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Profilo sanitario sintetico (PSS), rimandati i termini per l’implementazione nel Fascicolo sanitario elettronico

Sarà rinviato a dicembre o a marzo il termine ultimo per l’implementazione nel Fascicolo sanitario elettronico (Fse) del Profilo sanitario sintetico (Pss). L’implementazione doveva chiudersi ieri, 1° ottobre, ma per consentire la conclusione del lavoro, un decreto in Conferenza Stato-Regioni ne stabilirà il rinvio.

Il profilo sanitario sintetico, che contiene dati, esami e cartelle cliniche, andrà a completare l’ecosistema online, con l’obiettivo di rendere più veloce la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei pazienti. La proroga si è resa necessaria anche per consentire maggiori tutele in termini di cybersicurezza, privacy e problematiche di natura etica e medico-legale.

Incluso nel Fse, il profilo sanitario elettronico contiene l’anagrafica dell’assistito, le informazioni sul medico curante, la situazione clinica attuale con patologie croniche e rilevanti o trapianti effettuati, eventuali malformazioni e disabilità motorie, allergie, reazioni avverse a farmaci o alimenti, terapie farmacologiche croniche e anamnesi familiare.

Sono invece facoltativi dati come altezza, peso, indice di massa corporea e pressione arteriosa, mentre altre informazioni (vaccinazioni, piani di cura riabilitativi, esenzioni, reti di patologia, trattamenti e ricoveri) potranno essere inserite solo tramite i servizi di supporto previsti dall’ecosistema dei dati sanitari.

Fonte: Federfarma – 2 ottobre 2025

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Il Profilo Sanitario Sintetico (PSS) 2.0. Operativo dal 30 settembre


Cosa va compilato per il Profilo Sanitario Sintetico

Nota: Spiega il Prof. Domenico Marino, docente di politica economica all’Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, “solo il 5% dei medici ha compilato il documento, segno di un sistema informatico non pronto e di un carico burocratico che rischia di pesare ulteriormente sulla medicina di base”. Perplessità riguardano la privacy e la gestione di dati estremamente sensibili, come quelli relativi a dipendenze o disturbi psichici, manca inoltre interoperabilità tra sistemi regionali. Per l’Omceo di Milano presenta incognite che rendono difficile la piena applicazione, si rischia il caos. Il rinvio recepisce anche le difficoltà operative segnalate dalla Fimmg, che aveva giudicato “impossibile” l’avvio a causa dell’inadeguatezza dei software gestionali degli studi di medicina generale, con rischio di aggravio burocratico. Secondo lo SNAMI “questa misura rappresenta una burocrazia folle, cieca e lontana dalla realtà della medicina territoriale”.

Un altro problema è il consenso: solo il 42% dei cittadini ha autorizzato i medici ad accedere ai propri dati sanitari. I divari regionali sono enormi: dall’1% in Abruzzo, Calabria e Campania al 92% in Emilia-Romagna. Anche dove il consenso c’è, l’uso è limitato: nel primo trimestre 2025 solo il 21% degli utenti ha consultato il fascicolo. Meglio i medici di base e i pediatri, con un tasso di accesso al 95%, mentre tra gli specialisti l’utilizzo è disomogeneo e in alcune Regioni resta sotto il 20%.. Secondo il Garante per la Privacy “una volta che l’assistito abbia espresso il proprio consenso alla consultazione del Fascicolo – che deve essere reso una tantum e può essere sempre revocato – il personale sanitario che lo ha in cura può accedere al suo FSE. La prestazione sanitaria è comunque garantita anche in caso di mancato consenso o di revoca dello stesso”.

 

Redazione Fedaisf

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