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Il farmaco generico: un danno per i pazienti e le case farmaceutiche. Risponde il Direttore di Oggi.it

 

Il farmaco generico: un danno per i pazienti e le case farmaceutiche. Risponde il Direttore

Fonte: http://www.oggi.it/posta/lettere/2012/08/14/il-farmaco-generico-un-danno-per-i-pazienti-e-le-case-farmaceutiche-risponde-il-direttore/

Caro direttore, le scrivo in merito all’articolo apparso su “oggi” n°33 del 18/08/2012, a firma del prof. Garattini, relativo alle nuove norme per la prescrizione dei farmaci da parte del medico. Tale articolo, come può ben immaginare, ha sollevato in me alcune considerazioni e domande che le vorrei sottoporre.
Innanzitutto vorrei precisare che stiamo parlando di farmaci che hanno perso la copertura brevettuale e quindi è stato possibile mettere in commercio, da parte di altre aziende farmaceutiche, prodotti con lo stesso principio attivo, i così detti farmaci generici o equivalenti. Prima considerazione: equivalente non significa uguale; la domanda che ne consegue è: questa non uguaglianza cosa comporta in termini di efficacia e sicurezza del farmaco?
Seconda considerazione: il SSN per ogni farmaco rimborsa il prezzo di riferimento, quindi l’eventuale differenza nel prezzo tra farmaco originale, con nome di fantasia, e farmaco generico, la paga il cittadino a cui viene prescritto. La domanda è: dato che per le “casse” dello Stato non c’è nessun risparmio, perchè questa norma si è voluta inserita nel provvedimento sulla revisione della spesa pubblica il cui unico obiettivo è il risparmio?
A me sembra che in tale modo si voglia togliere introiti alle aziende che producono i farmaci originali, per darli alle aziende che producono i generici. Ciò nell’ineresse di chi? dei cittadini?>
In un momento di grande crisi economica e occupazionale come quella in cui ci troviamo, mettere a rischio decine di migliaia di posti di lavoro inutilmente (farmindustria parla di circa 20000 posti tra personale interno ed esterno), mi sembra una scelta sbagliata e che non determina nussun beneficio per la collettività. Piena solidarietà a tutti i lavoratori dell’ilva ma i numeri mi sembrano diversi, quindi per quale motivo non ne parla nessuno?
Ancora. Dato che per ogni principio attivo esistono in commercio farmaci generici prodotti da diverse aziende farmaceutiche, chi decide quale di questi farmaci generici utilizzare? Il farmacista? il paziente? e sulla base di quali nozioni o conoscenze scientifiche si compie la scelta?
Lasciare le cose come erano, cioè è il medico a decidere cosa utilizzare è l’unica cosa sensata. Fatto salvo il desiderio del paziente di usare il farmaco generico per il proprio risparmio.
Infine. A chi oggi si trova nella condizione di soffrire di una patologia cronica, il medico può continuare a prescrivergli il farmaco originale, mentre da domani per chi avrà la sfortuna di ammalarsi di una patologia di natura cronica non avrà la stessa possibilità. Di fronte alla malattia esistono cittadini di seria A e di serie B? e perchè solo ai malati cronici il farmaco originale? è perchè risulta migliore?
Queste considerazioni e domande spero possano contribuire a chiarire meglio tutta la situazione.
La ringrazio per la sua cortese attenzione.
Luciano Aramini


RISPONDE IL DIRETTORE
Gentile Luciano,
non ho la presunzione di saper rispondere a tutte le sue obiezioni. Per un verso, quindi, mi fido di Garattini, il nostro farmacologo di fama mondiale, il quale non mi pare abbia dubbi sulla “equivalenza” dei due tipi d

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