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L’Oms avvisa: in Africa dopo l’Ebola, arriva il rischio Mers

Finora in Medio Oriente ha ucciso 333 persone infettandone oltre 850. Per l’Oms potrebbero essere a rischio Mers anche le coste mediterranee europee: in Italia, per esempio, i più esposti sono i marinai, gli agenti di polizia, gli operatori sanitari e i volontari che assistono i migranti in arrivo

Martedì, 14 Ottobre 2014     – MedicinaInterna33

Photo: Maureen Metcalfe - Azaibi TaminNel primo semestre del 2015 i Paesi più vulnerabili, specie quelli africani, dovrebbero adottare adeguate strategie per difendersi dal possibile esordio stagionale della Sindrome respiratoria mediorientale (Mers).

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), all’Ebola si aggiunge un altro rischio: la Middle East respiratory syndrome, un’epidemia che finora in Medio Oriente ha ucciso 333 persone infettandone oltre 850. Un comitato di emergenza dell’Oms raccomanda di rafforzare le misure preventive di controllo delle infezioni, addestrare gli operatori sanitari e fornire dispositivi di protezione in Paesi vulnerabili, specie in Africa.

Quello della Mers è un coronavirus (Mers-CoV) veicolato dai cammelli scoperto nel 2012 da un ricercatore egiziano, che potrebbe trasmettersi anche per via aerea da animali a persone diffondendo il contagio. Secondo l’Oms lo scarso controllo delle infezioni e la mancanza di competenze e attrezzature sono di gran lunga le principali responsabili della rapida diffusione del virus Ebola nei Paesi dell’Africa occidentale.

E gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità temono che ciò possa verificarsi anche per la Mers, diffusa dai pellegrini che almeno una volta nella loro vita debbono fare il pellegrinaggio alla Mecca, la città santa dell’Islam in Arabia Saudita. Secondo gli esperti dell’Oms i dati attuali suggeriscono che la trasmissione del coronavirus potrebbe essere stagionale, con un aumento previsto per la prossima primavera.

A differenza dell’Ebola, tuttavia, non esistono ancora prove certe di una trasmissione interumana in comunità per la Mers, che resta per ora limitata a penisola arabica, Libano, Giordania e Iran.

Ma molti aspetti circa la sua diffusione restano sconosciuti, e proprio per questo la sorveglianza epidemiologica va rafforzata non solo in Medio Oriente, ma anche in Africa. E per l’Oms potrebbero essere a rischio Mers anche le coste mediterranee europee: in Italia, per esempio, i più esposti sono i marinai, gli agenti di polizia, gli operatori sanitari e i volontari che assistono i migranti in arrivo dal Medio Oriente e dall’Africa del nord.

WHO statement on the Seventh Meeting of the IHR Emergency Committee regarding MERS-CoV

Per aprofondire vedasi:

FAQ – Nuovo Coronavirus (nCoV)  (Ministero della Salute)

About Coronavirus (CDC)

Sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus (Wikipedia)

MERS coronavirus: urgente intensificare la ricerca sul ruolo dei cammelli e di altri animali (FAO)

OMS dichiarazione sulla settima riunione del Comitato d’emergenza in materia di RSI MERS-CoV. 

Dichiarazione – OMS

1 ottobre 2014

La settima riunione del Comitato d’emergenza (CE) convocato dal direttore generale ai sensi del regolamento sanitario internazionale (RSI 2005) per quanto riguarda il Medio Oriente la sindrome respiratoria da coronavirus (MERS-CoV), è stato condotto con i membri e i consulenti del Comitato di Emergenza tramite corrispondenza elettronica dal 26 settembre, 2014 fino al 30 settembre al 2014. 1

Il Segretariato OMS ha fornito un aggiornamento sulla valutazione degli sviluppi epidemiologici e scientifici, compresa una descrizione di casi recentemente segnalati e i modelli di trasmissione. La Repubblica islamica di Iran e l’Arabia Saudita hanno fornito un aggiornamento sulla valutazione di MERS-CoV, compresi i progressi verso l’attuazione delle raccomandazioni temporanee del Comitato di Emergency. 2

Il comitato ha osservato che: (i) vi sono stati notevoli sforzi compiuti per rafforzare la prevenzione e le misure di controllo delle infezioni, con una situazione epidemiologica che non è cambiata dalla 6a riunione della RSI CE; (Ii) il numero di casi è diminuito per poi riprendere ad aprile, e dei casi continuano ad apparire sporadicamente senza una evidenza di sostenuta trasmissione da uomo a uomo nelle comunità; (Iii) anche se la trasmissione in ambito sanitario è ancora in corso in piccoli gruppi, la trasmissione sembra generalmente contenuta; (Iv) le attività svolte per ridurre la diffusione internazionale di MERS-CoV sembrano essere efficaci; e (v) i dati attuali suggeriscono che la trasmissione MERS-CoV potrebbe essere stagionale, con un aumento previsto la prossima primavera.

