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Fimmg: accordo tamponi negli ambulatori. SNAMI: “Ritirate quella sciagurata firma”

Tamponi antigenici, raggiunta l’intesa con la medicina generale. Scotti (FIMMG): Pronti ad assumerci ulteriori responsabilità, ma sempre nel rispetto della sicurezza

Comunicato Fimmg – 28/10/2020

«In un momento drammatico come quello attuale la medicina generale non poteva, e non ha mai pensato, di tirarsi indietro. Abbiamo però preteso che i medici non siano mandati a combattere a mani nude, come purtroppo è accaduto nei mesi scorsi». Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG, commenta così l’accordo quadro raggiunto con il Governo per definire un ruolo ancor più centrale della medicina di famiglia nella lotta al Coronavirus.

Un accordo che FIMMG ha siglato nella consapevolezza di poter fare la differenza in vista dei prossimi mesi e che andrà presto declinato a livello regionale per dare immediata e concreta attuazione alle misure messe in campo. Due i nodi centrali dell’accordo quadro: i medici di medicina generale vengono chiamati ad eseguire i tamponi antigenici rapidi e si sbloccano i fondi destinati all’acquisto di apparecchiature diagnostiche per gli studi di medicina generale.

«Gli studi – rassicura Scotti – non diventeranno ‘centri diagnostici’. Ciascun medico di famiglia sarà un punto di riferimento per i propri assistiti e potrà, in caso lo studio non lo consenta, effettuare i tamponi in strutture messe a disposizione dal proprio distretto. In modo particolare – chiarisce il segretario generale FIMMG – i tamponi antigenici saranno somministrati ai contatti stretti asintomatici, individuati dal medico di medicina generale oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di Prevenzione. E sarà sempre il medico a decidere se effettuare il tampone antigenico a pazienti per i quali si sospetta un contagio. I tamponi antigenici saranno utili anche per i contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione».

Grazie all’accordo quadro raggiunto con il Governo, i medici di medicina generale saranno dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari e saranno tenuti ad effettuare i tamponi antigenici solo a fronte di queste forniture. «Non si possono fare sconti sulla sicurezza dei colleghi – dice Scotti -, la medicina generale ha già pagato un tributo altissimo. Con questo accordo saremo invece in grado di assistere i pazienti in sicurezza, consapevoli che a prescindere dai tamponi con l’attuale circolazione del virus bisogna considerare ogni assistito un potenziale caso positivo».

L’accordo, che per evitare diseguaglianze per i cittadini non prevede volontarietà, stanzia per i medici le risorse necessarie ad assorbire la complessità organizzativa, necessaria premessa alle risorse che servono per il personale di studio. «Sarà fondamentale – ammonisce Scotti – che le regioni si muovano rapidamente per declinare su base territoriale quanto previsto dall’accordo quadro, contemplando oltre alla fornitura di dispositivi di protezione individuale anche le fragilità di ciascun medico. Anche su questo aspetto, infatti, abbiamo preteso la massima attenzione. L’auspicio è che questo sia un primo passo verso la creazione di una medicina di famiglia sostenuta dall’apporto di strumentazioni e personale, recuperando subito negli AIR i dieci milioni di euro per il personale ancora fermi del decreto cosiddetto Rilancio, così che si possa arrivare a rafforzare in tempi rapidi la rete territoriale troppo a lungo trascurata».


Roma 2 Novembre 2020-La dirigenza del Sindacato Autonomo si rivolge attraverso un duplice appello alla dirigenza della Fimmg e alla base di quel sindacato. <Mai avrei immaginato> dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami <di dover fare un appello a Colleghi appartenenti ad un sindacato differente da quello che presiedo. Umilmente, con profondo rispetto nei confronti di chi non la pensa come noi, nel contesto della grave situazione che stiamo vivendo come persone e Medici, invito Silvestro Scotti, segretario nazionale Fimmg, a ripensarci e ritirare la sua firma dall’Acn che di fatto sancisce l’obbligo, pena la decadenza della convenzione per i Medici che non effettueranno i tamponi covid nei loro studi o nelle strutture delle assl, se messe a disposizione.

Chiedo anche alle Colleghe e ai Colleghi della Fimmg che condividono le nostre perplessità e paure sui tamponi da eseguirsi nei nostri studi e credono anche loro che vi sia un alto rischio di contagio per il Medico per effettua l’esame e per il paziente, di associarsi alla nostra richiesta al loro segretario e sostituire, nell’accordo, l’obbligatorietà con la NON obbligatorietà. Solo in questa maniera potremo tutelare i Medici anziani, Medici affetti da patologie e/o a rischio per patologie importanti.>

<In corso di trattativa nazionale abbiamo insistito più volte> aggiunge Domenico Salvago, vicepresidente nazionale Snami,> che l’obbigatorietà sarebbe stata deleteria per i Medici. Statisticamente un otto/quattordici per cento dei tamponi può avere esito positivo. I Medici che avessero effettuato quei tamponi potrebbero diventare dei contatti e dovrebbero interrrompere temporanemente la professione. Chi continua ad erogare l’assistenza sanitaria ai nostri assistiti? Possibile che non possa prevalere il buon senso e saper tornare indietro? Si può capire che certe problematiche, evidenti e sostanziali, non le vogliano intendere i politici e prevalgano altri interessi, ma un Medico….. non è possibile non le voglia considerare! >

<Inoltre> aggiunge Salvatore Santacroce, tesoriere nazionale Snami, <per i Medici ultrasessantacinquenni, ad alto rischio per definizione, l’inaccettabile, scellerata imposizione di esporsi ad una notevole possibiltà di contagio, potrebbe indurre molti di loro ad andare in pensione prima di quanto preventivato, anche per evitare di danneggiare se stessi e i propri familiari, in un periodo in cui scarseggiano i Medici e si cerca di richiamare quelli già in pensione. <Stanno circolando> conclude Angelo Testa <delle vere e proprie e vere bufale che cercano di diluire la gravità del percorso tamponi, asserendo che saranno le regioni a decidere. Non è così. I Colleghi meritano la verità e cercare di distorcere questa imposizione ragionevolmente irrealizzabile da una buona parte di Noi, sarebbe non una semplice omissione di parte della verità ma una vera distorsione dolosa della intera sostanza della verità. >

Comunicato Stampa SNAMI

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Redazione Fedaisf

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