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FIRENZE. Smi contro l’accordo toscano tra Fimmg e Regione

Ruolo dei medici del territorio che si indebolisce e Sanità pubblica che rischia di cedere il passo a quella privata. Queste, secondo lo Smi, le dirette conseguenze dell’accordo toscano, siglato martedì da Fimmg e Regione, sulla riorganizzazione delle cure territoriali (vedi DNews del 30 novembre).
«Di fatto» attacca Salvo Calì, segretario generale del sindacato «si sta costruendo una sanità con meno ospedali, meno posti letto e sempre meno medici dell’emergenza 118. Le conseguenze? L’ulteriore collasso dei pochi pronto soccorso rimasti. La Toscana è in pr! ima linea in questo progetto di dissimulata privatizzazione che marginalizza i medici».
Nel mirino dello Smi, inoltre, l’intervento sulla rivista Toscana Medica, di Antonio Panti, presidente della Federazione degli ordini dei medici della Toscana. Nell’editoriale, secondo il sindacato, Panti delegittimerebbe «de facto le Università e i percorsi formativi e abilitativi dei medici, a favore del cosiddetto saper fare. La conseguenza di tale teorizzazione» sintetizza Calì «apre sul piano sindacale anche concreti rischi di demedicalizzazione di settori importanti della nostra organizzazione sanitaria a cominciare – come già in parte realizzato – dall’Emergenza sanitaria territoriale». E conclude: «Lo Smi ha già stigmatizzato certe operazioni della regione Toscana come il See and Treat che sono state ispirate da logiche di risparmio, oltretutto tese a "lisciare" il nuovo soggetto politico degli infermieri. I custodi della deontologia piuttosto che supportare certe scelte di politica sanitaria dovrebbero sostenere i medici e la loro professionalità, ma, in Toscana, avviene l’opposto».

3 dicembre 2012 – DoctorNews

 

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