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Comma 566, scintille tra Fnomceo e asse triplice-professioni sanitarie

Il comma 566 va modificato, dice la Fnomceo. E, alla vigilia della tavola rotonda di oggi a Roma “Ruoli e competenze professionali“, risponde al comunicato di Fp Cgil, Cisl e Uil e delle professioni sanitarie (Ipasvi, tecnici di radiologia e Ostetriche) che chiedono di non toccare la norma dell’ultima Finanziaria dove sancisce maggiori competenze per i profili sanitari.

Il confronto è molto acceso. Cecilia Taranto responsabile di Fp Cgil Sanità spiega che l’appello congiunto pro comma 566 «non è rivolto ai medici quanto alle istituzioni e in particolare al Ministero della Salute. «Le professioni oggi lavorano in un contesto di blocco del turn-over, blocco dei contratti e precariato: se si negano riconoscimenti, si abbatte la motivazione delle figure.

Con il comma 566, norma di legge primaria, il ministero dell’Economia ha concesso di formalizzare i percorsi organizzativi che già funzionano in varie parti d’Italia e consentono di liberare le energie dei diversi professionisti: un infermiere che pratica una vaccinazione, per dire, sblocca il medico per altri compiti. In Cgil i medici sono d’accordo con la linea del comparto, siamo tutti convinti che la valorizzazione delle competenze ci sia già in alcune realtà, gli esempi siano tracciati, ma occorre ridefinire le responsabilità per realizzare efficienze.

Questo va previsto nel contratto nazionale, ma un conto è se iniziamo a discuterne tutti insieme, un altro se rimettiamo in discussione la norma di legge su cui si regge tutto l’impianto, in un momento – specifica Taranto – così delicato per tutta la sanità».
Il comma 566 della Finanziaria 2015 prevede che i laureati in medicina e chirurgia in materia mantengano le competenze su atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, mentre un accordo tra Governo e Regioni rivedrà ruoli e competenze di infermieri, ostetrici e tecnici di riabilitazione e prevenzione.

Per il comitato centrale Fnomceo si tratta di uno “strappo”, «che ha destabilizzato gravemente un clima di costruttivo confronto, rispettoso delle diverse professionalità, culture, sensibilità, competenze ed iter formativi. Si assiste quotidianamente ad un palese tentativo di svalorizzazione delle attività professionali, per trasformarle in mera esecuzione di atti e di prestazioni visti solo in funzione di un costo minore».

La pensa così anche Biagio Papotto leader di Cisl Medici e dunque membro di una federazione sindacale la cui area sanità ha firmato l’appello pro-comma 566. «Da noi la situazione è un po’ diversa da Cgil, noi medici chiediamo siano fatte salve le nostre competenze di diagnosi, cura riabilitazione: il comma 566 – dice Papotto – è per noi un colpo di mano proprio verso la Cabina di regia dove già in autunno le competenze delle varie professioni sanitarie si andavano definendo.

Ciò detto, la valorizzazione delle carriere è sacra, su questo siamo tutti d’accordo, un cittadino vuole essere assistito da medico e infermiere le cui competenze siano esaltate al massimo. Bisogna incontrarsi e ricostruire proprio la Cabina di Regia, di cui stiamo aspettando la convocazione, fermo restando però che siamo contrari a normative dove si svilisca il ruolo del medico e all’affidamento di competenze cliniche a manodopera a basso costo».

Mauro Miserendino – Sabato, 04 Luglio 2015 – Doctor33

Cosa dice il comma 566:

  1. Ferme restando le competenze  dei  laureati  in  medicina  e chirurgia  in  materia  di  atti   complessi   e   specialistici   di prevenzione, diagnosi, cura e terapia,  con  accordo  tra  Governo  e regioni, previa concertazione  con  le  rappresentanze  scientifiche, professionali e sindacali  dei  profili  sanitari  interessati,  sono definiti i ruoli, le competenze,  le  relazioni  professionali  e  le responsabilità individuali  e  di  equipe  su  compiti,  funzioni  e obiettivi delle professioni  sanitarie  infermieristiche,  ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione,  anche  attraverso percorsi formativi complementari. Dall’attuazione del presente  comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri  a  carico  della  finanza pubblica.

Redazione Fedaisf

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