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Webinar About Academy. L’informazione scientifica va verso un modello ibrido, capace di integrare relazioni face-to-face e virtuali al tempo stesso

L’informazione scientifica nel new normal

Si va verso un modello ibrido, capace di integrare relazioni face-to-face e virtuali al tempo stesso. È quanto emerso da un webinar organizzato da About Academy. Dal numero 183 del magazine. *IN COLLABORAZIONE CON SYNEOS HEALTHdi

Redazione Aboutpharma Online – 9 novembre 2020

Nulla sarà più come prima. E bisognerà sapersi adattare. L’informazione scienti­fica ai tempi di Covid-19 cambia volto. Perché il lockdown ha portato a uno stallo delle relazioni tra gli addetti ai lavori. In questi mesi, la promozione dei far­maci è stata realizzata principalmente tramite email e seminari online. E al­lora addio alla tradizionale operativi­tà svolta solo sul campo: il futuro ha i contorni di un modello ibrido, capace di integrare relazioni face-to-face e virtuali al tempo stesso. Per metter in atto il cambiamento servirà il con­tributo di tutti: medici, informatori e aziende farmaceutiche. Mentre un ruolo decisivo sarà svolto dalla tecno­logia. Se ne è parlato durante il webi­nar dal titolo “L’informazione scien­tifica nel New normal”, realizzato da About Academy, in collaborazione con Syneos health, lo scorso 7 ottobre. Moderato da Giovanni Gabrielli, do­cente universitario di comunicazione terapeutica ed esperto di neuromar­keting per il farmaceutico, al webinar hanno partecipato Chiara Pfanner, specialista in psichiatria dell’adulto, Antonio Menna, medico di medicina generale e Daniele Carandini, mana­ging director di Syneos Health.

Sinergia ed empatia le nuove parole d’ordine

“È giunto il momento di riformulare le operatività”, ha affermato Giovanni Gabrielli. “In che modo? Due parole possono rendere bene l’idea di que­sto cambiamento: sinergia, ovvero capacità di alternare informazione face-to-face e virtuale, ed empatia”. Su quest’ultimo punto Gabrielli non ha dubbi: “I medici si aspettano una relazione empatica. Vuol dire che gli informatori devono capire lo stato d’animo del medico e adeguare l’in­formazione di conseguenza. È il tem­po della concretezza: servono poche informazioni chiare e documentate. In altre parole, è come se si tornasse a una sorta di serietà scientifica”.

Le difficoltà durante il lockdown

“Durante il lockdown ci siamo ritro­vati ad avere delle drastiche limitazio­ni per quanto riguarda la ricerca clini­ca, che hanno portato a un sostanziale rallentamento dei processi”, ha spiega­to Chiara Pfanner. “A tutto ciò si sono aggiunte le complicazioni a livello or­ganizzativo. La nostra volontà è stata sempre quella di voler ottimizzare i tempi, soprattutto quello delle visite. In questo contesto ci sono state delle aziende virtuose che hanno utilizzato un approccio di comunicazione inno­vativo, sfruttando l’utilizzo di stru­menti digitali. Altre invece, seppur utilizzando queste tecniche, sono sta­te molto incalzanti”. “Inizialmente gli informatori sono stati assenti, c’è sta­to un vero e proprio blackout da parte delle aziende”, ha aggiunto Antonio Menna. “Dopo questa prima fase, le cose sono migliorate. C’è stata una rimodulazione della comunicazione e in tanti hanno sfruttato i principali canali virtuali come email e soprat­tutto webinar”.

Verso un nuovo modo di informare

Il ricorso all’utilizzo di piattaforme digitali da parte degli addetti ai la­vori ha portato a comprendere limi­ti e vantaggi di questi strumenti. A questo proposito, dal confronto tra i partecipanti al webinar, sono emerse alcune considerazioni. Innanzitutto la consapevolezza che, salvo rare ec­cezioni, il lancio di un prodotto senza l’informazione medico scientifica dal vivo non è realizzabile. Tuttavia, la comunicazione da remoto può essere un utile strumento di integrazione. A patto che l’informatore sia in grado di fare una cernita degli argomenti da trasmettere al medico. In sintesi, serve sinteticità in maniera quanto più pos­sibile scientifica. Altra caratteristica fondamentale è la sequenzialità: bom­bardare i medici di informazioni può rivelarsi un boomerang.

