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Agitazione alla Pfizer di Ascoli Piceno. Sindacati: “Confindustria: difende modi padronali, è vecchia e inadeguata”. Confindustria: “Sindacati irresponsabili”

Pfizer, i sindacati criticano “Confindustria: difende modi padronali, è vecchia e inadeguata alla rinascita”

Duro comunicato di Cgil, Cisl e Uil in merito all’agitazione in corso nello stabilimento ascolano: “Il presidente Simone Mariani ha gettato la maschera. Offensivo pensare che consideriamo le aziende come vacche da mungere”

Piceno oggi – 26 febbraio 2019

ASCOLI PICENO – Frizioni tra i sindacati e il Presidente di Confindustria Simone Mariani in merito all’agitazione dei lavoratori allo stabilimento Pfizer di Ascoli. Scrivono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil: “Leggiamo con non poca meraviglia le dichiarazioni del Presidente di Confindustria apparse sulla stampa in merito allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria alla Pfizer, dalle quali trapela una difesa d’ufficio del comportamento aziendale ed un attacco gratuito alle Organizzazioni Sindacali e al loro esercizio di tutela dei lavoratori, anche attraverso processi di partecipazione agli obiettivi di crescita e sviluppo dell’impresa”.

“Una politica, quest’ultima, assunta e formalizzata da Confindustria e sindacati, attraverso  accordi nazionali e spesso enunciata e condivisa dalle loro articolazioni locali; un impegno che purtroppo fa fatica a tradursi in comportamenti conseguenti presso le imprese del nostro territorio – continua la nota – Che la cultura della partecipazione faccia fatica ad affermarsi nelle piccole imprese è giustificabile, ma che una multinazionale come la Pfizer attui comportamenti padronali e si sottragga al confronto costruttivo è inconcepibile, soprattutto in un territorio che ha scommesso, attraverso la reindustrializzazione finanziata grazie al riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa, sullo sviluppo innovativo e partecipato”.

“Nello specifico occorre puntualizzare che nel confronto avuto con la Pfizer, assistita dalla Confindustria locale, le Organizzazioni Sindacali  hanno sempre evidenziato l’esigenza di concordare una organizzazione del lavoro che meglio rispondesse alle esigenze poste dall’azienda, anche attraverso un regime di orario diverso da quello standard, come è sempre accaduto in precedenza. A fronte della richiesta di lavoro del sabato e della domenica, peraltro già concesso in ogni occasione in cui è stato richiesto, è stato evidenziato che fosse ingiusto chiedere sacrifici ai lavoratori senza contestualmente risolvere problemi organizzativi aziendali che, come già scritto dai rappresentanti interni, vedono sistematiche fermate dei turni infrasettimanali a causa di mancanza di materiale da lavorare o non equilibrata distribuzione dei lavoratori sui diversi turni” scrivono i sindacati.

Che continuano: “E’ inoltre falsa l’affermazione secondo la quale siano stati richiesti benefici economici o permessi aggiuntivi in contropartita; le proposte fatte dal sindacato, per rispondere efficacemente alle esigenze rappresentate, sono state di ordine organizzativo e senza costi aggiuntivi per l’azienda proprio per raggiungere una mediazione condivisa. Riteniamo offensivo affermare che il sindacato pensi alla Pfizer, o a qualsiasi altra impresa, come “una vacca da mungere”, ciò offende la dignità dei lavoratori di questo territorio e di coloro che in questi anni li ha rappresentati con responsabilità e che hanno fatto degli interessi generali  di un territorio il fulcro del loro agire”.

“Ci siamo impegnati in questi ultimi anni, insieme alla Confindustria, in una serie di iniziative per accrescere la competitività della nostra provincia e la sua appetibilità per nuovi insediamenti produttivi. Per inciso ricordiamo al Presidente l’indiscutibile impegno di Cgil Cisl e Uil sul riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa, accordi sulla produttività e contrasto all’assenteismo. Il Presidente degli industriali, affermando falsamente che qui ci sono persone che aspettano nuovi investimenti per poter “mungere”  le imprese non sta facendo certamente un buon servizio questo territorio” è l’accusa.

Ci si rivolge poi direttamente a Mariani: “Al Presidente vorremmo anche rappresentare che a noi viene molto più di un sorriso amaro nel leggere che il declino industriale è stato indotto dal comportamento delle Organizzazioni Sindacali, un’affermazione  che chiunque conosca la storia economico-sindacale della nostra area può valutare nella sua falsità e che contestualmente dà essa stessa una risposta sulle responsabilità di tale declino; un sistema imprenditoriale che si sottrae dal riconoscere le proprie inadeguatezze e scarica sugli altri soggetti, istituzionali e sociali, le proprie colpe. Attraverso il comunicato stampa, la Confindustria getta la maschera,  rappresenta il mondo industriale locale per quello che è, vecchio, impermeabile all’innovazione ed inadeguato a sostenere un “nuovo rinascimento industriale”, che continua a rifiutarsi di pensare che i lavoratori siano la  risorsa fondamentale per il futuro delle loro aziende.


