercarlo anche là, ma non hanno ritenuto di poterlo accompagnare a Firenze per le sue condizioni di salute e per mancanza di un parere del nuovo medico di famiglia, non ancora nominato. Il tribunale ne ha preso atto ma, ricordando che il medico fiscale aveva ritenuto l’anziano ex grand commis in grado di testimoniare, ha disposto nuovamente l’accompagnamento coatto per l’udienza del 9 febbraio.

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Redazione Fedaisf

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