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Farmaci, case farmaceutiche e trasparenza

giovedì 8 novembre 2012 21:12  di Edoardo La Sala Globalist syndacation

Da gennaio 2013 il British Medical Journal (BMJ), una tra le più autorevoli riviste mediche a livello internazionale, pubblicherà solamente i risultati degli studi per i quali gli autori si impegneranno a rendere disponibili, dietro motivata richiesta, i dati grezzi resi opportunamente anonimi.

Open data. Da quella data si comincerà quindi a parlare di open data, dati aperti, anche per quanto riguarda le sperimentazioni cliniche ovvero per quei processi decisionali con i quali si determina quale trattamento sia il migliore per una determinata patologia. I dati aperti sono il punto focale per il successo dell’open government, dottrina che promuove il completo accesso dei cittadini agli atti di governo ed ai dati ad essi connessi di modo che le attività dei governi e delle amministrazioni dello stato siano aperte, disponibili, e controllabili.

Dati nascosti. E di controllo in questo campo sembra essercene bisogno visto che secondo Fiona Goodle, l’editor del BMJ, la nuova politica della rivista si è resa necessaria perché l’industria farmaceutica, oltre ad aver scoperto medicine che hanno migliorato la salute o salvato la vita di tante persone, ha anche "persistentemente e sistematicamente nascosto e travisato per decenni i dati da trial clinici. Come risultato, un ampio spettro di farmaci comunemente utilizzati in tutti i campi della medicina sono stati descritti come più sicuri e più efficaci di quello che sono, mettendo a rischio le vite di persone e sprecando denaro pubblico."

Dati anonimi. Ancora prima di questa dura presa di posizione la GlaxoSmithKline aveva già annunciato che avrebbe autorizzato l’accesso ai dati anonimi delle proprie sperimentazioni sulla base della presentazione di un ragionevole quesito scientifico, un protocollo e dell’impegno da parte dei ricercatori di pubblicare i propri risultati.

Il dibattito. Nel Regno Unito la questione sta provocando un dibattito che, stimolato anche dalla pubblicazione del nuovo libro del medico e divulgatore scientifico Ben GoldacreBen Goldacre "Bad Pharma", ha raggiunto anche le aule del Parlamento britannico.

I quesiti. Vedremo dove porterà tutto ciò, se e quanto velocemente altri attori della sperimentazioni cliniche aderiranno a questo stimolante paradigma. Anche perché i dubbi sull’effettivo successo non mancano: se è vero, come sostiene il BMJ, che la grande industria farmaceutica ha costantemente manipolato i dati allo scopo di vendere con maggiore successo i propri prodotti per quale motivo la stessa industria dovrebbe adesso convertirsi a

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