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Farmaci: Assogenerici, finalmente a biosimilare si riconosce ruolo

(AGI) – Roma, 3 apr. – "Dobbiamo valutare molto positivamente alcuni segnali del cambiamento dell’immagine dei farmaci biosimilari sia tra i decisori politici sia tra gli opinion leader. Il fatto che una Regione importante come la Campania decida di incentivare il ricorso ai biosimilari, oltre che ai generici, va senz’altro in questa direzione". Cosi’ il vicepresidente di AssoGenerici Francesco Colantuoni dopo la pubblicazione del Decreto n. 27/2013 del presidente campano Stefano Caldoro. Nel testo, infatti si legge che il farmaco biosimilare "rappresenta un’opportunita’ di impiego razionale delle risorse, nelle indicazioni autorizzate, a ragione della loro maggiore convenienza economica rispetto ai farmaci originatori", che pure dovendosi procedere con cautela alla sostituzione tra originatore e biosimilare "per i pazienti di nuova diagnosi o naive, invece, non vi sono motivi per consigliare cautela nell’utilizzo dei biosimilari, che rappresentano, pertanto, un’ulteriore opzione terapeutica".
Infine il decreto ricorda come i farmaci biosimilari, secondo i dati inseriti nella Rete nazionale di farmacovigilanza (presso l’Aifa), non presentano un’incidenza maggiore di segnalazioni di sospette reazioni avverse rispetto agli originator e che comunque non esistono evidenze di inefficacia terapeutica dovute all’utilizzo dei farmaci biosimilari". Per il vicepresidente di AssoGenerici "non poteva essere illustrato meglio il ruolo che spetta al biosimilare, facendo giustizia anche di quegli eccessi di cautela, non motivati, che pero’ non emergono mai quando si tratta dei farmaci originatori, che pure vanno incontro a cambiamenti dei processi di produzione utilizzando le stesse procedure regolatorie in vigore per i biosimilari". "Atteggiamenti di questo genere – conclude – rappresentano soltanto una difesa a oltranza del brevetto". Per il presidente di AssoGenerici Enrique Hausermann "difendere e tutelare il frutto della ricerca e l’innovazione e’ fondamentale per il progresso delle conoscenze. Tuttavia, e lo provano anche le recenti vicende indiane, occorre che proprio per questo si tracci una definizione chiara dell’innovativita’ di un farmaco e che si temperi la difesa della proprieta’ intellettuale con le necessita’ di curare al meglio quanti piu’ pazienti possibile salvaguardando la stabilita’ economica dei servizi sanitari". (AGI) .

03 APR 2013

Notizie correlate: http://www.federaisf.org/Start/HDefault.aspx?Newsid=7681

 

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