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Trattativa Rottapharm: gli esuberi a Monza scendono da 92 a 59

Rottapharm (Radaelli)Monza, 2 dicembre 2014 – Da 92 esuberi 59 (con la possibilità di limare ulteriormente verso il basso questo numero) e incentivi all’uscita volontaria. Sono i risultati dell’incontro, svoltosi nella sede di Confindustria Brianza, di ieri fra l’azienda farmaceutica Rottapharm/Madaus e i sindacati. Un «quadro» che sarà illustrato ai lavoratori mercoledì in assemblea (giovedì ci sarà invece quella con gli informatori del farmaco) e che si spera possa portare alla sigla di un vero e proprio accordo già venerdì quando è in programma un nuovo vertice fra azienda e sindacati. Ma come si è passati da 92 esuberi (annunciati appena il 18 novembre scorso) a 59? Una ventina di persone dovrebbero essere ricollocate in Rottapharm Biotech (la parte di ricerca rimasta nelle mani della famiglia Rovati dopo la vendita alla svedese Meda del ramo amministrativo e produttivo di Rottapharm/Madaus). Verrebbero assunti (le persone sarebbero già state contattate) in Biotech principalmente gli addetti del laboratorio qualità che Meda ha deciso di chiudere nella sede monzese di via Valosa di Sopra. Si arriverebbe in questo modo intorno ai 72 tagli.

Da questi, per quanto riguarda la trattativa sindacale, vanno tolti 5 dirigenti, scendendo così a 67 esuberiAltre 8 persone sarebbero «salvate» nell’area amministrativa, fino ad arrivare a 59 tagli. Ma il numero potrebbe ulteriormente calare. Della decina di esuberi individuati nei «servizi generali» (reception, fattorini, pulizie), cinque potrebbero rimanere a lavorare nella sede di Rottapharm svolgendo sostanzialmente le stesse mansioni, ma assunti da un’azienda esterna (probabilmente la ditta che già fornisce queste prestazioni nelle sedi italiane di Meda). Per gli altri resteranno la mobilità e la scelta di un’uscita volontaria con incentivi che vedranno una parte fissa di mensilità uguale per tutti e una variabile in base a età, anzianità aziendale e famigliari a carico. Assume dunque un impatto meno traumatico, anche se non completamente indolore, il piano di ristrutturazione aziendale presentato da Meda, la multinazionale del farmaco scandinava che in estate ha acquistato Rottapharm/Madaus per 2 miliardi e 275 milioni di euro. I dipendenti di Rottapharm/Madaus sono circa 320 in Italia (a cui vanno aggiunti 270 fra informatori del farmaco e addetti alla vendita). Di questi 320, più o meno 200 sono nella sede di Monza. I restanti sono nella fabbrica di Confienza (Pavia) che non è interessata dai tagli. Esuberi determinati soprattutto dalla «sovrapposizione» di alcuni ruoli e figure professionali che già Meda ha in Italia. Operazione nella quale la famiglia Rovati (fondatrice della Rottapharm) è rimasta proprietaria dei laboratori di ricerca sotto le insegne di Rottapharm Biotech. Un centinaio di ricercatori ai quali ora si aggiungeranno una ventina di addetti riassorbiti fra i tagli annunciati da Meda.

Una vicenda che lunedì di settimana scorsa aveva portato al primo sciopero della storia in Rottapharm. Un’azienda nata in uno scantinato. Da qui Luigi Rovati (classe 1928) era partito nel 1961. Un piccolo studio/laboratorio (inizialmente ci lavoravano in tre: Luigi, appunto, un assistente e una segretaria) diventato negli anni un colosso capace, dalla sede monzese e dal sito produttivo di Confienza (Pavia), di portare i propri prodotti (fra cui nomi come Saugella, Dona, Agiolax e Zymo) in 90 Paesi di tutto il mondo. Dalla bottega a un colosso da 1.800 dipendenti nel mondo (480 solo in Italia), con cinque stabilimenti in Europa e in India e ricavi consolidati attestati a 536 milioni di euro.

fabio.lombardi@ilgiorno.net

2 dicembre 2014 – QN Il Giorno Monza Brianza

Notizie correlate: Così Rovati ha finanziato la ricerca

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