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Processo Menarini, comincia a Firenze il giudizio in Corte di Appello per Lucia e Alberto Giovanni Aleotti

(Teleborsa) – Il cosiddetto “Processo Menarini”, dal nome della storica industria farmaceutica, da oggi 3 ottobre 2018 in Corte di Appello a Firenze per la vicenda dei “prezzi dei farmaci gonfiati” e di reati finanziari connessi. Il dibattimento di “secondo grado”, che vede come principali imputati i fratelli Lucia (Presidente del Gruppo sino al giugno 2018) e Alberto Giovanni Aleotti, comincia alle 9 di questa mattina.

La presenza in Aula di entrambi i fratelli sembrerebbe confermata. Lucia e Alberto Giovanni, con la sentenza di primo grado del Tribunale del capoluogo toscano, erano stati condannati rispettivamente a 10 anni e 6 mesi di reclusione e a 7 anni e 6 mesi. I Giudici avevano ritenuto Lucia responsabile di reati di riciclaggio e corruzione, mentre il fratello Alberto Giovanni Aleotti era stato condannato solo per il reato di riciclaggio.

Contro la sentenza di condanna emessa il 9 settembre 2016, hanno proposto appello gli Avvocati Alessandro Traversi e Franco Coppi per Lucia Aleotti e Giampaolo Del Sasso e Michela Vecchi quali difensori di Alberto Giovanni Aleotti, nonché il P.M. per la mancata affermazione di sussistenza della truffa quale reato presupposto del riciclaggio.

Inizialmente era stato indagato il padre dei due fratelli poi condannati, il Cavalier Alberto Sergio Aleotti, indiscusso “patron” della Menarini, deceduto nel 2014, all’età di 91 anni. L’accusa che i Pubblici Ministeri Luca Turco ed Ettore Squillace Greco gli avevano contestato era quella di truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, per avere, mediante interposizione di letterbox companies, gonfiato i prezzi di acquisto dei principi attivi e, conseguentemente, ottenuto dal Ministero un prezzo di vendita dei farmaci sensibilmente più alto del dovuto.

Il Tribunale di Firenze, dopo un dibattimento durato oltre due anni, aveva ritenuto “non configurabile il reato presupposto di truffa” nei confronti dell’anziano Cavaliere, condannando tuttavia i figli per riciclaggio dei proventi dell’evasione fiscale del padre, con applicazione altresì della confisca della totalità delle somme oggetto di rimpatrio in virtù degli scudi fiscali disposti nel 2003 e 2009.

Il Cavalier Aleotti aveva, infatti, trasferito all’estero, in banche svizzere e del Lussemburgo, un ingente patrimonio che aveva poi fatto rientrare in Italia appunto attraverso gli scudi fiscali del 2003 e del 2009. Senonché, la Procura non ha riconosciuto validità ai suddetti scudi fiscali.

A seguito di ciò, i figli e alcuni collaboratori di Alberto Sergio Aleotti erano stati accusati di riciclaggio di denaro proveniente da reati fiscali e truffa per un importo complessivo superiore alla ingente somma 1 miliardo e 200 milioni di euro.

I Giudici, dopo il lungo dibattimento, avevano ritenuto non configurabile il reato presupposto di truffa, condannando tuttavia i figli per riciclaggio dei proventi dell’evasione fiscale del padre, con applicazione altresì della confisca della totalità delle somme fatte rientrare in italia usufruendo appunto degli scudi fiscali del 2003 e del 2009. La più ingente confisca effettuata nel nostro Paese.

Nel processo di Appello si sono costituite numerose parti civili, ben 136 tra ASL e altri enti pubblici, al fine di richiedere il risarcimento dei danni che asseriscono di avere all’epoca subito in conseguenza del prezzo “gonfiato” dei farmaci “corpo del reato”. Per esser certo di poter procedere nei termini alle notifiche per l’Appello a tutte le parti civili coinvolte, l’avvocato Traversi, non avendo ancora ottenuto dai magistrati la necessariaautorizzazione a ricorrere a strumenti digitali, si era presentato di venerdì in Tribunale, assistito dal suo staff, con 4 “trolley” pieni di “atti”.

Il processo in Corte di Appello si preannuncia “complesso”, ma che i difensori dei fratelli Aleotti tenderanno a rendere, per quanto possibile, fluido e scorrevole. Successive udienze sono state già fissate per il 10, 17, 24 e 31 ottobre, nonché per il 7 e 14 novembre 2018.

Nel frattempo, dal giugno scorso, la multinazionale farmaceutica Menarini ha cambiato strategia, affidando, per la prima volta, la guida operativa a un manager esterno alla famiglia Aleotti, che ha sostituito alla presidenza Lucia, rimasta comunque a far parte del Cda. Il nuovo Presidente è uno svizzero di 61 anni, Eric Cornut, dal 2016 Direttore generale della Federazione Europea delle Associazioni dell’Industria Farmaceutica (EFPIA).

“A. Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite S.r.l”. è un’azienda farmaceutica italiana fondata a Napoli nel 1886 da Archimede Menarini, con sede a Firenze dal 1915. Il Gruppo Menarini si occupa dell’intero ciclo, dalla fase di ideazione dei nuovi progetti fino alla fase di registrazione del farmaco, alla commercializzazione e alla distribuzione. I programmi di ricerca sono sviluppati dai centri di Firenze, Pisa, Pomezia, Barcellona e Berlino e riguardano essenzialmente le patologie cardiovascolari, l’oncologia e l’area dolore-infiammazione-asma con lo studio di antagonisti recettoriali.

Dal 1986 Menarini opera del campo delle biotecnologie nel territorio nazionale presso la sede di Pomezia, alle porte di Roma. Nel 2017 Menarini ha ottenuto un fatturato di 3.6 miliardi di euro, dispone di 17.000 dipendenti di cui 3.700 in Italia.

Redazione Fedaisf

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