
È stata resa nota la dichiarazione congiunta su un “accordo quadro Stati Uniti-Unione europea sul commercio reciproco, equo ed equilibrato”.
Al punto 2 della dichiarazione si dice testualmente: “a partire dal 1° settembre 2025, gli Stati Uniti si impegnano ad applicare solo la tariffa MFN (NdR:(Most-Favoured Nation) ai seguenti prodotti dell’Unione europea: risorse naturali non disponibili (incluso il sughero), tutti gli aeromobili e le parti di aeromobili, prodotti farmaceutici generici e i loro ingredienti e precursori chimici. Gli Stati Uniti e l’Unione europea concordano di considerare altri settori e prodotti importanti per le loro economie e catene del valore per l’inclusione nell’elenco dei prodotti per i quali si applicherebbero solo le tariffe MFN“, cioè le tariffe standard dell’Organizzazione mondiale del commercio (ossia l’aliquota doganale standard pre Trump che gli Stati Uniti applicavano a tutti gli altri membri del WTO).
Al punto 3 dice: “Gli Stati Uniti intendono garantire prontamente che il tasso tariffario, composto dalla tariffa MFN e dalla tariffa imposta ai sensi della sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, applicata alle merci originarie dell’Unione europea soggette alle azioni della sezione 232 su prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname non superi il 15%“.
La sezione 232 della legge consente al presidente di imporre tariffe sulla base di una raccomandazione del segretario al commercio degli Stati Uniti se “un articolo viene importato negli Stati Uniti in quantità tali o in circostanze tali da minacciare o compromettere la sicurezza nazionale”
La dichiarazione congiunta Ue-Usa sui dazi “è solo il primo passo”, “la Ue e gli Stati Uniti valuteranno la possibilità di esentare altri settori in futuro”. Lo dice il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa dopo la pubblicazione della dichiarazione congiunta.
Nella dichiarazione resta fuori il digitale dai negoziati commerciali, “concentrandoci su ciò che era chiaramente la priorità, e quindi non troverete alcun riferimento ad esse nella dichiarazione congiunta” ha dichiarato Sefcovic.
“La dichiarazione congiunta UE USA che ha formalizzato oggi l’intesa politica raggiunta lo scorso 27 luglio in Scozia tra la Presidente Von der Leyen e il Presidente Trump fornisce finalmente al mondo imprenditoriale un quadro chiaro del nuovo contesto delle relazioni commerciali transatlantiche”. Lo afferma una nota di Palazzo Chigi.
Gli analisti leggono l’accordo come una “assicurazione contro l’instabilità”: un tetto uniforme ai dazi permette alle imprese europee di pianificare investimenti e strategie di export senza il timore di misure punitive improvvise.Tuttavia, restano zone d’ombra: il 15% rappresenta un livello tariffario non trascurabile, soprattutto per comparti come il farmaceutico e i semiconduttori, che operano su margini elevati ma fortemente dipendenti dal commercio globale. In più, l’esclusione del digitale apre a possibili attriti futuri con Washington, in un settore che rappresenta una quota crescente del PIL europeo.
Su indicazione del ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, la task force dazi della Farnesina si riunirà oggi alle ore 18. La riunione consentirà di aggiornare i rappresentanti di varie associazioni produttive nel dettaglio, affrontando le implicazioni dell’accordo per i settori più strategici per l’Italia, dalle automobili, ai prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname.
A caldo arriva il plauso di Marcello Cattani, Presidente Farmindustria. “Esprimo i miei ringraziamenti sinceri al Governo italiano per l’azione convinta e determinata a sostegno della limitazione dei dazi sui farmaci a non oltre il 15%, come tetto massimo sulle esportazioni verso gli Usa, che includerà quanto previsto dall’indagine in corso negli Stati Uniti sul settore”, ha detto Cattani ringraziando in particolare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, per l’approccio costruttivo nel dialogo transatlantico e anche per la puntuale informazione alle imprese, attraverso una task force specifica. Per l’Europa “è fondamentale compensare i costi dei dazi con più produttività e più competitività. Per questo è importante che la Commissione Europea dimostri lo stesso impegno per cambiare radicalmente scelte del passato che penalizzano l’economia e costituiscono dei dazi che l’Ue si è auto-imposta”.
Anche Collatina (Egualia) esprime soddisfazione: “La dichiarazione congiunta USA-UE conferma il ruolo strategico dei generici-equivalenti. L’esclusione dei medicinali fuori brevetto dal regime tariffario è stata basata sul riconoscimento della funzione essenziale per la salute pubblica e per l’accesso equo alle cure”
Secondo il Centro studi di Unimpresa il settore chimico farmaceutico con 13 miliardi di export (pari al 20% del totale), subisce dazi teorici per circa 2 miliardi. Tuttavia, si tratta di un settore a elevata strategicità, per il quale sono attese esenzioni parziali o quote, soprattutto nei sottosegmenti salvavita e nei principi attivi. Inoltre, il potere di mercato è molto alto. Si stima un impatto netto contenuto a 1,2 miliardi di euro.
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