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Gli ISF del Friuli Venezia Giulia spiegano i motivi della manifestazione che ha avuto luogo sabato

I colleghi ISF del Friuli Venezia Giulia ci dicono che hanno inviato una nota al Gazzettino in cui spiegano il motivo che gli ha portati a manifestare nella giornata di sabato 7 novembre.

«La manifestazione, dicono, è per dire che esistiamo nel grande comparto della salute proprio in un momento come questo in cui molte strutture ospedaliere e sanitarie impediscono per ragioni di sicurezza l’accesso degli ISF».

«Vogliamo far sapere chi è veramente l’informatore scientifico del farmaco (ISF). Il nostro nome corretto è proprio informatore scientifico del farmaco, siamo laureati in ambito scientifico, in costante aggiornamento e la nostra professione è regolamentata da Direttive Europee, Leggi dello Stato e Regolamenti Regionali. L’ISF è l’unico autorizzato dalla legge a portare al medico una comunicazione tecnico-scientifica sui farmaci da parte delle aziende farmaceutiche. La loro attività per legge è incompatibile con le vendite. Gli ISF sono anche incaricati di raccogliere i dati di farmacovigilanza».

«La nostra manifestazione – precisano gli ISF friulani e giuliani – non è contro il governo o le aziende sanitarie regionali o farmaceutiche ma una iniziativa per riscattare, per riacquistare un’immagine non conosciuta, ignorata o confusa con altre figure professionali che nulla hanno a che vedere con gli ISF».

«Dobbiamo dire – continuano gli ISF – che abbiamo aiutato, stiamo aiutando e vorremmo continuare ad essere di aiuto per la società, per la sanità e per la nostra stessa categoria. Grazie ad un rapporto umano e professionale lavoriamo con e per la classe medica in massina sicurezza.

Una proficua collaborazione fra le parti (ISF, istituzioni, medici) per la regolamentazione del nostro lavoro con linee guida condivise porterebbe sicuramente ad una informazione di qualità per il fine ultimo che è la salute del paziente».

«La richiesta al Presidente della Regione, Massimiliano Fedriga e all’Assessore alla Salute, Riccardo Riccardi – concludono – è che gli oltre 350 informatori che operano in regione siano considerati dalle direzioni sanitarie delle risorse utili e disponibili nell’affrontare le odierne e future problematiche del sistema salute in Friuli Venezia Giulia».

Alla manifestazione erano presenti anche dei medici di medicina generale che hanno dichiarato che gli ISF “sono un punto di riferimento fondamentale soprattutto in questo periodo in cui non possiamo fare formazione”.

«Quello che chiediamo – precisa Jelene Zilic, rappresentante degli ISF di Trieste e Gorizia – è soprattutto il rispetto verso il nostro ruolo non sempre compreso appieno da chi deve gestire la nostra attività nelle strutture sanitarie. Questo avviene in quanto non tutti hanno consapevolezza delle norme che regolano le nostre funzioni».

Redazione – 8 novembre 2020

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Redazione Fedaisf

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