Confindustria: “Sindacati irresponsabili, la Pfizer ha dato un premio di 1.700 euro a lavoratore”

Che uno sciopero come questo abbia come tematica “la salvaguardia dello stabilimento in termini di obiettivi produttivi”, come si legge nel comunicato delle Organizzazioni Sindacali, francamente fa un pò ridere; un riso amaro purtroppo – conclude Simone Mariani, Presidente di Confindustria Centro Adriatico – perchè in fondo si palesa ancora una volta la triste verità che è tutta racchiusa nel declino industriale di questa città.

Piceno oggi – 26 febbraio 2019

ASCOLI PICENO – Il comunicato Confindustria Centro Adriatico sulla Pfizer.

Confindustria Centro Adriatico interviene a seguito delle dichiarazioni rese dalle Organizzazioni Sindacali in merito allo sciopero proclamato contro l’istituzione dei turni 3×6 presso la Pfizer.

Ci preme sottolineare, in primo luogo, che l’orario di lavoro predisposto dall’azienda è un orario già contemplato come normale, e come tale regolamentato dal contratto collettivo nazionale di lavoro per l’industria chimica farmaceutica – condiviso a livello nazionale dalle stesse Organizzazioni Sindacali – in base alla considerazione che “le esigenze di produttività e di competitività delle imprese richiedono anche un continuo ricorso a prestazioni lavorative legate a regimi di orario che realizzino il pieno utilizzo degli impianti e rispondano alle reali variabilità dei mercati, cogliendone tutte le opportunità”.

A fronte di esigenze quindi perfettamente coincidenti con le disposizioni del Contratto Nazionale del Lavoro, si sono svolti con le rappresentanze sindacali aziendali e provinciali presso la sede di Confindustria in Ascoli Piceno almeno quattro incontri formali, durante i quali sono state approfondite e discusse sia le necessità produttive ed organizzative sottese alla modifica dell’orario di lavoro, sia le modalità gestionali connesse alla nuova articolazione degli orari; stupisce pertanto che le stesse parti sindacali presenti al tavolo abbiano motivato la protesta in base a una “scelta unilaterale senza un confronto”.

Ma queste premesse tecnico-sindacali appaiono irrilevanti rispetto all’atteggiamento delle Organizzazioni Sindacali di assoluta irresponsabilità di fronte alla situazione economico produttiva di un territorio, come quello piceno, così a rischio di deindustrializzazione da “meritare” il riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa, riconoscimento al quale le stesse organizzazioni sindacali si vantano di aver contribuito.

Riteniamo la protesta messa in atto presso la Pfizer una grave manifestazione di incoerenza, anzi un vero e proprio tradimento nei confronti di tutto il sistema economico locale: l’esperienza dell’abbandono del territorio da parte di diverse multinazionali evidentemente non ha insegnato nulla e ci si permette di contrastare scelte aziendali che vanno nel verso dello sviluppo e della competitività del sito, e che danno un segnale forte alle speranze di rinascita industriale e sociale del territorio (non dimentichiamoci le assunzioni, effettuate e programmate, dall’azienda), sulla base di “malumori e disagi”, scomodando e mistificando anche concetti, come quello di stress lavoro correlato, che hanno un diverso e ben più preciso significato, tra l’altro oggetto, per legge, di specifica valutazione in ambito di sicurezza aziendale.

Malumori e disagi che, si badi bene, sarebbero rientrati (a detta delle Organizzazioni Sindacali), a fronte di “aggiustamenti marginali a costo zero”, come ad esempio il riconoscimento di 8 giorni l’anno di permessi retribuiti in più per ciascun lavoratore! E’ la solita storia che ha accompagnato la parabola delle multinazionali nel nostro territorio: la considerazione che siano una “vacca da mungere”.

Ma la parabola ha avuto, come sappiamo, una caduta libera, e se, bontà sua, la Pfizer ha potuto ancora permettersi lo scorso anno di firmare un accordo sul premio di partecipazione che vale mediamente 1.700 euro a dipendente, non bisogna dimenticare che gli equilibri economici che consentono di mantere sul territorio imprese ed investimenti sono mutevoli, e che iniziative come quella in atto in azienda rischiano di destabilizzarli irrimediabilmente.

Perciò, che uno sciopero come questo abbia come tematica “la salvaguardia dello stabilimento in termini di obiettivi produttivi”, come si legge nel comunicato delle Organizzazioni Sindacali, francamente fa un pò ridere; un riso amaro purtroppo – conclude Simone Mariani, Presidente di Confindustria Centro Adriatico – perchè in fondo si palesa ancora una volta la triste verità che è tutta racchiusa nel declino industriale di questa città.

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Redazione Fedaisf

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