Il Comitato ha ribadito che il suo parere precedente rimane rilevante e che gli sforzi significativi dovrebbe essere fatto per:

  • continuare a rafforzare il controllo delle procedure di prevenzione delle infezioni (IPC), sviluppare la capacità di cura dei lavoratori e di fornire dispositivi di protezione nei paesi vulnerabili, in particolare i paesi africani;
  • migliorare la consapevolezza circa MERS-CoV tra i pellegrini in viaggio per l’Hajj [la Mecca], e la sorveglianza condotta per MERS-CoV tra i pellegrini durante e dopo Hajj;
  • armonizzare algoritmi di analisi di laboratorio;
  • rafforzare la sorveglianza epidemiologica nei cammelli in Medio Oriente e in Africa, così come la sorveglianza negli esseri umani e affrontare le lacune critiche nella conoscenza della trasmissione umana e animale.

Il Comitato ha concluso all’unanimità che non sono ancora state soddisfatte le condizioni per una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (USPPI).

Sulla base del parere del Comitato, e le informazioni attualmente disponibili, il direttore generale ha accettato le valutazione del Comitato. Ha ringraziato il Comitato per il lavoro svolto.

Il Segretariato OMS continuerà a fornire aggiornamenti regolari al Comitato dei Soci e dei Consulenti. Il Comitato di Emergenza sarà riconvocata fra tre mesi, o prima se le circostanze lo richiedono.

Per ulteriori informazioni:

Christian Lindmeier
OMS Dipartimento delle Comunicazioni
Telefono: +41 79 500 65 52
E-mail: lindmeierch@who.int


WHO statement on the Seventh Meeting of the IHR Emergency Committee regarding MERS-CoV

Statement
1 October 2014

The seventh meeting of the Emergency Committee (EC) convened by the Director-General under the International Health Regulations (IHR 2005) regarding the Middle East respiratory syndrome coronavirus (MERS-CoV) was conducted with members and advisors of the Emergency Committee through electronic correspondence from 26 September 2014 through 30 September 2014.1

The WHO Secretariat provided an update on and assessment of epidemiological and scientific developments, including a description of recently reported cases and transmission patterns. Islamic Republic of Iran and Saudi Arabia provided an update on and assessment of MERS-CoV, including progress towards implementation of the Emergency Committee’s temporary recommendations. 2

The Committee noted that: (i) there have been significant efforts made to strengthen infection prevention and control measures, with an epidemiological situation that has not changed since the 6th meeting of the IHR EC; (ii) the number of cases has fallen since the April upswing, and cases continues to appear sporadically with no evidence of sustained human-to-human transmission in communities; (iii) although transmission in health care settings is still occurring in small clusters, transmission seems generally contained; (iv) activities conducted to reduce the international spread of MERS-CoV seem to be effective; and (v) the current data suggest that MERS-CoV transmission could be seasonal, with an upsurge expected next spring.

The Committee reiterated that its previous advice remains relevant and that significant efforts should be made to:

  • continue to strengthen infection prevention control (IPC) practices, build capacity of heath-care workers and provide protective equipment in vulnerable countries, especially African countries;
  • improve awareness about MERS-CoV among pilgrims going for Hajj, and conduct surveillance for MERS-CoV among pilgrims during and after Hajj;
  • harmonise laboratory testing algorithms;
  • reinforce epidemiological surveillance in camels in the Middle East and in Africa, as well as surveillance in humans and address critical gaps in knowledge of human and animal transmission.

The Committee unanimously concluded that the conditions for a Public Health Emergency of International Concern (PHEIC) have not yet been met.

Based on the Committee’s advice, and information currently available, the Director-General accepted the Committee’s assessment. She thanked the Committee for its work.

The WHO Secretariat will continue to provide regular updates to the Committee Members and Advisors. The Emergency Committee will be reconvened in three months, or earlier if circumstances require.

For more information:

Christian Lindmeier
WHO Department of Communications
Telephone: +41 79 500 65 52
Email: lindmeierch@who.int


 

Ebola, per l’Oms il numero dei casi è salito a 9.000, quasi 4.500 le vittime

Il totale dei casi è salito a 8.914 e raggiungerà i 9mila entro la settimana. I decessi sono 4.447. La Cina sperimenta un nuovo farmaco

Margaret Chan e Keiji Fukuda, dell’Oms

Ad aggiornare il bilancio dell’Ebola è il vicedirettore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) responsabile della risposta operativa alla crisi: il totale dei casi è salito a 8.914 e raggiungerà i 9mila entro la settimana. I decessi sono saliti a 4.447.

Il farmaco cinese
L’azienda farmaceutica cinese Sihuan pharmaceutical holdings group Ltd in collaborazione con gli scienziati dell’Academy of military medical sciences (Amms), sta puntando all’approvazione accelerata di un farmaco anti-Ebola, il JK-05. La Cina è l’ultima grande potenza economica in ordine di tempo a scendere in campo nello sviluppo di una possibile terapia in grado di fermare l’epidemia del virus Ebola. A riportarlo è il ‘Daily Mail’. Secondo l’azienda, il farmaco “potrebbe arrivare in commercio entro la fine dell’anno”.

– See more at: www.rainews.it – 14 ottobre 2014

Redazione Fedaisf

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