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L’Aquila: crisi polo farmaceutico. Lolli “evitare sciagure per la città”

L’AQUILA – È un’altra tegola sull’economia e sull’occupazione aquilana quella che potrebbe abbattersi su uno dei fiori all’occhiello del capoluogo: il polo farmaceutico.

A creare più di una preoccupazione tra lavoratori e sindacati è l’ultimo provvedimento approvato ad agosto con la spending review del governo con il quale si obbligano i medici a fare prescrizioni indicando solo il principio attivo. Una norma pensata per favorire la vendita di farmaci generici ma che ha provocato un crollo delle vendite dei prodotti di marca.

A stare sulle spine nel capoluogo sono i lavoratori dell’intero comparto, in particolar modo quelli dello stabilimento Menarini, un centinaio in tutto, alcuni dei quali mercoledì parteciperanno alla manifestazione di sciopero generale organizzata dalla Cgil: un’iniziativa di carattere nazionale che in Abruzzo si concentrerà a Pescara per sottolineare i problemi legati all’occupazione e alla crisi del Paese.

Parteciperanno anche rappresentanze di Sanofi-Aventis e Dompè per completare un quadro generalizzato di preoccupazione per il futuro di un settore che all’Aquila impiega poco meno di 1.000 persone.

Della questione è stato investito nelle scorse settimane l’onorevole del Partito democratico Giovanni Lolli che è in costante contatto con azienda e sindacati: "Il provvedimento di spending review è solo l’ultima delle mazzate su un settore che, se è vero che in passato può avere avuto alti margini di profitto, adesso è messo a durissima prova da norme che non consentono di programmare il futuro e che ai consumatori garantiranno un vantaggio minimo, nell’ordine dei 20 e dei 50 centesimi" spiega l’onorevole democrat.

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