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Priorità vaccinale. L’assalto delle categorie “a rischio”. Il Governo si sta orientando a vaccinare in base alle fasce di età

Vaccinati i notai, avvocati, magistrati. Chiedono priorità giornalisti, operatori turistici, addetti alle pompe funebri, commercianti, ristoratori, badanti, postini, alimentaristi, commesse e cassiere, onorevoli siciliani, ecc.

L’altro giorno è toccato ai notai. Con la motivazione che spesso vanno negli ospedali, nelle case di cura e nelle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali. Qualche giorno prima erano stati invece gli avvocati, praticanti compresi. Che del resto si erano messi in scia alla richiesta dei magistrati, e in effetti avrebbe poco senso guardare solo a un pezzo del problema. Ma ci sono anche i giornalisti. E poi i lavoratori del turismo, che prendono a modello Kastellorizo, l’isola greca del film Mediterraneo, che ha vaccinato tutti gli abitanti per proporsi come metà Covid free. E ancora i commercianti e soprattutto i ristoratori, forse il settore più colpito dalle conseguenze economiche della pandemia.

Negli ultimi giorni è stato un moltiplicarsi di richieste, comunicati ufficiali e lamentele ufficiose. Ogni categoria ha le sue buone ragioni per chiedere una qualche forma di priorità per la vaccinazione.

Difficile poi mettere in discussione la priorità a medici, insegnanti e forze dell’ordine. Anche se qui bisogna riconoscere qualche incongruenza.

Tra medici e infermieri, ad esempio, sono entrati anche gli addetti amministrativi delle Asl, che lavorano nella sanità ma forse non proprio in prima linea. Corriere della Sera

In Sicilia il presidente dell’Ars Micciché chiede la priorità per gli onorevoli siciliani. Le Poste chiedono: «Priorità a vaccini per portalettere e dipendenti uffici postali». Le imprese funebri chiedono priorità vaccinazioni covid: “noi, categoria a rischio dimenticata da tutti”. Federdistribuzione chiede priorità vaccini per lavoratori Gdo. Il vaccino contro il Covid-19 sia somministrato, in via prioritaria, ai caregiver (badanti) familiari richiede la consiglera comunale di Lucca, Petretti. La Confesercenti Abruzzo chiede priorità per gli operatori del settore alimentare.

Nello Martini, ex Direttore AIFA, su quotidianosanità dichiara che mentre la fase iniziale e le relative priorità risultano ben definite e chiare, le fasi successive si basano su alcuni criteri, scientificamente corretti ma molto discrezionali nella applicazione: chi stabilisce gli algoritmi di estrazione delle popolazioni vulnerabili con comorbilità, chi fa gli elenchi per Regione e per ASL, per residenza o per presenza? Quello che si sta verificando è che ogni Regione fa da sé sui criteri, con diverse modalità di prenotazione, con differenti calendari e con velocità e modalità logistiche estremamente differenziate a cui si aggiungono le pratiche burocratiche legate alla compilazione dei moduli.

Il TGCom24 fa sapere che ora, un algoritmo sviluppato dagli statistici dell’Università Milano Bicocca, è pronto per essere usato gratuitamente e viene sottoposto al Ministero della Salute e alle Regioni per individuare i cittadini, con nome e cognome, dai 18 ai 79 anni, che hanno diritto al vaccino per primi in base al loro profilo clinico.

Intanto la Repubblica riferisce che tre fiale su quattro del vaccino AstraZeneca restano in frigorifero: su un milione e mezzo di dosi consegnate nell’ultimo mese ne sono state somministrate solo 375.000. In molte regioni mancano gli elenchi delle persone che rientrano tra gli aventi diritto ed è impossibile prenotarsi. E gli accordi con i medici di famiglia mancano quasi ovunque.

Ieri si è tenuta una riunione al Ministero della Salute con il ministro, Roberto Speranza, il Commissario straordinario all’emergenza Covid-19, Generale Francesco Figliuolo, il Capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e i vertici di Istituto superiore di sanità, Consiglio superiore di sanità, Aifa e Agenas.

A quanto si apprende da fonti del Governo, uno dei temi cardine è stato quello di rendere più uniformi i criteri di priorità per le vaccinazioni dopo che in queste settimane si è visto come molte regioni abbiano deragliato dalle indicazioni del Piano. In questo senso l’idea è quella di puntare sul modello Israele, ovvero vaccinare in base alle fasce di età. Il sistema è considerato molto più agevole a livello di distribuzione ed è stato richiesto anche da molte Regioni, Lazio in testa. Quotidianosanità

Una comoda scelta di non scegliere

Redazione – 5 marzo 2021

Redazione Fedaisf

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