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Pazienti o assistiti, cosa cambia?

 Quando una persona dice “dottore sono nelle sue mani” riconosce di essere un paziente. La sua pazienza invece viene messa a dura prova in un Pronto soccorso oppure se chiede una visita specialistica, che spesso arriva dopo mesi. Se poi attende il turno perché il medico di famiglia sta parlando con l’informatore scientifico, accetta la situazione molto pazientemente. Momenti simili li abbiamo vissuti quasi tutti. Verificando che da malati si diventa cittadini di serie B. Adesso il nuovo Codice deontologico della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) introduce il termine “assistito” per chi non ha una malattia. Si volta pagina? In realtà oggi il camice bianco si confronta con un cittadino. Esigente, informato, insofferente. E più impaziente. Ma non è questione di parole: nulla cambierà finché il malato, l’assistito, la persona non sarà al centro dell’azione medica e sanitaria.

guglielmpepe@gmail.com
@pepe_guglielmo (per Twitter)

20 maggio 2014 – La Repubblica  R.it Blog

 

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