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Indagine esclusiva fra medici Doctor’s Life, 82% testimone di sprechi

Sono la burocrazia, gli esami inutili e il malaffare a strozzare il Servizio sanitario nazionale e bruciare risorse e fondi pubblici che potrebbero invece essere destinati all’assistenza e cura dei pazienti . L’82% dei medici ha avuto esperienza diretta di queste situazioni di spreco in sanità e per il 60% negli ultimi 10 anni gli sprechi e il malaffare in sanità sono aumentati. E’ il quadro che emerge dall’indagine promossa dall’Adnkronos Salute, a settembre-ottobre, fra i medici e i farmacisti iscritti a Doctor’s Life (canale 440 di Sky).

Alle 5 domande che riguardavano gli sprechi in sanità hanno risposto 1.849 soggetti, il 95% medici (1.757) di cui 74% uomini. Le Regioni più rappresentative sono state la Lombardia (226), la Campania (205), la Sicilia (160) e la Puglia (116). Nella classifica degli sprechi in corsia – secondo gli intervistati – figurano gli esami inutili (34,21%), la burocrazia (26,97%), il malaffare (23,64%), la poca preparazione dei manager (15,18%). Mentre sulle misure per contrastare gli sprechi, il campione intervistato si divide: secondo il 48,6% dei medici interpellati, le iniziative come la spending review e i costi standard possono “contribuire a contrastare il fenomeno”. Visione opposta per il 33,8% che sottolinea come “non servono”, il 17,5% è invece indeciso e ha risposto con un “non so”.

“Siccome gli stessi medici ci dicono le cose che non vanno – ha affermato all’Adnkronos Salute il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – dobbiamo lavorare insieme a loro per sconfiggere l’inappropriatezza, perché più siamo appropriati più diamo cure adeguate ai nostri pazienti e liberiamo allo stesso tempo risorse che servono ‘come il pane’ al Servizio sanitario nazionale”.

Una diga contro gli esami inutili doveva essere il decreto sull’appropriatezza prescrittiva voluto dal ministro Lorenzin per limitare proprio gli esami più a rischio spreco, con una ‘black list’ di 202 prestazioni e la possibilità di sanzionare i camici bianchi che non rispettano i criteri e le condizioni di appropriatezza. Quasi il 60% degli intervistati ha risposto di “essere preoccupato per queste misure”. E infatti l’annuncio del provvedimento la scorsa estate aveva immediatamente generato la levata di scudi dei sindacati di categoria. Secondo quanto apprende l’Adnkronos Salute, il testo potrebbe andare in Conferenza Stato-Regioni il 26 novembre se alcune modifiche sugli allegati tecnici, richieste dalle Regioni, saranno accolte dal ministero. Un ‘ping-pong’ istituzionale che potrebbe arrivare a una soluzione a ridosso dello sciopero nazionale dei medici il 16 dicembre.

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Redazione Fedaisf

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