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Due farmacisti e tre medici della Valdichiana a processo per truffa al sistema sanitario

Questo l’epilogo dell’inchiesta partita nel luglio 2013, scattata a seguito delle rivelazioni della ex domestica dei due farmacisti. Una sorta di vendetta della donna, licenziata perché sospettata di essere implicata nel maxi furto (70mila euro spariti dalla cassaforte) subìto dai padroni di casa. Per inciso, la donna e il compagno vennero arrestati e sono attualmente sotto processo per il colpo.

Mattia Cialini Mattia Cialini – 10 febbraio 2016  |  Pubblicato in Chronicle, Valdichiana | Arezzo Notizie

Truffa al servizio sanitario nazionale. Con questa accusa tre medici e due farmacisti, marito e moglie, tutti della Valdichiana, sono stati rinviati a giudizio ieri in tribunale ad Arezzo: il processo inizierà il 4 aprile.

Questo l’epilogo dell’inchiesta partita nel luglio 2013, scattata a seguito delle rivelazioni della ex domestica dei due farmacisti. Una sorta di vendetta della donna, licenziata perché sospettata di essere implicata nel maxi furto (70mila euro spariti dalla cassaforte) subìto dai padroni di casa. Per inciso, la donna e il compagno vennero arrestati e sono attualmente sotto processo per il colpo.

Le indagini sull’ipotesi di maxi truffa (50mila euro di danno al servizio sanitario), coordinate dall’attuale procuratore Roberto Rossi, sono state portate avanti dalla Guardia di Finanza di Arezzo e rivelerebbero un meccanismo fraudolento collaudato.

I farmacisti – secondo la ricostruzione dell’accusa – staccavano il talloncino con codice a barre (la fustella) di alcune medicine e le applicavano a ricette finte, compilate dai medici complici. Così, i farmaci erano rimborsati dal sistema sanitario nazionale e contemporaneamente le scatole – senza fustella – erano trattenute dalla farmacia, ed eventualmente rivendute. Se non si riusciva a piazzare il medicinale, questo poteva essere distrutto.

L’anziano padre del farmacista, nell’ambito dello stesso processo, è accusato di aver smaltito (bruciandoli) alcuni farmaci invenduti in maniera irregolare.

I protagonisti della vicenda sono difesi dagli avvocati Antonio Bonacci, Piero Melani Graverini e Francesco Molino.

@MattiaCialini

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