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Delibera della Regione Emilia Romagna: sperimentazione in Ausl Romagna sulla DPC di farmaci per le cronicità. Molte proteste e pochi plausi

Con una delibera approvata a fine agosto dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna alcuni farmaci per le cronicità passano alla distribuzione per conto (DPC) secondo un progetto sperimentale limitato alla Ausl Romagna e durata da verificare. LA DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE

“Attuare – si legge nel documento che spiega gli obiettivi della misura prevista – un sistema di erogazione dei farmaci valorizzando al massimo la DPC attraverso il passaggio dalla distribuzione diretta alla DPC e dalla convenzionata alla DPC di assistiti affetti da patologie croniche stabili, mediante la consegna dei farmaci di fascia A aggiudicati da gara regionale e acquistati direttamente dall’ASL, al fine di consentire:

  • il coinvolgimento delle farmacie convenzionate in progetti inerenti alla farmacia dei servizi contribuendo alla presa in carico dei pazienti con patologie croniche;
  • maggiore capillarità dei servizi associati all’erogazione dei medicinali con particolare riferimento alle zone rurali periferiche;
  • la sostenibilità del sistema e contribuire al contenimento della spesa farmaceutica tenuto conto dei maggiori oneri correlati alla remunerazione delle attività inerenti alla farmacia dei servizi”.                                                   I farmaci da inserire in DPC

Egualia e Farmindustria si dichiarano estremamente rammaricate per la recente delibera della Regione Emilia-Romagna che prevede l’acquisto tramite gara di medicinali appartenenti a categorie terapeutiche di uso territoriale. “Una scelta inaccettabile – spiegano Egualia e Farmindustria – perché determinata da ragioni economicistiche derivanti dal disavanzo della spesa sanitaria complessiva della Regione, che non è assolutamente imputabile al superamento delle risorse assegnate ai medicinali territoriali acquistati in farmacia. E quindi non è di certo attribuibile alle imprese della filiera farmaceutica.”

Aziende che hanno responsabilmente corrisposto tutti gli importi del payback, compresi quelli del 2019 e del 2020 che sono gli ultimi finora richiesti, a titolo di ripiano della spesa per gli acquisti diretti da parte del Servizio Sanitario Nazionale, palesemente sottostimata, con costi molto alti per le imprese che questa delibera aggrava ulteriormente. Il tutto in una Regione, l’Emilia-Romagna, nella quale l’industria farmaceutica garantisce occupazione di qualità, rilevanti investimenti in produzione e ricerca ed esportazioni che trainano l’economia”.

Il sistema salute come ha dimostrato la pandemia è un pilastro per il benessere dei cittadini e un volano economico di sviluppo e crescita per il Paese. Per questo è paradossale che la delibera della Regione Emilia-Romagna lo consideri di fatto solo un costo, seguendo vecchi schemi basati sul taglio dei prezzi e non sulle esigenze reali dei pazienti e l’attrattività della nostra filiera”, dichiara Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria.

Federfarma condivide con Farmindustria ed Egualia la necessità di seguire con preoccupata attenzione il progetto sperimentale di distribuzione per conto dei farmaci per la cronicità nell’ambito territoriale dell’Azienda sanitaria della Romagna, deciso dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna con la delibera del 29 agosto 2022.

Tale progetto prevede il passaggio di una vasta categoria di farmaci dalla cosiddetta “convenzionata” alla distribuzione per conto (DPC) delle ASL con ripercussioni senz’altro negative sulle farmacie romagnole – spiega il Presidente di Federfarma nazionale, Marco Cossolo. -“Ciò penalizzerebbe le farmacie coinvolte nell’iniziativa e, in particolar modo, quelle rurali che attualmente fruiscono di alcune agevolazioni in ragione del ruolo sociale svolto nelle aree disagiate”.

Il passaggio dalla “convenzionata” alla DPC – prosegue Cossolo – presenta alcune criticità anche riguardo all’effettiva disponibilità dei farmaci oggetto del mutamento di distribuzione e per il potenziale impatto negativo a carico dei cittadini, che sarebbero costretti a tornare più volte in farmacia per garantire l’aderenza terapeutica”.

