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Vaccini: diamo i numeri (della prevenzione)

Il 33% dei genitori ritiene i vaccini più pericolosi delle malattie che prevengono, rispetto a un 25,4% di mamme e papà che pensano l’opposto e a un 36,6% secondo cui dipende dai vaccini e dalle patologie.

Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenzaL’obbligatorietà della pratica vaccinale incontra sempre meno favore nei genitori. E non sempre i pediatri incoraggiano mamme e papà a far vaccinare i figli, complice la credenza che alcune malattie facciano parte della storia passata del nostro Paese o, peggio, che le vaccinazioni siano in realtà dannose. A questo proposito non possono non far riflettere i dati pubblicati dal 1 Report “Prevenzione Vaccinale” pubblicato da l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane.

Il documento, che pure spinge nella direzione di un cambio di passo culturale per ottenere il consenso alla vaccinazione, più che per proseguire sulla strada dell’obbligatorietà, dimostra come moltissime malattie siano calate in maniera incontrovertibile grazie, appunto, ai vaccini. Nonostante la disomogeneità dei dati – causata dal fatto che ogni singola regione propone calendari vaccinali differenti – il dato su scala nazionale indica che nel decennio 2000-2010 c’è stata una riduzione consistente di molti problemi sanitari.

I casi di epatite B, per esempio, sono calati dell’81,54%, il morbillo del 73,37%, la rosolia del 98,20%. I casi di poliomielite e difterite sono stati 0 e 57 quelli di tetano. Anche la parotite è diminuita sensibilmente: da 37.669 casi del 2000 siamo giunti, nel 2010, a 534 casi, con un decremento del 98,58%. Sono risultati soddisfacenti? Senz’altro, ma non siamo ancora giunti a quelli che sono gli obiettivi dichiarati: la copertura del 95% della popolazione.

Quota che consentirebbe di ottenere un risultato importante: proteggere l’intera popolazione da queste malattie e far realmente scomparire queste ultime dal nostro orizzonte sanitario. C’è molto lavoro da fare, per giungere a questo obiettivo: vanno scardinate le perplessità e le false credenze degli “antivaccinatori”, compiendo al tempo stesso un salto culturale per far vedere come la vaccinazione sia un presidio sicuro e un investimento per la salute dei bambini.

Gli strumenti per informarsi non mancano: ci vuole da parte di tutti l’impegno per salvaguardare la verità scientifica dei fatti e occorre, quindi, portare avanti le politiche più corrette per difendere la salute dell’intera popolazione.

Fonte Paidòss – N.2 – Luglio 2015 – Anno 2

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Redazione Fedaisf

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