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Latte in polvere. Il dottor Cassano torna in libertà. Gli informatori no

Per i primari, il manager e gli informatori scientifici, invece, avrebbero pesato negativamente rispetto alla richiesta di libertà gli indizi di colpevolezza raccolti. I regali messi a disposizione dagli informatori scientifici ci sono. I difensori degli indagati proveranno a dire che si tratta di iniziative spontanee, strategie di marketing, ma non il frutto di un accordo pregresso. L’esatto contrario del presupposto su cui si basano le accuse.

30 novembre 2014 – IL TIRRENO VERSILIA

VIAREGGIO. Arresti domiciliari revocati per tutti i pediatri di libera scelta arrestati la scorsa settimana nell’ambito dell’indagine sul latte in polvere condotta dai carabinieri del Nas di Livorno e coordinata dalla Procura di Pisa. Il giudice per le indagini preliminari, Guido Bufardeci, ha infatti depositato tutte le singole ordinanze dopo gli interrogatori di garanzia dei 18 indagati. Restano le misure cautelari degli arresti domiciliari per i due primari coinvolti, per il dirigente d’azienda e per gli informatori scientifici. Tornano in libertà Gian Piero Cassano, 65 anni di Lido di Camaior, Roberto Rossi, 62 anni, di Palaia, il primo ad ottenere la revoca della misura restrittiva, Eros Panizzi, 61 anni, di Peccioli; Fabio Moretti, 61 anni, di Chianni; Maurizio Petri, di Pisa con ambulatorio a Navacchio; Marco Granchi, 61 anni, di Pontedera; Claudio Ghionzoli, 63 anni, di Pisa con ambulatorio a Navacchio; Luca Burchi, 59 anni, di Volterra, oltre a Renato Domenico Cicchiello, 66 anni, di Livorno. Restano invece agli arresti domiciliari i primari dell’ospedale di La Spezia e dell’ospedale di Empoli, Stefano Parmigiani e Roberto Bernardini, 57 anni di Calcinaia; il dirigente della Dfm Michele Masini, e gli informatori scientifici Dario Boldrini, Valter Gandini, Vincenzo Ruotolo, Gianni Panessa e Giuliano Biagi. Per tutti gli indagati il pm Giovanni Porpora aveva espresso parere negativo alla revoca dei domiciliari ma il Gip, ha individuato profili di responsabilità diversi. I pediatri di libera scelta dell’Asl hanno il divieto di svolgere attività convenzionata con l’Azienda sanitaria locale. Possono, invece, esercitare la professione privatamente.

Per i primari, il manager e gli informatori scientifici, invece, avrebbero pesato negativamente rispetto alla richiesta di libertà gli indizi di colpevolezza raccolti.

L’accusa punta a dimostrare che c’erano accordi corruttivi tra i rappresentanti di alcune aziende, come Mellin, Humana e Dmf, ed i pediatri. I quali, in alcune occasioni, sono loro stessi – come risulta dalle intercettazioni – a sollecitare la concessione di benefit, siano stati viaggi a Cannes, come a Londra piuttosto che a Berlino e Parigi, o regali tecnologici. E dagli atti risulta chiaramente come alcuni pediatri siano stati in vacanza grazie ai buoni messi a loro disposizione da Mellin da spendere presso l’agenzia di viaggi “New Taurus” di Pisa.

La difesa degli indagati, sempre con i distinguo dovuti alle diverse posizioni, sostiene che nessuno dei pediatri ha indotto le mamme a sospendere l’allattamento al seno o le ha indotte ad acquistare uno specifico latte in polvere. Anche se non hanno “consigliato” le mamme resta il fatto che, come risulta dalle indagini, le ditte produttrici di latte hanno messo a disposizione dei medici somme di denaro da spendere soprattutto in viaggi di piacere.

I regali messi a disposizione dagli informatori scientifici ci sono. I difensori degli indagati proveranno a dire che si tratta di iniziative spontanee, strategie di marketing, ma non il frutto di un accordo pregresso. L’esatto contrario del presupposto su cui si basano le accuse.

Intanto, per medici come Gian Piero Cassano o Fabio Moretti si mobilitano in rete le voce delle mamme. Con centinaia di firme raccolte tra i genitori pronti a testimoniare di non aver subito alcun condizionamento dal pediatra.

Redazione Fedaisf

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