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Adoc, i farmaci fascia C più cari in Italia del 94% rispetto a Francia e Germania

CAMPOBASSO. I farmaci di fascia C, medicinali non essenziali, senza obbligo di ricetta (S.O.P.) e completamente a carico del consumatore, in Italia costano di più delle vicine Francia e Germania.

L’indagine dell’Adoc ha preso in esame cinque tipologie di farmaci (antipiretici, analgesici, anti acidi, lenitivi del dolore, antinfiammatori) comparando, a parità di concentrazione del principio attivo e del quantitativo presente nella confezione, i costi per l’acquisto in Italia, Francia e Germania.

Mediamente, per l’acquisto di un farmaco da banco, in Francia si spende il 125% in meno, in Germania il 94% in meno. Considerando che la spesa media annua di una famiglia italiana, per l’acquisto di farmaci di fascia C, si attesta sui 120 euro, risulta che per lo stesso quantitativo di medicinali in Francia si spendono 70 euro annui (il 71% in meno), in Germania 55 euro (il 118% in meno). Ad esempio, una confezione di antipiretici in Italia si paga in media 4,50 euro, oltralpe 1,95 euro (-130%), in terra teutonica 2,40 euro (-87,5%). Differenze enormi di prezzo che gravano profondamente sui conti e sui bisogni delle famiglie italiane.

Tale aumento di costi si aggiunge ai tagli alla sanità che, di recente, stanno subendo le famiglie italiane e, in particolare, molisane.

“Gli alti costi dei farmaci incidono profondamente sui conti e sulla salute delle famiglie, a partire dalle cure basilari – dichiarano dall’Adoc Molise – I prezzi non in linea con la media europea mette in crisi anche la concezione del malato <<europeo>>, transnazionale, tendente a una maggiore accessibilità, anche economica, alle cure e ai trattamenti sanitari”.

“A tutto ciò, si aggiunge la riduzione delle risorse indirizzate alla spesa sanitaria. E’ necessario che la politica trovi la soluzione migliore al fine di tutelare i cittadini  – sostiene Nicola Criscuoli, responsabile dell’associazione – e di non sottovalutare le esigenze di prevenzione, massima competenza e accessibilità, sia in termini di domanda di salute, che di spesa sanitaria. Fondamentale è e sarà garantire una completa <<risposta>> sanitaria che possa potenziare la qualità dei servizi. La salute non può essere toccata”.

5 agosto, 2014 termoli on line

(AGENPARL) – Roma, 05 ago – La Corte costituzionale e l’Aifa si contrappongono sulla vendita dei farmaci di fascia C. Se infatti nella sua ultima sentenza la Consulta sostiene che i farmaci con ricetta sono interamente liberalizzati tranne che per una minima eccezione (stupefacenti, sostanze psicotrope, quelli del sistema endocrino e quelli per via parenterale), e dunque vendibili anche in Parafarmacia, l’Aifa ci spieghi perché di fatto i medicinali con obbligo di ricetta sono 5430 (su un totale di 7985) mentre quelli senza ricetta sono solo 2555, e cioè il 30% dell’intera fascia C. E’ quanto dichiara il presidente delle Federazione nazionale Parafarmacie italiane, Davide Gullotta. “Delle due l’una”, precisa Gullotta. “Se per la Corte i farmaci di fascia C sono già di fatto dispensati nelle parafarmacie allora l’Aifa deve applicare immediatamente la legge passando la maggioranza dei farmaci di Fascia C a SOP (senza obbligo di prescrizione); viceversa, se così non fosse allora il più alto organo di garanzia costituzionale ha descritto uno stato diametralmente opposto a quello effettivamente esistente e su questo ha basato una sentenza: si provveda immediatamente a chiarire”.

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Redazione Fedaisf

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