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Direttiva Ue, la pharmaceutical care è competenza del farmacista

La pharmaceutical care è una competenza professionale del farmacista riconosciuta dalla Direttiva europea sulle professioni che segna la spinta dell’Europa verso la farmacia dei servizi. Commenta così Maximin Liebl, presidente dei Pharmaceutical group of the european union (Pgeu) l’accordo raggiunto tra il Consiglio dei ministri europei e il Parlamento europeo sulla modifica della direttiva che ratifica, tra i campi d’intervento del farmacista, il supporto personalizzato al paziente nella somministrazione delle cure farmacologiche. In particolare, le modifiche riguardano l’articolo 45 in cui, oltre a introdurre la pharmaceutical care, viene meglio specificata l’attività di informazione e consiglio sul farmaco, di farmacovigilanza e il ruolo nelle campagne di prevenzione e promozione sanitaria. «Le modifiche chieste sono state approvate definitivamente, anche se con riserva dell’approvazione in Commissione europea» aggiunge «ma di fatto questo è già il segno che anche l’Europa per andare in questa direzione, indicata da noi già dal 2006, e spinge affinché venga realizzata in tutti i paesi membri la pharmaceutical care e che vengano applicate le qualifiche professionali del farmacista già dimostrate. Sono diverse le esperienze che confermano i vantaggi e i benefici della farmacia dei servizi. In Gran Bretagna» ricorda «esiste da 20 anni con servizi riconosciuti e rimborsati e sostenuta da un forte rapporto di fiducia tra il medico di famiglia e il farmacisti iniziato per altro con alcune difficoltà». Dopo la ratifica definitiva, spetterà ai governi rispondere, «nel rispetto della loro autonomia sulle tematiche sanitarie». E conclude: «Anche il governo italiano dovrà rispondere sulla farmacia dei servizi e sulla nuova remunerazione, ma credo che il nuovo ministro della Salute, Lorenzin, sia favorevole alla luce delle esperienze di altri stati in cui è stato dimostrato che ci può essere un risparmio per il Servizio sanitario nazionale».

Simona Zazzetta – 01 luglio 2013 – Farmacista33

Automazione in farmacia: il franchising punta su hi-tech

Punti vendita ad alto livello di automazione, senza bancone e con apparecchiature che eseguono analisi del sangue, del capello, mappatura dei nei, elettrocardiogramma e trattamenti estetici. Sarà questo il cuore del business di un format di farmacie e parafarmacie in franchising a marchio Dr Fleming, controllato dalla società Wm Capital. Il modello pensato dall’azienda è un punto vendita senza bancone e fortemente orientato alla fornitura di servizi. L’healthcare, secondo Fabio Pasquali, presidente e amministratore delegato di Wm Capital, è un «trend emergente a livello mondiale» e sostiene che in Italia «si aprono nuove opportunità grazie alle liberalizzazione del decreto Cresci Italia e del decreto Balduzzi, che prevedono l’estensione degli orari di apertura, l’ampliamento delle location, della lista dei prodotti vendibili nelle parafarmacie e corner e dei prodotti generici». L’azienda conta di avviarne 10 in Svizzera entro il 2013 e in co

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