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Storie di ISF. Chiara e Arianna, l’amore ha regalato loro Livia

Una pediatra dell’ospedale Versilia e un’informatrice farmaceutica residenti a Vecchiano hanno coronato il sogno grazie alla procreazione assistita. La storia di Chiara e Arianna, famiglia arcobaleno, approda in televisione

31 gennaio 2016 – IL TIRRENO PISA Cronaca

PISA. Non è una famiglia “tradizionale”, ma semplicemente una famiglia. Formata da due madri e una bambina. Chiara Centenari, 37enne pediatra originaria di Follonica ma pisana di adozione, e Arianna Raneri,(nella foto) 35enne informatrice farmaceutica di San Giuliano Terme, si sono conosciute per caso tre anni fa durante una cena.

Un colpo di fulmine le ha legate per la vita. E a rinsaldare ancora di più il loro amore, sei mesi fa è arrivata Livia, frutto di un percorso di genitorialità intrapreso circa un anno e mezzo fa.

«Abbiamo condiviso questo percorso e abbiamo deciso di dare vita a un figlio facendo ricorso alla procreazione assistita. Per farlo siamo andate in Spagna, dove è possibile fare ciò che in Italia è diventato impossibile», dice Chiara, madre biologica e unico genitore della bambina “riconosciuto” dalla legge attuale. Per questo lo scorso 23 gennaio sono scese in piazza, a Livorno.

«Vogliamo lottare per i diritti dei bambini e delle persone, anche al fianco delle famiglie tradizionali. Non diciamo di essere migliori o peggiori delle cosiddette famiglie tradizionali, dalle quali proveniamo, ma vogliamo essere uguali a loro e avere gli stessi diritti». Ieri, invece, da Roma è partito un messaggio completamente diverso.

«Ci fa rabbia vedere una parte di italiani che scende in piazza per cercare di impedire l’estensione a tutti degli stessi diritti. Vediamo in questa manifestazione (il Family Day, ndr) una mancanza di rispetto nei nostri confronti».

La loro storia sarà raccontata dal programma “Di fatto, famiglie”, che andrà in onda questa sera (a partire dalle 21) su Real Time. «Racconteremo la storia di una famiglia felice e ben integrata nella realtà che ci circonda», conclude Chiara. (d.r.)

Redazione Fedaisf

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