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Sifo, appropriatezza e sostenibilità al centro del XXXV Congressso.

Non bisogna dimenticare che anche una diminuzione di qualità e di sicurezza può diventare un costo. L’attenzione del farmacista dovrà essere sempre più finalizzata alle problematiche del singolo paziente e della singola terapia farmacologica

Mercoledì, 15 Ottobre 2014 – Farmacista33

Rendere conto della complessità del contesto economico e finanziario del sistema sanitario e dei filoni evolutivi della professione alle prese anche con il mondo dei dispositivi medici, guidare sempre più l’attenzione del farmacista sulle problematiche del singolo paziente e della singola terapia farmacologica, favorire un processo di integrazione con tutte le figure e valorizzare il ruolo in termini di razionalizzazione della spesa e di qualità e sicurezza a tutti i livelli dell’assistenza sanitaria.

Sono queste alcune delle tematiche al centro del XXXV Congresso nazionale della Sifo dal titolo “Il farmacista: una risorsa per la salute. Responsabilità, appropriatezza, sostenibilità” che si terrà da giovedì a sabato a Montesilvano (Pescara). «Il titolo è molto significativo» spiega Laura Fabrizio, presidente Sifo «e il contesto è la crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando. Filo conduttore sono tematiche che si allacciano di fatto al Patto per la Salute, che ha messo al centro la sostenibilità, la lotta agli sprechi, l’accesso e l’umanizzazione delle cure, la riorganizzazione di ospedale e territorio. Tutti aspetti in cui il farmacista entra a tutti gli effetti e per questo il messaggio che vogliamo rimarcare è che, come professione, possiamo dare il nostro contributo perché il Ssn resti universalistico e sostenibile».

Un contributo che si esplicita in tutti i livelli dell’attività, «in ospedale, nel distretto, nelle commissioni sull’appropriatezza prescrittiva, nella riconciliazione della terapia dall’ospedale al territorio e viceversa, nella relazione con il cittadino per la compliance alla terapia, nella definizione dei percorsi diagnostici terapeutici, nella galenica clinica centralizzata, negli aspetti logistici della gestione del farmaco e nel complesso mondo dei dispositivi».

Un ruolo visibile in termini di «razionalizzazione della spesa, garanzia di qualità dell’assistenza e della sicurezza del paziente, perché non bisogna dimenticare che anche una diminuzione di qualità e di sicurezza può diventare un costo, e nella sempre maggiore integrazione con le altre figure del Ssn, dall’ospedale al territorio».

È alla luce di questi temi che si esplicita l’azione della Sifo, «nei vari progetti, per citarne alcuni, che vanno dal tavolo sul Pht con Federfarma, al farmacista di dipartimento, al lavoro con il Ministero per le raccomandazioni su oncologia, allo statement sulla farmacia ospedaliera ma anche al tavolo con Fofi e ministero da cui sono uscite le linee di indirizzo per la farmacia dei servizi» ed è attorno a questi temi che si organizza il congresso «che vuole rendere conto della complessità del contesto in cui ci troviamo a operare e dei filoni evolutivi di questa professione e guidare l’attenzione del farmacista che dovrà essere sempre più finalizzata alle problematiche del singolo paziente e della singola terapia farmacologica».

Ma anche valorizzare il percorso che «rende evidente come il farmacista sia una risorsa e non un costo». In questo contesto, «il governo del farmaco e dei dispositivi medici deve essere supportato da una formazione costante che permette al farmacista di sviluppare competenze nuove e rafforzare il proprio ruolo».

«Il farmacista ospedaliero è una figura che lavora dietro alle quinte» aggiunge Alberto Costantini, presidente del congresso, «ma da cui dipendono aspetti importanti per la tutela della salute e sicurezza del paziente e la sostenibilità del Ssn. Quella di riuscire a continuare a garantire l’universalità del servizio è una sfida che abbiamo raccolto e in questa direzione l’importanza del nostro lavoro emerge proprio attraverso i tre temi portanti del congresso: responsabilità, appropriatezza e sostenibilità».

Tre temi che rappresentano di fatto «il campo quotidiano del nostro lavoro e su cui abbiamo voluto attirare l’attenzione e fornire coordinate ai farmacisti». Particolarmente significativi in questi termini «sono i due corsi pre congressuali, che segnano anche un percorso evolutivo per il farmacista. Il primo è dedicato al counselling nel contatto con il paziente ed è orientato a studiare, al fianco del clinico, l’impatto e l’importanza dell’aderenza alla terapia. Il secondo ha al centro la metodologia dell’Hta, per la valutazione e valorizzazione anche in termini di costo-efficacia delle tecnologie innovative, dai dispositivi medici ai farmaci. Una tematica questa centrale per la sostenibilità del Ssn e il processo di uniformazione delle cure e che dovrebbe trovare una maggiore applicazione».

Un congresso che presenta anche peculiarità: «è il primo ad avere una vocazione multimediale» e dove si conta di «rafforzare la collaborazione e la partecipazione di istituzioni, rappresentanze degli altri attori della filiera ma anche dei cittadini e dei pazienti nonché le relazioni a livello internazionale con la sessione plenaria di venerdì mattina che fornisce spunti anche sull’evoluzione e il cambiamento della nostra professione». Destinatari privilegiati «sono anche i giovani, che rappresentano la gran parte dei nostri iscritti».

Francesca Giani

Redazione Fedaisf

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