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X PHARMA

Alessandro Crisafulli – MONZA –
Non solo operai. Capita anche a personale qualificato di rimanere all’improvviso "fuori dai giochi". Succede a 376 informatori scientifici della X-Pharma di Agrate Brianza, 80 dei quali lombardi, che dall’1 settembre saranno in cassa integrazione straordinaria. Il 24 luglio la casa madre tedesca Pharmexx (multinazionale dal giro d’affari annuo superiore ai 320 milioni) ha annunciato la chiusura della sede italiana. «Una decisione incomprensibile – afferma Mario Tornaghi, segretario della Femca Cisl di Milano -: qualche mese fa l’azienda ci ha detto che il bilancio 2007 era in attivo, ora sostiene l’opposto. Non solo: all’inizio dell’anno l’X-Pharma ha assunto un centinaio di informatori scientifici dalla Merck Sharp & Dohme con incentivi per circa 15 milioni. Perché è stato assunto nuovo personale se avevano in mente di chiudere»?
In realtà, a fronte dei 40 milioni di fatturato della sede italiana, nel 2007 l’azienda ha chiuso con un buco di oltre 9 milioni, come conferma l’ad Maurizio Rollero: «Le cifre sono quelle – spiega -. Dovute a una crisi del settore che sappiamo mettere a rischio, secondo Federfarma, 10mila informatori scientifici in tutta Italia. Non a caso molte altre aziende hanno dovuto ridurre gli organici. Anche noi abbiamo sofferto di questa restrizione del mercato e la casa madre, che non intende ripianare, ha imposto la chiusura». Nelle ultime settimane, si è fatta largo l’eventualità della cessione dell’azienda a un altro gruppo: «Ci sono trattative – dice Rollero – anche se è difficile trovare una realtà seria che possa accollarsi 376 lavoratori. L’altra strada è quella del concordato preventivo».
Per Tornaghi «ci vuole una azienda forte e credibile, che presenti un piano industriale valido, con il recupero della maggior parte dei dipen denti». 
Il Sole 24 Ore – Lombardia del 27/08/2008   p. 2 

af

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