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Prescrizioni mediche e sostituibilità dei farmaci nei pazienti con patologie cardiovascolari

Nei soggetti ipertesi è stato calcolato che chi cambia terapia costa il 20% in più rispetto a chi non la cambia. Dato che l’utilizzo dei farmaci generici viene fatto esclusivamente per ragioni economiche, questo dato deve essere sempre tenuto presente.

Durante il convengo AUDITA a Ivrea lo scorso 21 Giugno, il Prof. Vittorio Costa fa chiarezza sull’argomento con un focus su Ipertensione e Scompenso Cardiaco.

Milano, 16/09/2014 (informazione.it – comunicati stampa – salute e benessere) In campo di terapia cardiovascolare, gran parte dei farmaci sono stati genericati e per molte molecole esistono in commercio decine di farmaci generici. I farmaci cardiovascolari generici sono anch’essi esentati dalla dimostrazione di efficacia ma una metanalisi pubblicata su Jama nel 2008 ha sancito che dal punto di vista dell’efficacia clinica non sono diversi dai farmaci brand.
Tale metanalisi, tuttavia, presenta una serie di punti deboli, il principale dei quali è che molti degli studi fatti sono stati eseguiti in soggetti sani. Come si può valutare l’effetto antipertensivo di un farmaco in un normoteso o l’effetto sullo scompenso in chi scompensato non è? I dati clinici in letteratura sono scarsissimi (proprio perché non richiesti dalle leggi vigenti) ma esistono alcuni studi sulle statine che confermerebbero la loro equivalenza terapeutica anche se, a un’analisi attenta, per alcuni si osserva che la numerosità dei campioni studiati è troppo scarsa e la deviazione standard troppo alta per consentire conclusioni attendibili.
Per i sartani poi non esiste un singolo studio di efficacia. La sostituzione in pazienti delicati come quelli con malattie cardiovascolare è quindi un’operazione la cui utilità è stata messa in dubbio da parecchi esperti e che oltretutto comporta dei costi. Va infatti ricordato che ogni cambio di terapia comporta la necessità di un aumento dei controlli clinici e laboratoristici. Nei soggetti ipertesi è stato calcolato che chi cambia terapia costa il 20% in più rispetto a chi non la cambia.
Dato che l’utilizzo dei farmaci generici viene fatto esclusivamente per ragioni economiche, questo dato deve essere sempre tenuto presente.

«Chemio con farmaci generici agli ammalati di cancro»

La denuncia di Cittadinanzattiva: «Somministrati equivalenti senza il consenso firmato dai pazienti»

NAPOLI — L’accusa è gravissima, anche se è tutta da verificare. Secondo Cittadinanzattiva in molti ospedali della Campania agli ammalati di cancro verrebbero somministrati medicinali chemioterapici equivalenti senza aver prima ottenuto il consenso firmato dai pazienti. Una decisione che sarebbe motivata dalla necessità di risparmiare rispetto ai costi molto più alti dei chemioterapici «di marca».

Vincenzo Sannino, presidente di Cittadinanzattiva (che comprende anche la rete del Tribunale dei diritti del malato) non ha dubbi: «Abbiamo effettuato un’indagine approfondita e ci siamo resi conto che ai malati ricoverati in moltre strutture pubbliche vengono somministrati farmaci generici o equivalenti. Una procedura non priva di effetti collaterali, e ancor più deprecabile perché viene applicata su soggetti affetti da cancro. Soprattutto — aggiunge Sannino — colpevolmente gravata dalla mancanza di uno specifico consenso informato».

Cittadinanzattiva ha presentato denunce alla Procura di Nola, al Nas dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza. «Riteniamo inammissibile e vergognoso — conclude Sannino — che in una nazione dove miliardi di euro vengono buttati si risparmi sulla pelle dei malati di cancro».

Va detto che l’utilizzo dei farmaci equivalenti anche in oncologia è ampiamente utilizzata in numerosi ospedali italiani. Ma nella comunità scientifica non c’è uniformità di vedute circa la perfetta equivalenza con i medicinali di marca.

La confusione delle “scatolette” nei pazienti con problemi cardiovascolari

Il Prof. Gallelli spiega e analizza lo studio svolto dall’Annals of Internal Medicine sui farmaci a brevetto scaduto nei pazienti con problemi cardiovascolari dopo infarto miocardico.

