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Milioni di dosi di vaccini inutilizzati. AIFA sposta la data di scadenza

L’Oms fa sapere che sembrerebbe pronta a una nuova scorta di sieri per ottobre, aggiornati alle nuove varianti del virus, ma resta il problema dei vaccini inutilizzati che riguarda, da nord a sud, tutte le regioni.

Come afferma anche il Senatore di Fratelli d’Italia Francesco Zaffini in un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, il 90% della popolazione italiana over 12 ha completato il ciclo vaccinale: una percentuale che corrisponde a 51 milioni di persone.

Nonostante i grandi numeri le dosi di vaccino risultano in avanzo: complessivamente, infatti, alle regioni ne erano state consegnate quasi 142 milioni, somministrate poi solo 137 milioni e mezzo.
Ci troviamo, quindi, con un disavanzo di quasi 4 milioni e mezzo di dosi vaccinali che, ad oggi, risultano non aggiornate con le nuove varianti del virus ma soprattutto in corrispondenza alla scadenza. Questo è dovuto, sicuramente, a una mancata corsa alla terza e alla quarta dose che, ultimamente, grazie all’abbassamento dei contagi e alla pericolosità del virus, non è avvenuta.

La data di scadenza delle dosi rimaste risulta tra il mese di giugno e quello d’agosto 2022, motivo per cui le regioni hanno lanciato un allarme. In risposta, l’Aifa, su suggerimento della casa farmaceutica PfizerBiontech, ha deciso di estendere il periodo di validità del farmaco: da sei mesi a nove mesi. La vecchia data di scadenza è stata quindi spostata di tre mesi.

Il governo su ciò è rimasto in silenzio, tanto che non c’è traccia di questa notizia su nessun giornale: lo scopo dell’interrogazione del Sen. Zaffini è proprio in questa direzione infatti chiede di sapere: “come il Governo intenda collocare le migliaia di dosi prossime alla scadenza; se e quante dosi di vaccino siano state ad oggi distrutte in Italia, perché scadute prima che potessero essere inoculate; in quale modo intenda proseguire la campagna vaccinale e quantificare l’approvvigionamento necessario“.

Fonte Bianca Leonardi, 29 maggio 2022 – N.Porro

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Nota:

Pfizer e BioNTech hanno presentato a Swissmedic, l’autorità di farmacovigilanza della Svizzera, una domanda per modificare la durata di stabilità e renderla di 12 mesi, invece di 9 mesi, per il Comirnaty, il preparato a mRna usato nella campagna vaccinale contro il Sars-Cov-2.

L’istituto, dopo aver esaminato la domanda, ha approvato l’estensione della data di scadenza del farmaco. Il periodo prolungato può essere applicato retroattivamente, ed è dunque valido fin da subito per tutti i lotti attualmente disponibili e per quelli futuri.

Solo in Italia ci sarebbero almeno 10 milioni di dosi del vaccino Comirnaty non utilizzate, anche a causa del rallentamento delle somministrazioni dovuto alla straordinaria adesione della popolazione alla campagna vaccinale contro il Covid, nonostante in molti abbiano deciso di non sottoporsi alla terza dose.

È ipotizzabile che anche nel nostro Paese, e nel resto dell’Unione Europea, si opti per una proroga della data di scadenza del farmaco, con la sua validità che passerebbe così dai 9 mesi attuali a 12 mesi per evitare lo spreco delle dosi non utilizzate, che comunque dovrebbero essere destinate ai Paesi del Terzo Mondo e in difficoltà.

È da considerare che l’iniziale periodo di validità del farmaco era stato ipotizzato quando ancora non erano disponibili dati a sufficienza per determinare una data di scadenza più corretta. Oggi sono disponibili più studi che giustificano un’estensione della data di scadenza.

Fonte: Qui Finanza

N.d.R.: Nessuna delle aziende che hanno portato a termine lo sviluppo dei vaccini anti Covid-19 autorizzati in occidente potevano sapere quanto a lungo si sarebbero mantenuti stabili. Non c’era un’esperienza sufficiente per garantire una durata di tre anni, come avviene in genere per la maggior parte dei vaccini, per cui sono state indicate in un primo momento date di scadenza molto ravvicinate, spesso di soli tre mesi.

Notizie correlate: Dottore, ma è vero che …ci danno vaccini scaduti?

Redazione Fedaisf

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