Pur condividendo l’obiettivo generale del progetto, volto alla presa in carico del paziente cronico da parte della farmacia, tema non certo traducibile nel solo passaggio dalla convenzionata alla DPC dei farmaci destinati appunto ai malati cronici, – conclude Marco Cossolo – ne auspichiamo un’attuazione equa e sostenibile, che tuteli l’interesse dei cittadini ad una efficace ed efficiente distribuzione del farmaco e la necessità delle farmacie di avere la sostenibilità economico-finanziaria del servizio”.

Equalia e Farmindustria – 8 settembre 2022

Federfarma – 8 settembre 2022

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Premettiamo doverosamente che, come Associazione degli Informatori Scientifici del Farmaco, questa materia non attiene la nostra figura professionale la quale deve essere svincolata dalle vendite, indipendentemente dal canale di distribuzione dei farmaci, che sia in erogazione diretta dagli ospedali, in convenzione dalle farmacie al pubblico o in distribuzione per conto.

Guardiamo naturalmente però alle dinamiche del farmaco e del sistema sanitario ed affidiamo i commenti e le spiegazioni del caso ad un documento della Conferenza delle Regioni del marzo 2022.

“La dispensazione diretta dei farmaci, nelle sue diverse forme organizzative descritte nel DL 347/2001 convertito con legge 405/01, è una modalità di erogazione di farmaci, per la somministrazione al domicilio dell’assistito, acquistati direttamente dal sistema sanitario tramite le procedure ad evidenza pubblica (ndr: gare) che consentono l’acquisto al prezzo più conveniente a fronte di quantitativi predeterminati derivanti da una idonea programmazione dei fabbisogni.”

“Il Servizio sanitario regionale acquista i farmaci con procedure centralizzate che non si limita a ottenere gli sconti di legge ma attiva una reale concorrenza alla scadenza del brevetto, tra originatore e generici o biosimilari con risparmi sul prezzo di acquisto che possono superare il 50%.”

La Distribuzione per Conto (DPC) èuna forma di erogazione diretta che prevede l’aggiunta al costo di acquisto ospedaliero del farmaco, del costo per il servizio svolto dal farmacista di comunità (remunerazione del farmacista) definito da specifici accordi regionali in base agli obblighi di servizio che il farmacista assume in quanto convenzionato con il servizio sanitario nazionale”.

“Tale forma di erogazione si è sviluppata in modo consistente nell’arco di un decennio ed è ampiamente diffusa nei diversi territori regionali, con elenchi difformi e diverse fasce remunerative, ma con finalità comuni volte a:
– garantire la continuità assistenziale, mediante la creazione di un’area terapeutica tra la terapia intensiva (ospedale) e la cronicità (medicina territoriale);
– agevolare l’accesso ai medicinali da parte di specifiche categorie di farmaci e di pazienti;
– salvaguardare la gestione finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale, mediante il contenimento della spesa farmaceutica”

“Tra i principali vantaggi della DPC si evidenzia la scontistica analoga a quella della diretta e la prossimità di accesso per il cittadino. Tra gli svantaggi la difficoltà di instaurare un monitoraggio dell’aderenza alla terapia, perché l’assistito può rivolgersi a qualsiasi farmacia per ritirare il farmaco, non necessariamente la stessa, e il fatto che non è un’attività obbligatoria delle Farmacie, ma deve essere negoziata attraverso specifici accordi con le Associazioni sindacali.”

“Questo ultimo aspetto va attentamente considerato prima di ipotizzare che la DPC diventi attività sostitutiva della distribuzione diretta: la DPC può essere solo complementare alla distribuzione diretta, perché per sua natura non è una attività che possa essere permanentemente garantita.”

DOCUMENTO DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI – Farmaci: distribuzione “diretta” e “per conto”, considerazioni e proposte – 16 marzo 2022

 

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