Milano, 17/09/2014 (informazione.it – comunicati stampa – salute e benessere) L’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto (brand o generico) rappresenta ad oggi una importante opportunità di contenimento della spesa sanitaria. Tali farmaci son prodotti da diverse aziende e pertanto possono variare di colore o di forma, pertanto, lo switch tra farmaco brand e generico o tra farmaco generico e generico può portare nell’utilizzo cronico ad una riduzione dell’aderenza terapeutica.
Infatti Kesselheim et al., (JAMA Intern Med. 2013;173:202-8) hanno dimostrato che la variazione nel colore delle compresse di farmaci antiepilettici si associa ad un riduzione significativa della persistenza al trattamento.
Su queste premesse, gli stessi ricercatori di Boston (Kesselheim et al. Ann Int Med 2014), hanno determinato se la ridotta persistenza all’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto in pazienti con malattia cardiovascolare dopo infarto miocardico acuto (IMA) fosse correlata alla variazione dell’aspetto dei farmaci.
Sono stati studiati i pazienti che tra il 2006 ed il 2001 sono stati ospedalizzati per IMA e sono stati dimessi con la prescrizione di uno delle seguenti classi di farmaci a brevetto scaduto: β-bloccanti, ACE inibitori, sartani, o statine.
E’ stato effettuato uno studio di coorte per valutare l’incidenza delle variazioni nella forma e nel colore tra i farmaci a brevetto scaduto dispensati dopo IMA. Dopo è stato effettuato uso studio caso controllo per valutare se la frequenza di mancata persistenza fosse correlato con la variazione della forma delle compresse.
I pazienti sono stati divisi in due gruppi:

  • Gruppo caso: pazienti che hanno interrotto il trattamento per almeno 1 mese
  • Gruppo controllo: pazienti che hanno continuato il trattamento con i farmaci prescritti

I pazienti del gruppo caso sono stati confrontati con i pazienti del gruppo controllo considerando la classe terapeutica, il numero di dispensazioni prima della mancata persistenza, sesso ed età.
Sono stati calcolati le variazioni nel colore e nella forma delle compresse nell’anno successivo l’infarto miocardico.  Inoltre, sono state valutate le formulazioni assunte dal paziente prima della mancata persistenza per determinare se il colore o la forma dei farmaci erano cambiate. Le probabilità di discordanza tra i due gruppi (caso e controllo) sono state studiate utilizzando la regressione logistica condizionale.
Durante lo studio, il 29% dei pazienti (3286 su 11513) ha avuto un cambiamento nella forma o nel colore dei farmaci. Le statine hanno avuto il maggior numero di variazioni nella forma, mentre i β-bloccanti ne hanno avuto il minor numero. Nel gruppo caso, la probabilità di mancata persistenza è aumentato del 34% dopo un cambiamento di colore della pillola (odds ratio, 1.34 [95% CI, 1,12-1,59]) e del 66% dopo un cambiamento di forma di pillola (odds ratio, 1,66 [CI , 1,43-1,94]).
Malgrado gli autori non abbiano effettuato una valutazione degli outcomes clinici, questo studio dimostra che nei pazienti con malattie cardiovascolari la variazione nell’aspetto dei farmaci si associa ad una riduzione della persistenza al trattamento.
Inoltre, è stato documentato che l’aderenza e la persistenza al trattamento farmacologico rappresentano i requisiti fondamentali per ottenere un ottimale controllo clinico (Ho PM, Bryson CL, Rumsfeld JS. Medication adherence its importance in cardiovascular outcomes. Circulation. 2009;119:3028-3035).
Per tale motivo è auspicabile che i pazienti siano edotti dal personale medico e dai farmacisti circa la possibilità che farmaci a brevetto scaduto possano essere diversi nella forma e nel colore al fine di evitare confusione nei pazienti che potrebbe produrre una mancata assunzione della terapia.
Inoltre, come ricordato dagli stessi autori dell’articolo, sarebbe utile una normativa da parte dell’FDA o dell’EMA che possa spingere le aziende farmaceutiche produttrici di farmaci a brevetto scaduto non solo a sintetizzare farmaci simili per bioequivalenza ma anche per caratteristiche fisiche di forma e colore.

Redazione Fedaisf

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