Il punto di vista dei medici

Preso atto dei cambiamenti generati dalla pandemia, che cosa si aspettano d’ora in avanti i medici dagli informa­tori scientifici? “Mi aspetto un’allean­za virtuosa”, spiega Pfanner, “in cui si possa trarre vantaggio reciproco. Dal mio punto di vista è necessario che la cultura del farmaco faccia più brec­cia possibile nelle nuove generazioni. Tuttavia, nonostante la pandemia, penso che sia insostituibile il rappor­to umano, serve a progredire. Quindi si integriamo con i dispositivi ma alla base ci deve essere la relazione”.

“Con l’informazione da remoto ho la possibilità di programmare gli appun­tamenti nei momenti a me più conge­niali”, prosegue Menna. “Mi aspetto che d’ora in avanti si possa fare a meno delle sedute esageratamente lunghe. La puntualità è un elemento essenziale per quanto mi riguarda. Se potessi dare dei suggerimenti alle aziende direi di puntare soprattutto sull’informazione validata, supportata da dati consolidati, capace di sviluppare una significativa interazione tra medico e paziente”.

L’informatore ibrido

Si diceva dell’importanza della tec­nologia nella gestione dell’informa­zione scientifica da remoto. Chi ope­ra anche in questo campo è Syneos Health, multinazionale americana che sviluppa servizi per le aziende farmaceutiche sia nel campo della ricerca clinica che nello sviluppo commerciale. “Durante il lockdown abbiamo contattato molti medici, e meno dell’1% ha dichiarato di rifiu­tare il contatto virtuale con gli infor­matori”, spiega Daniele Carandini, managing director di Syneos Health. “In altre parole, i medici ci hanno confermato che non avevano tempo per le aziende e volevano gestire la co­municazione solo via mail. Più avan­ti, però, si sono resi disponibili per contatti virtuali ma anche face-to-fa­ce”. In relazione a tali informazioni, Syneos ha iniziato a ragionare sul ruolo futuro dell’informatore scien­tifico. “Abbiamo ipotizzato a un mo­dello di informatore ibrido”, precisa Carandini. “Stiamo parlando di un professionista in grado di realizzare le visite face-to-face supportarle con mail dedicate, ma che al tempo stesso abbia la capacità di tessere relazioni anche per via remota”.

Le tappe del percorso

Per arrivare a delineare il profilo dell’informatore del futuro, Syneos Health si è mosso lungo alcune diret­trici ben definite. Vediamole:

  • Il grado di commitment (da parte degli informatori) per definire e im­plementare questo cambiamento
  • La tecnologia. Syneos ha svilup­pato una piattaforma che permette all’informatore di gestire le visite da remoto, con la possibilità di con­dividere garantendo al tempo stes­so il contatto visivo con il medico
  • Compliance e data privacy. Il contatto con i medici avviene se­condo le norme che regolano la tu­tela della privacy
  • Contenuti: reperimento di ma­teriali specifici, adatti per le intera­zioni da remoto
  • Training: l’utilizzo della piatta­forma prevede un percorso di for­mazione da parte dell’informatore nei confronti del medico guidare quest’ultimo nell’utilizzo dello strumento digitale
  • Analisi soft skills: approfondimen­to legato alle competenze necessarie per la comunicazione da remoto, fi­nalizzate al mantenimento dell’em­patia con l’interlocutore

Un supporto per la promozione da remoto

“Abbiamo acquisito competenze che ci permettono di aiutare i clienti a svi­luppare i farmaci in relazione ad una comunicazione sia face-to-face che vir­tuale”, conclude Carandini. Da un’a­nalisi di Syneos Health è stato inoltre dimostrato che, almeno per i farmaci maturi, la possibilità di sostenere delle interazioni da remoto è possibile.


Notizie correlate: Indagine FIMMG sull’informazione scientifica. Del tutto sgradito (88% del campione) appare il contatto telefonico orientato all’informazione scientifica sul farmaco

 

Redazione Fedaisf

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